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STANNO UCCIDENDO L'UNIVERSITÀ!

 

Per salvare e rilanciare l’Università Settimana nazionale (dal 18 al 23 novembre) di mobilitazione e discussione in tutti gli Atenei - A lezione discussione con gli studenti Gli Organi di Ateneo si pronuncino

DATA

21/11/2013

LUOGO

Genova - Università Aula Magna - via Balbi 5

STANNO UCCIDENDO L'UNIVERSITÀ!
 
Per salvare e rilanciare l’Università  Settimana nazionale (dal 18 al 23 novembre) di mobilitazione e discussione in tutti gli Atenei  -  A lezione discussione con gli studenti
Gli Organi di Ateneo si pronuncino
 
A Genova, assemblea generale (tutti!)  giovedì 21 novembre, ore 17, aula Magna (Via Balbi 5)
 
Lo smantellamento del Sistema universitario pubblico italiano in corso da anni sembra ormai giunto allo stadio finale: la situazione degli Atenei statali non è stata mai così drammatica.
L'Università tutta è sotto attacco e a essere pesantemente danneggiati non sono solo coloro che vi lavorano e vi studiano, ma l'intero Paese, che rischia di perdere lo strumento principale per la sua crescita culturale, sociale ed economica e di arretrare anche sul piano della sua tenuta democratica.
Contro la cancellazione dell'idea stessa di una università qualificata, democratica, diffusa nel territorio e aperta a tutti, occorre che tutte le componenti universitarie (studenti,  precari, tecnico-amministrativi,  lettori-cel,  ricercatori,  professori) rispondano in tempo e unitariamente, rigettando la logica del “tutti contro tutti”. Una logica a cui vorrebbero portare coloro che in tutti questi anni hanno imposto tagli sempre crescenti e ormai mortali, norme che uccidono il diritto allo studio, bloccano il ricambio generazionale dei docenti-ricercatori, attribuiscono poteri immensi ai rettori che sempre più stanno assumendo il ruolo di “commissari liquidatori “ degli Atenei. Insomma, si vuole tornare a una Università di élite, frequentata solo da chi se lo può economicamente consentire.
Con la scusa dell'autonomia responsabile, della meritocrazia e della competizione, si vorrebbero nascondere i tagli, lo svuotamento del diritto allo studio, l'espulsione di migliaia di lavoratori precari, l'azzeramento della ricerca, il blocco delle carriere e delle retribuzioni.
Gli studenti sono il principale bersaglio di questo piano di devastazione dell'Università: calano le immatricolazioni e aumentano i corsi a numero chiuso, si aumentano le tasse mentre si riducono i fondi per le borse di studio, gli alloggi e le biblioteche, si restringe e si dequalifica l'offerta formativa. E tutto questo accompagnato dalla crescente volontà di cancellare il valore dei titoli di studio, abolendo il valore del voto di laurea e introducendo anche all'Università gli inaffidabili e fallimentari test TECO-INVALSI.
I docenti-ricercatori precari, che danno un notevole contributo allo svolgimento della ricerca e della didattica, svolgendo spesso gli stessi compiti dei docenti di ruolo, sono stati tenuti in uno stato di incertezza e di subalternità (condizioni opposte a quelle ritenute necessarie anche dalla Comunità europea) e per loro non è previsto alcun serio sbocco nella docenza di ruolo e solo ad alcuni di loro si offre di prolungare il loro stato di precarietà.
I lettori-cel, che svolgono compiti di docenza ancora più importanti nella prospettiva della internazionalizzazione ,  sono  sempre  più  vittime  del  tentativo  di  far  cassa  esternalizzando  e
dequalificando il loro ruolo, arrivando in qualche caso anche a essere licenziati.
Anche per i tecnico-amministrativi è aumentato il carico di lavoro per il blocco del reclutamento e anche a loro è stata bloccata la retribuzione, con il mancato rinnovo dei contratti e con la messa in discussione di una parte del salario (cosiddetto “accessorio”).
I docenti di ruolo, professori e ricercatori, vedono sempre più aumentare il proprio carico di lavoro e diminuire i fondi per la ricerca e la didattica, mentre la loro retribuzione è stata bloccata. Anche le promozioni sono state bloccate con la farsa delle abilitazioni nazionali, ridicolizzate da una gestione maldestra e pasticciata da parte del Ministero e dell'ANVUR, con l'indubbio risultato di marchiare i non abilitati (“disa-abilitati”) e di ammucchiare gli abilitati in liste in attesa di una chiamata che dipenderà dalla (in)disponiblità dei fondi e dalla volontà degli Atenei.
Tutto questo può spingere alla logica del “tutti contro tutti”, nella speranza di scamparla da soli: il singolo ateneo, la singola struttura, la singola categoria, il singolo. Al contrario, solo se si uniscono tutti coloro che lavorano e studiano può realizzarsi un'efficace opposizione al progetto di demolizione dell'Università italiana e si può rilanciare questa Istituzione, strategica per l'intero Paese.
Per questo le Organizzazioni universitarie rivolgono un pressante APPELLO a tutta la Comunità universitaria a incontrarsi e a discutere in tutti gli Atenei durante la settimana di mobilitazione (18-22 novembre), per arrivare a una grande MANIFESTAZIONE nazionale entro quest'anno.
Bisogna che tutti prendiamo consapevolezza dello stato drammatico nel quale è stato ridotto il Sistema universitario e della necessità e urgenza di forti iniziative unitarie per il necessario rilancio dell’alta formazione e della ricerca.
Le Organizzazioni universitarie invitano anche tutti i docenti a discutere con gli studenti sulla drammatica situazione delle Università italiane, dedicando a questo tema una parte delle loro lezioni, e chiedono a tutti gli Organi degli Atenei di pronunciarsi sullo stato dell'Università.
 
ADI, ADU, ANDU, ARTeD, CIPUR, CISL-Università, CNRU, CNU, COBAS-Pubblico Impiego, CoNPAss,  CSA-CISAL Università, FLC-CGIL,  LINK,  RETE29Aprile,  SNALS-Docenti, SUN-Universitas News, UDU, UGL-INTESA FP, UIL RUA

Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .