Lo spunto per fare questo necessario chiarimento è partito dalla lettura della recensione di Roberto Barzanti al recente libro di Michael Walzer “The Struggle for e Decent Politics.On 'Liberal' as an Adjective.” (traduzione letterale in italiano: La lotta per una politica decente. Sul "liberale" come aggettivo.
Titolo liberamente tradotto in italiano con “Che significa essere liberale.” Raffaello Cortina Editore. Milano 2023.
Nulla da eccepire sulla recensione decisamente fedele su quanto esposto da Weltzer, d'accordo sulla sua fondamentale importanza della storica “lezione liberale” resta però il disaccordo sulla sentenza liquidatoria del liberalismo di Weltzer riportata nella descrizione del libro:
Adesso "liberale" non descrive una specifica ideologia, bensì una posizione morale. Il termine perciò si comprende meglio come aggettivo anziché come sostantivo: si può essere un "democratico liberale", un "nazionalista liberale", un "intellettuale liberale".>
Liberale, ovvero il benefico lascito virtuoso del liberalismo originario laicamente inteso di libertà individuale al di sopra di religioni, di comportamenti e stili di vita e limitazione del potere statuale e politico che però nell'attuale fase storica non sembra godere di buona salute.
Inoltre quello che c'è da contestare a Waltzer è l'omissione della successiva mutazione da liberalismo a liberalismo economico (liberismo) quello di ottocentesca memoria del “laissez faire laissez passer” con spazio circoscritto e ancora subordinato alla compiacenza del potere statale delle monarchie dell'epoca e poi nella seconda mutazione tumorale degenerativa del “turbo” neoliberismo di fine Novecento che diventato in Occidente potere supremo agli stessi Stati e che solo di recente sembra cominciare a mostrare qualche smagliatura di sistema, ma che in nome della difesa dei valori liberali è stata prontamente sostituita da pulsione egemonica imperialista USA-Nato.
Eppure il liberalismo o pensiero liberale resta in radice l'antidoto di qualsivoglia totalitarismo fosse anche quello neoliberista.
Dal liberalismo si genera lo STATO LIBERALE, una forma di Stato che si pone come obiettivo la tutela delle libertà e dei diritti inviolabili dei cittadini attraverso una Carta Costituzionale che riconosce e garantisce tali diritti fondamentali e sottopone la sovranità dello Stato ad una ripartizione dei poteri: nel nostro paese ad esempio, la Costituzione prevede che i tre poteri, quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario, siano affidati ad organismi specifici e differenti (per evitare la concentrazione dei poteri che aveva invece caratterizzato la dittatura fascista). Come si è visto, tale tipologia di stato, fu instaurata in Inghilterra con la Gloriosa Rivoluzione, negli Stati Uniti e in Francia in seguito alle rispettive rivoluzioni settecentesche, e nel resto d’Europa con le rivoluzioni liberali.
Secondo il filosofo Benedetto Croce, il liberismo è un concetto inferiore e subordinato a quello di liberalismo, tant’è che il liberismo è anche detto liberalismo economico: va da sé che si possa dunque essere liberisti senza essere liberalisti.
Tuttavia bisogna precisare che il liberalismo può contenere in sé il liberismo, ma non è universalmente confermato che ciò sia necessario.
Infatti, il liberalismo, si può definire come la continua lotta per la limitazione del potere in tutte le sue forme: talvolta vi possono essere momenti della storia in cui il potere da limitare sia proprio il potere dell’economia, ed è proprio questo il caso in cui il liberalismo non desume il liberismo.>
(https://medium.com/ma-p-ga-va-zine/liberismo-e-liberalismo-1161ab24c321)
Orbene in punta di liberalismo, è proprio ora il momento della storia in cui il potere da limitare sia il neoliberismo ovvero il potere economico dell'economia altrimenti detto finanzcapitalista (Gallino).
La lezione magistrale di Weltzer sull'aggettivazione di liberale, tanto suffisso tanto prefisso (es. liberaldemocrazia) sempre congiunto al principio di laicità, l'antidoto che stempera in senso moderato il “grumo” fondamentalista di qualsivoglia ideologia, religione, culture e tradizioni, regime politico e preserva la persona umana da qualsivoglia ingerenza nella sfera della libertà individuale e altresì apre una fessura sul possibile dialogo all'interno di regimi teocratici (es. Arabia Saudita, Iran e Afganistan) e all'esterno (sempre per es. Afganistan), ma che consente soprattutto il dialogo a livello mondiale tra rigurgiti della presunta supremazia imperalista da parte di USA, Russia e Cina.
La lezione liberale dovrebbe essere lezione da osservare primariamente dagli stessi USA, per altro iscritta nella stessa Costituzione liberale, al fine di smettere la vocazione suprematista su tutti gli Stati del mondo e predisporsi liberamente al multilateralismo con riconoscimento di ONU a sovraintendere per cooperazione e pacifica convivenza tra gli Stati.
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