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EVENTI

TITOLO

ELOGIO DELLA FRATERNITA' intervento di Luigi Fasce 1° Congresso provinciale di Sinistra Ecologia Libertà - Genova

 

DATA

16/10/2010

LUOGO

Genova - Circolo Ricreativo Autorità Portuale

ELOGIO DELLA FRATERNITA'
intervento di Luigi Fasce
Compagne e compagni,
in ossequio di Guido Calogero, filosofo del dialogo e di Aldo Capitini, gandiano nonviolento degli anni 30, ideatore della religione universale, padri del liberalsocialismo uniti nella resistenza al fascismo, a cui ho dedicato il circolo (www.circolocalogerocapitini.it), vi voglio parlare della Fraternità, il terzo dei principi valoriali - laici - della rivoluzione francese.
Della libertà
ne stiamo subendo attualmente gli esiti letali, trasformata nel lato oscuro in liberismo è diventata vera e propria espropriazione della libertà fatta da una non più dalla “classe borghese”, bensì dalla Spectre l'Internazionale capitalista, una ristretta oligarchia plutocratica mondiale, che sappiamo dai libri ha impoverito il 90% dell'umanità all'insegna di “competition is competition”. Dovremmo aggiungere, competizione sleale, costantemente sleale. Qualche esempio, di casa nostra. Le attività commerciali della chiesa cattolica che da un lato pretendono l'esenzione dell'IVA dello loro attività commerciali e dall'altro si foraggiano con l'8 per mille delle nostre tasse, Le attività bancarie e finanziarie e le speculazioni edilizie. Alienazione. Siamo di fronte alla scissione della mente. Dalla parte morale della mente che funziona secondo i principi di carità e fratellanza cristiana sentiamo invocare povertà e altruismo e dall'altra parte (la mano destra non sappia cosa fa la sinistra) si attuano le pratiche che cercano l'utile d'impresa ma senza “dare a Cesare quel che è di cesare”.
Dunque anche il principio valoriale di Libertà, prezioso fondamento per ogni
diritto civile, libertà di religione, pensiero, parola, sessuale, di genere, ecc., ecc., da benefico dottor Jekill, si trasforma in malefico mr Hide quando imperversa nel campo economico.
Dell'uguaglianza
Principio base del comunismo che doveva rendere tutti uguali, senza previlegio alcuno da parte di chichessia. Prendiamoci con le armi i mezzi di produzione ma anche la proprietà privata è un furto. Tutto è di proprietà dello Stato, lo stato è del popolo, il popolo lo rappresenta il partito comunista. Il sistema comunista è stato realizzato in URSS per circa 70 anni e 30 in Cina.
In Albania negli anni 80 anche i carretti di bibite (un'unica marca) erano statali.
Dopo il fallimento del sistema ne abbiamo visto i desolanti esiti. Mia figlia di ritorno l'altro ieri da Sofia in Bulgaria ha detto “c'era il comunismo, ora non c'è più nulla”. Sofia è una città sconvolta come ci fosse stato un bombardamento aereo, in piena città tombini scoperchiati, marciapiedi sconvolti.
Un paradosso solo si pensi che stiamo parlando di beni comuni essenziali alla vita quotidiana dei cittadini. Pare che nelle guide turistiche ci sia scritto “Non è città per turisti disabili”. Evidentemente non è bastato un secolo di comunismo per fare introiettare nella coscienza delle persone il valore del bene pubblico. O forse sono le condizioni economiche del Paese che non consentono nemmeno la manutenzione delle strade. Ma ora cosa dovremmo fare noi della sinistra europea con tutti ex Paesi satelliti (Bulgaria, Romania, Ungheria, ecc.) lasciarli al loro destino in adorazione del totem competizione ? Penso proprio di no. Cominciamo a non girarci dall'altra parte e mandare dei nostri osservatori della sinistra europea tanto dirigenti politici tanto deputati (PES, Sinistra, Verdi) in quei Paesi e cominciare a predisporre piani economici per andare in loro aiuto. Con le nostre protezioni civili non dobbiamo mobilitarci solo in caso di contingenti disastrose calamità naturali, dobbiamo mobilitarci anche di fronte a perduranti sconvolgimenti sociali come sta avvenendo in questi paesi europei fratelli.
Perché ciò avvenga dobbiamo cominciare abbandonare l'adorazione del totem malefico della competizione e rivolgere le nostre attenzioni ad un altro totem, stavolta benefico, quello della Fraternità.
Della fraternità
del terzo principio valoriale di Fraternità sembra oggi essersi perse le tracce. Le ha cancellate l' individualismo con la sua brama di consumare sempre di più, più velocemente, spasmodicamente.
Eppure tutte le cooperative agricole, artigianali, le società di mutuo soccorso contadine e operaie dei primi del novecento annientate dalla furia fascista al soldo di monarchia e capitalismo terriero e industriale, non erano forse sorte all'insegna della Fraternità ? Una lettera tra compagni si concludeva sempre con Fraterni saluti. O, l'ultimo dei giapponesi socialisti, “fraterni saluti” lo scrivo ancora soltanto io ?

