Presentazione
Cercherò di spiegare le ragioni sostanziali che mi hanno spinto a costituire
un circolo centrato sul tema 'Cultura Politica e Diritti del Cittadino'. Invece
la scelta di dedicarlo a Guido Calogero e Aldo Capitini è già stata
fatta da ben altro profilo di uomo e di pensatore.
Per quanto riguarda le ragioni della scelta della tematica bisogna partire dalla
constatazione della crisi della politica che parte dal 1989 e continua a tutt'oggi
senza che ancora se ne veda lo sbocco conclusivo.
Dunque tutto ha origine dalla disintegrazione dell 'ideologia marxista cardine
teoretico della sinistra. Ideologia ottocentesca basata su una nuda e cruda analisi
della composizione socialedell'Europa dell'epoca che vedeva la stragrande maggioranza
della popolazione (proletariato) assai frantumata e fortemente subalterna alla
classe borghese. L'icona della PIRAMIDE si presta assai bene a rappresentare
la società di allora e fino, forse, agli anni 60. Poca gente al vertice,
la classe borghese (impresari, commercianti, artigiani, professionisti, mediatori,
impiegati, ecc.) e la massa restante del proletariato(operai, contadini e disoccupati).
Il segno grafico che invece definisce la società attuale è (forse
ancora per poco) l'UOVO: con una stragrande maggioranza di persone benestanti
(variamente occupati ma anche pensionati: un unico indicatore, ma estremamente
significativo, da ricordare, il 90% degli italiani è proprietario della
casa in cui abita) che riempie il centro della figura; una minoranza al vertice
(i ricchissimi); e una minoranza collocata in basso (i poveri).
Se la stragrande maggioranza della gente gode di un discreto benessere è molto
improbabile che faccia la rivoluzione. A che fine ?. E se questo benessere è stato
determinato dal sistema democratico perché sovvertirlo ? Gli eventi storici
di questiultimi 50 anni sono chiari. Dal dopoguerra in poi sviluppo e benessere
nel mondo occidentale con sistema di democrazia liberale con discrete differenze
tra USA e Unione Europea e contrapposizione ideologico-economica con i regimi
comunisti fino al 1989 anno del crollo del sistema comunista dell'URSS. Anche
la Cina, tuttora comunista, ha adottato le regole del libero mercato. Si è così intaccato
il principio comunista di totaleuguaglianza (in teoria angelico ideale ma impossibile
da mettere in pratica tra gli animali umani). Principio assolutizzato di uguaglianza
che nei sistemi comunisti aveva portato alla totale soppressione della proprietà privata
(ricordo personalmente che ancora negli anni ottanta in Albania anche gli traballanti
chioschi di bibite erano di proprietàpubblica e l'addetto ad essi era
un dipendente statale).
Orfani della punta estrema dell'ideologia socialista che come europei ci ha tirato
fuoridall'epoca del padrone delle Ferriere (socialdemocrazia al governo ovunque
in Europa e opposizione comunista) che ha conferito dignità umana al lavoratore
occidentale, ci troviamo ora ora a dover ridefinire il sistema socialdemocratico
(stato sociale universale) in un sistema più sofisticato di valori, principi
e idee guida dell'occidente liberal-democratico per mantenerlo produttivo, compatibile
con l'ambiente e al tempo stesso capace di mitigare gli effetti puramente liberistici
della globalizzazione con politiche di giustizia sociale, specie dopo il G8 di
Genova e la catastrofe dell'11 settembre 2001 a New York. Solo la globalizzazione
del modello socialdemocratico riveduto e corretto può affrontare iproblemi
posti (squilibrio sociale, dalla globalizzazione liberistica associata al pensiero
neoteocon. In Europa occorre tuttavia ottimizzare maggiormente il sistema socialdemocratico
e negli USA dobbiamo sperare che il loro sistema liberistico (alternanza di un
potere politico pococompassionevole - Partito Repubblicano - con un potere politico
più che maggiormente compassionevole, con immissione di rispetto della
dignità umana ovvero di giustizia sociale- Partito Democratico) si socialdemocratizzi
quel tanto che basta. Dobbiamo sperare, specie dopo l'ecatombe delle tween towers,
che i cittadini degli USA che prima o poi si decidano di temperare il rigore
liberistico del loro sistema, spingendo il Partito Democratico su posizioni Europee
decisamente più solidaristiche. Se non per bontà almeno per coerenza
intrinseca al sistema democratico.
Tuttavia anche in Europa dobbiamo darci da fare non poco. Mantenuta in passato
saggiamente la via moderata di centrosinistra che ci ha evitato la sterzata tutta
a sinistra con conseguente caduta nel baratro comunista,attualmente c'è la
tentazione di sterzare tutto a destra con conseguente caduta nel baratro liberistico
amerikano. Ci dobbiamo adattare per qualche tempo (almeno 5 anni) a fare una
vera e propria Resistenza a salvaguardia della nostra carta costituzionale e
non farci trascinare dalla deriva del liberismo berlusconiano.
Oggi imperando la confusione sui principi e valori comuni alla democrazia tanto
guidata alternativamente dal polo moderato di destra che dal polo moderato di
sinistra, per usareancora questi sempre validi ( ma per la vulgata corrente oramai
obsoleti) indicatori di identità politica) ci dobbiamo assolutamente fare
carico di ridefinire convergenze edivergenze tra il sistema di valori, principi
e idee guida che connotano i partiti moderati di centrosinistra rispetto a quelli
della destra democratica di centrodestra (solo in apparenza moderata essendo
rappresentativa della visone del mondo assolutista neoteocon).
A tale riguardo, molti sono oramai i cittadini affaccendati nel quotidiano che
hanno persola bussola politica. L'espressione corrente di questi è 'siete
tutti uguali. Indicatoreevidente di grave disorientamento politico. E' responsabilità estremamente
grave delle forze politiche di sinistra non aver saputo impedire la diffusione
di questa errata convinzione qualunquista. Il primo obiettivo del circolo è proprio
quello di impegnarsi a erodere fino alla sua dissoluzione questo pervicace atteggiamento
collettivo.
Ci proveremo ! Quali le difficoltà ?E' un problema di comunicazione come
affermava qualche tempo fa l'On.le Angelo Bottino ! Certamente, la comunicazione
c'entra prepotentemente sempre. Specialmente oggi che sembra assolutamente vincente
la ricetta neoliberistica che promette ossessivamente a chi ce l'ha già sicurezza,
benessere e felicità, senza dire che il sistema liberistico all'amerikana
lascia dietro di sè una lunghissima scia di diseredati dietro di sé.
Non parlo di quelli del terzo mondo, parlo di cittadini americani di New York
che dopo 6 mesi di disoccupazione e senza copertura mutualistica possono morire
per mancanza di cure adeguate!E' la storia, vera, di due ricercatori italiani
che negli USA, ammalata lei di tumore, la quale perso il posto di lavoro e senza
cure per scadenza della copertura assicurativa, assieme al marito che si è dovuto
licenziare,per potersi curare adeguatamente è dovuta rientrare in tutta
fretta in Italia.
Per i berluscones rampanti si dovrebbe arrivare a questo sistema anche in Italia
e forse anche nel resto d'Europa.
Poche tasse e ognuno si arrangi. Ma questo è l'attuale indirizzo della
U.E. Identico a quello prescritto da Banca Mondiale, FMI e WTO.
Eppur tuttavia siamo ancora a metà del guado e come centrosinistra possiamo
ancora fermarci. Quale ricetta per governare: liberistica o liberalsocialista
? Un ampio spartiacque divide i due modelli politici e le ripercussioni pratiche
che producono nella società.
Si sono recentemente confusi i valori, principi idee guida che invece prima del
1989 erano,almeno nell'immaginario collettivo, distinti e contrapposti. I poli
di aggregazione politica in Italia erano tre: Centro- Sinistra (DC-PSI-PRI) -
Destra (MSI) - Sinistra (PCI).
Con il sistema elettorale maggioritario si sono alternati: 1994 Polo Centrodestra,
successivamente fino alle elezioni politiche del maggio 2001, l'Ulivo di Prodi-
Dalema, Amato. Fino all'aprile del 2006 governava il Polo di Centrodestra. Entrambi
gli schieramentihanno governato proponendo ricette liberistiche che si possono
considerare sovrapponibili. I Governi dell'Ulivo ci hanno fatto entrare in Europa
propinando agli italiani cure da cavallo per ripianare il debito pubblico. Privatizzando
questo e quello.Ma lo zoccolo duro dello stato sociale universale ha comunque
retto. Poi, con un governo di centrodestra, la scia resta la stessa. Privatizzare
ancora di più e oltre.La tentazione sul modello lombardo del ciellino
Formigoni era certamente quella di smantellare l'apparato statale dello stato
sociale (scuola e sanità pubblica) ma fortunatamente non si è tradotta
in atto. Ora bisogna stabilire velocemente dove è la linea di demarcazione
oltre la quale non siprivatizza ne si liberalizza assolutamente più !
Lo stato sociale non si svende così come non si privatizza la scuola.
Così come devono essere mantenute la salvaguardia dei diritti dei lavoratori.
Non vogliamo che la società panciuta rappresentata dall'Uovo, così diventata
per politiche ridisttributive nazionali in favore di cittadini originariamente
poveri, ridiventi in breve tempo nuovamente Piramide ! In quelle condizioni rispunta
inevitabilmente la posizione estremistica di sinistra. Con la lotta di classe
si muore. Con la socialdemocrazia, riveduta e corretta si ha ilbenessere. Con
il liberismo duro e puro si rimettono in moto la dinamica dello scontro diclasse.
E' la spirare perversa foriera di disastri già visti.
Per bloccare questa pericolosa deriva neoliberista e neoteocon occorre prima
di ogni altra questione ristabilire l'identità del centrosinistra ben
centrato su un sistema di valori, principi e idee guida ben individuabili e distinti
dalle posizioni della destra "moderata". Ridefinita l'identità moderna
del centrosinistra occorre essere capaci di comunicare con chiarezza il modello
di società che si intende difendere e migliorare, in modo che l'elettore
abbia la possibilità di valutare, scegliere e votare. Solo in questo contesto
non sono nemmeno da prendere in considerazione, nel mondo occidentale, sistemi
estremismi tanto di destra che di sinistra. La dittatura sotto qualunque mascheramento
si nasconda è sempre antitetica alla democrazia.
Credo a questo punto che si debba fare qualche chiarimento sul sistema di valori,
principi e idee guida che definiscono la democrazia stessa, principio base tanto
per l'auspicabile polo moderato di centrodestra tanto per l'auspicabile polo
moderato di centrosinistra. Chiarimento necessario specie in questo avvio di
seconda modernizzazione epocale in cui, oltre al capitale economico, c'è da
fare i conti con il capitale culturale e con quello sociale o relazionale. Di
fronte alla società complessa diventa estremamente difficile catalogare
l'azione politica del polo conservatore rispetto a quella del polo progressista.
Paradossalmente, ma non troppo, il centro destra si è aggiudicato nella
maggioranza dell'opinione pubblica la qualifica di innovatore (mediante l'uso
propagandistico massiccio della comunicazione audiotelevisiva e martellamento
continuo di immagini e slogan ad effetto mediante manifesti cubitali in ogni
angolo di strada). Di portatore di cambiamento in senso di liberalizzazione e
ammodernamento del groviglioso apparato statale, non più vissuto dal cittadino
come rete di sicurezza ma come vincolo incatenante. Poco importa se ogni mirabolante
promessa in realtà non sarà poi mantenuta. Dobbiamo constatare
che il polo di centrodestra le elezioni le ha stra-vinte.
Se Berlusconi fosse riuscito a snellire e à e semplificare l'apparato
burocratico statale e riuscire a far funzionare i servizi pubblici in termini
di qualità ed efficacia, senza minare le basi solidaristiche che la carta
costituzionale italiana garantisce a tutti,chi avrebbe potuto obiettare ? Ma
non era questo il suo obiettivo, anzi lo Stato doveva diventare sempre più una
palla al piede della società e all'impresa così si poteva buttare
in un angolo a dare il via al "laissez faire" liberista di ottocentesca
memoria.
Creare poi un sistema liberistico senza più rete di sicurezza statale
per i ceti più deboli e lasciarli assistere dalla beneficienza cattolica
e con lo sfruttamento estremo del lavoratore dipendente - ma precario - (come
tendenzialmente esiste oggi negli USA), liquidazione dello stato sociale, Al
momento, a parte alcuni atti del governo Berlusconi decisamente in difesa della
criminalità d'alto bordo, per il resto è ancora troppo difficile
stabilire l'ultima meta del cavaliere.
La cultura politica per rispondere ai nuovi bisogni materiali e immateriali, è quella
della libertà (principio cardine del sistema liberaldemocratico) e quindi
ci occuperemo alla luce di questo concetto di definire in positivo i connotati
e i denotati del polo progressista-riformista e per contrasto, gli elementi connotativi
del polo conservatore(posto che restino nell'alveo democratico). Facendo notare
che alcuni valori e principi comuni ai due schieramenti hanno una base comune
che risale alla rivoluzione francese e per qualche verso anche prima.
Oggi ottimizzare il modello socialdemocratico essenzialmente vuol dire mettere
al centro del sistema la persona umana (ma questa intesa come soggetto attivo
che pensa liberamente in scienza e coscienza. S tratta in sostanza di dare più spazio
alla sfera delle libertà individuali,fornendo al cittadino opportunità di
sviluppo della personalità, aumentare i gradi di libertà, per consentirgli
la realizzazione dei propri desideri e la possibilità di manifestare la
personale creatività e espressività corporea. In un clima di sicurezzapubblica
e di giustizia sociale.
La Pubblica Sicurezza in Democrazia è bene da tutelare sopra ogni altro
valore. Però "C'è chi usa la sicurezza per spingere all'intolleranza,
c'è invece chi crede che lasicurezza sia alla base della libertà." (Nando
Dalla Chiesa)La struttura statalista (centralistica) che si avvia a sciogliersi
nel modello federalista (regionalizzazione) dovrà porsi veramente al servizio
del cittadino. Oltre ai tradizionaliservizi finalizzati a dare riposte ai bisogni
di salute, istruzione, deve sollecitare laformazione permanente del cittadino
per il perseguimento del suo benessere e dell'autorealizzazione.
Sburocratizzazione delle procedure, sfoltimento delle leggi, agevolare e non
contrastare (come succede attualmente) il cittadino nel corso della sua affermazione
in ogni campo della vita: familiare, lavorativa, ricreativa, culturale, sportiva,
ecc.
Ecco perché è stato ritenuto che il tema della cultura politica
non possa essere disgiunto da quello del diritto del cittadino.
Un sistema di principi, valori e idee guida che la politica deve avere sempre
ben presente serve poi a definire in termini coerenti il sistema di istituzioni
e servizi che sono al servizio del cittadino.
Un accenno alla cosiddetta società civile.
Dalla Stampa del 15/12/2001 Gigi Padovani diceva che sulla società civile
i politici danno diverse definizioni (Immagini di società civile, Edizioni
Fondazione Agnelli). Chi come D'Alema generalizza "E' l'insieme delle persone,
delle relazioni, delle attività, delle relazioni che si sviluppano al
di fuori della sfera statale."
Quale migliore presentazione dei nostri due pensatori a cui abbiamo voluto dedicare il nostro Circolo di cultura politica se non quella di Norberto Bobbio (La Stampa 21/12/2001)
Il ricordo che ho di Calogero è quello di una bella amicizia, ma prima di tutto di una profonda, straordinaria, ammirazione: di quell´ammirazione che si prova di fronte ad un maestro. Mi viene subito alla mente quel disegno di Renato Guttuso che documenta anche il mio ingresso nell´antifascismo attivo, era il 1939. Prima a Camerino, dove dal 1935 ero docente di filosofia del diritto, poi a Siena, dove insegnavo, dopo aver vinto il concorso, dalla fine del 1938, avevo iniziato a frequentare le riunioni del movimento liberalsocialista, animato da Calogero e da Aldo Capitini. Il disegno di Guttuso, allora giovane e promettente pittore, rappresenta la testimonianza di una di queste riunioni: siamo raffigurati io, Umberto Morra (proprietario della villa presso Cortona dove spesso si tenevano le nostre riunioni e che ci presentò lo stesso Guttuso), Cesare Luporini (che poi divenne comunista), Capitini e, appunto, Calogero con il dito alzato. Entrambi tengono un libro in mano: su quello di Calogero si legge Liberalismo sociale, su quello di Capitini Non violenza. Dell´artefice del disegno si vede la nuca. La prima volta che vidi Calogero fu nel 1933, a Roma, ad un Congresso hegeliano. Presiedeva Giovanni Gentile, che tenne il discorso d´apertura, Calogero era fra i relatori ed io ero fra il pubblico. Mi impressionarono la sua bravura, la sua intelligenza, il suo sguardo. Eravamo entrambi molto giovani (io avevo ventiquattro anni, lui era di soli cinque anni più grande di me), ma rimasi stupito dalla sua maturità: era giovane d´età, ma sembrava un uomo "già arrivato". Questo aspetto destava grande e profonda ammirazione in noi aspiranti studiosi. Calogero aveva un viso "aperto" e i suoi occhi esprimevano, per così dire, quella volontà di discussione che ne faceva un "maestro del dialogo". Non è un caso che i ragazzi della Federazione giovanile del Partito d´Azione si rivolgessero a lui per farsi chiarire la struttura e il senso delle principali regole della discussione democratica, per essere educati alla procedura, nella fase in cui la dittatura fascista sembrava realmente potersi sostituire con un nuovo ordine. I diversi interventi apparvero, in un primo momento, su quello che era il giornale del Partito d´Azione, l´Italia libera. Calogero era dunque per noi più giovani un simbolo, un esempio da ammirare e possibilmente da seguire. Era diventato professore universitario molto presto. Oltre che essere di una intelligenza precoce aveva una grande capacità di apprendere: si era dedicato alla filosofia, ma avrebbe potuto insegnare lettere classiche; oltre al latino, sapeva benissimo il greco, lo leggeva perfettamente: del resto fu traduttore di opere come il Simposio e il Critone. Dimostrava una straordinaria facilità di apprendimento: oltre al greco, conosceva in modo approfondito il tedesco e sapeva anche l´inglese. Non so quando l´avesse studiato, ma lo parlava correntemente, tanto che nel 1950 fu chiamato a dirigere l´Istituto italiano di Cultura a Londra.
Era un uomo di un´intelligenza estremamente rapida. Cominciò prestissimo a scrivere: poesie, recensioni, apparse queste ultime sul Giornale critico della filosofia italiana diretto da Gentile. Compose la sua prima opera molto giovane, nel 1927, a ventitré anni: i Fondamenti della logica aristotelica, che ampliava e rielaborava la sua tesi di laurea (discussa nel 1925); ma il suo primo scritto risale a qualche anno prima, al 1923, ed era dedicato a Pindaro, l´autore al quale Calogero, giovane studente di filologia classica presso l´Università di Roma, pensava di dedicare la tesi; questo prima di conoscere Gentile e dedicarsi agli studi filosofici.
Dimostrava una precocità fuori dal comune nell´imparare le cose difficili, la logica, le lingue straniere, antiche e moderne. Tutto questo ci affascinava e ce lo faceva vedere, appunto, come un maestro. La sua sfortuna fu che così come aveva iniziato molto giovane finì il suo cammino di studioso non vecchio: ricordo benissimo quando la sua intelligenza cominciò a deperire, a degenerare. Mi vengono alla mente i colloqui che ebbi con sua moglie, Maria Comandini, e il racconto delle sue difficoltà. I suoi ultimi libri risalgono alla fine degli Anni Sessanta, per quanto poi continuasse a scrivere su periodici, riviste e quotidiani. Gli anni precedenti alla sua scomparsa furono terribili, si era appannata la sua intelligenza.
L´incontro con Capitini
A quel periodo risale anche la mia conoscenza dell´altro ispiratore del liberalsocialismo: Aldo Capitini. Prima di insegnare a Siena, come accennato, ero professore a Camerino. E ricordo di esserlo andato a trovare a Perugia, nel momento in cui stava per pubblicare il libro che lo rese noto, Elementi di un´esperienza religiosa, che è del 1937, mentre il libro di Calogero, altrettanto fondamentale per la mia generazione, La scuola dell´uomo, è del 1939. Questi sono i due libri che rappresentano come dire un precorrimento, una specie di anticipazione, di quella che era la lotta politica antifascista clandestina, che però si manifestava nelle opere scritte, con molta cautela come dimostra il titolo del libro di Capitini, che in realtà celava una trattazione strettamente politica. Capitini e Calogero furono due figure assolutamente centrali per la mia formazione e per il mio ingresso nell´antifascismo attivo. E tuttavia erano personaggi molto diversi fra loro.
Veniamo alla sintesi delle motivazioni che attualmente hanno determinato la scelta del nome del circolo.
Maggio 2006, siamo al Governo come UNIONE e finalmente si può ragionare
sul collante ideologico che l’UNIONE si deve dare per non essere soltanto
un cartello elettorale.
La faciloneria con cui si pensa di costruire il Partito Democratico è il
primo dei pericoli che deve essere assolutamente evitato.
Quindi occorre individuare l’anima politica dell’intera UNIONE
e riuscire a fare sintesi. Resteranno logicamente fuori frange degli arcaici
pensieri politici totalizzanti, quali cattolicismo, comunismo,e liberismo,
fascismo, leghismo e in generale tutto l’insieme che passo sotto l’attuale
spuria concezione neo-teo-con-lib. Quello che importa è l’individuazione
del collante ideologico del nucleo che deve tenere assieme l’UNIONE in
via continuativa con la prospettiva di reggere per almeno mezzo secolo. Tale è il
tempo minimo che prevede il governo politico della globalizzazione
Noi pensiamo che questo collante ideologico non possa altro che essere ricercato
nel filone laico-liberalsocialista, nel filone dei Movimenti che promuovono
concrete politiche per la pace e dei diritti umani e di quello del movimento
ecologista.