A questo proposito mi pare che alla Fraternità rimandi, seppure indirettamente, il nostro manifesto/DNA
“Sinistra ecologia e libertà” guarda alla rivoluzione più grande, che ribalta il sistema dei valori oggi dominante:
dallo spirito della guerra alla cooperazione e all’empatia;
dalla competizione alla convivialità,
dal primato dei beni materiali alla conoscenza, alla cultura, all’arte.”
In nome della fraternità dobbiamo confutare con estrema determinazione il concetto di competitività e sostituirla con quella di cooperazione economica.
Peccato che il nostro carismatico leader poeta non abbia esplicitato con maggiore enfasi le radici della Fraternità di questi valori identitari appena accennati “cooperazione e empatia” (è fresco fresco il libro di J. Rifkin La civiltà dell'empatia) che mi sembra autore autorevole appogio al mio elogio alla Fratellanza. Eccone il breve riassunto.


Comunque declinato, il principio di Fraternità, a mio parere deve assumere assoluta centralità, chiave di volta, che leghi Libertà (che caratterizza il pensiero liberale) a Uguaglianza (che caratterizza il pensiero della sinistra – Bobbio docet). Perchè, forse, la Fraternità diversamente che la Libertà e l'Uguaglianza non presenta in sé pericolosi lati oscuri e esorcizza quelli degli altri due.
Con la stella polare della Fraternità possiamo considerare unica comunità dell'intero globo terraqueo, ahimè sempre più piccolo e inquinato, composta da esseri viventi (umani, animali, piante) e dunque riavviare quell'opera di cooperazione globalizzata per salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale determinata dal turbocapitalismo globalizzato.

In base al principio di fraternità i beni comuni – acqua aria – sono veramente di tutti. L'acqua di un pozzo in Africa come la fontanella nelle nostre pubbliche piazze è veramente di tutti gli assetati.

La fraternità si declina in cooperazione tra pubblico e privato badando però che al pubblico (Stato o Enti Locali) sia riconosciuto il primato dell'intervento nei settori industriali strategici di interesse collettivo, energia, infrastrutture, logistica, trasporti, comunicazione, ecc.

La competizione come principio guida può continuare a spingere “gli animal spirits” in ampi settori dell'economia ma anche questi devono essere tenuti d'occhio dal potere pubblico. Pensiamo solo alla tutela del consumatore per prodotti alimentari, ecc. Insomma, tutto quanto come previsto dal titolo terzo parte economica della nostra saggia Carta Costituzionale.
La competizione può trovare il suo campo elettivo nello sport, utile per rendere innocua la carica aggressiva che sgorga istintiva dal nostro cervello rettiliano, ma lo sappiamo, anche in questo caso, sono indispensabili le regole del gioco a cui attenersi. Sono proprio i vincoli delle regole imposte all'aggressività che co-stringe la mortifera lotta di sopraffazione a sublimarsi in sportiva lotta giocosa.

La fraternità diventa solidarietà in campo sociale, meglio, per la dignità della persona se trasformata in diritto sociale all'istruzione, alla salute, all'assistenza sociale, alla sicurezza sociale.

In ossequio al principio di Fraternità si può costruire la pace, per un mondo primariamente denuclearizzato, senza guerre epocali.

La fraternità in campo economico prima o poi, più prima che poi, vista l'urgenza che abbiamo dopo la crisi economico finanziaria attualmente ancora in atto, si deve declinare in cooperazione – all'interno dei luoghi di lavoro – privilegiando il lavoro rispetto alla rendita, e promuovendo politiche economiche coordinate prima tra gli Stati all'interno dell'Unione Europea e poi – questa si che è buona pratica da esportare, in Africa, medio Oriente, Oriente, Americhe e Australia.



Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .