Davanti ad un pubblico numeroso e attento, martedì 15 luglio presso la Società di Letture Scientifiche a Palazzo Ducale, il professor Gianni Marongiu ha parlato delle novità della legge finanziaria del governo, accompagnate dalle considerazioni politiche. L’incontro era stato promosso dal Circolo PD Portoria Carignano e dal Movimento dei Repubblicani Europei. In apertura del dibattito sulle misure di politica economica, Marongiu ha tenuto a precisare che le sue considerazioni sono politiche e non partigiane; come spesso si intendono le prese di posizione: ‘Sono politiche nel senso del confronto, senza accuse denigratorie non essendo presenti in questo caso gli avversari, ed io cultore del diritto mi guardo bene dal fare’.
Gianni Marongiu ha esordito dicendo che la tematica economica è per l’attuale maggioranza più delicata che quella della Giustizia; mentre sulla Giustizia il governo trova un accordo, per le questioni finanziarie, le cui negatività delle scelte si ripercuotono nella nostra quotidianità con i prezzi, i salari, i servizi, la tenuta parlamentare è più difficile; infatti di legge finanziaria si parla meno.
Marongiu è quindi partito dall’intervista del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, rilasciata alcuni giorni fa al Corriere della Sera in cui, dopo una analisi condivisibile dell’attuale stato economico dell’Italia, rimangiandosi molte cose sostenute nel 2001, dice in conclusione che in cassa non c’è un euro.
Marongiu spiega che il problema principale dell’Italia, e non per colpa degli ultimi governi, è il debito pubblico accumulato tra il 1980 e il 1994: anno in cui si registrò il massimo debito storico che toccò il 120%. In Italia abbiamo un debito pubblico che si mangia 30 miliardi di euro l’anno: pari a due normali finanziarie.
La priorità dei governi passati è stata l’abbassamento del debito; in sostanza si doveva continuare a pagare, con gli interessi, chi aveva prestato i soldi all’Italia. ‘Per quel che si dica di male di Prodi, egli aveva raggiunto l’obiettivo di riportare in soli due anni del suo governo, il debito al 104%; ovvero al livello del 2004, poiché con Berlusconi in due anni, lo aveva fatto crescere fino al 106,80%’.
Il governo per Marongiu sull’economia ha esordito male: non si può levare l’Ici, togliere una tassa locale in una manovra finanziaria generale; bisognava lasciare la scelta alle amministrazioni locali. Questa tassa si pagherà poi sotto un’altra forma. Poi i precedenti di Tremonti, il quale ha già cambiato idea diverse volte, non fanno sperare bene. A questo proposito vengono ricordate le colpe date dagli insuccessi finanziari del governo passato: colpa delle Torri Gemelle, colpa dell’Euro, colpa della Cina…’io chiamo questo dare la colpa sempre ad altri, “l’altrismo”. Non è un bel segnale. Toglie la responsabilità’.
Il debito pubblico ora torna a risalire e con questo non c’è speranza di risanamento. Il debito deve essere ripagato e quello che è stato mangiato prima va rifuso. Per questo motivo la relazione di Marongiu non si è addentrata nel Dpef (documento di programmazione economica finanziaria) dell’attuale governo, ma è andato al nocciolo della questione debito dicendo che noi siamo condannati a pagare i debiti passati e la recessione è inevitabile perché non si trovano le risorse per gli investimenti: il mezzo per crescere. Ma come trovare le risorse? Se dobbiamo pagare gli interessi del debito, come trovare i soldi necessari a migliorare la vita dei cittadini? Ad abbattere le tasse? a far funzionare i servizi?
Per Marongiu una risposta c’è e si augura che il Partito Democratico si faccia forte per delle proposte fondanti una svolta riformista con il recupero dello stato etico politico. Le scelte di responsabilità e coscienza sono quelle che pagano.
Sì, per Marongiu esistono le risorse a costo zero per ripartire: ‘sono risorse recuperabili in ogni luogo dove posiamo lo sguardo, in ogni anfratto. Basta raccoglierle’; sono risorse che deriverebbero dalla lotta all’evasione fiscale conteggiata in 330 miliardi di euro -4 volte la media europea-; la lotta alla corruzione, le varie mafie, a ndranghete e corone unite che ‘controllano il territorio e tassano loro con il pizzo per cui chi paga quello poi non paga lo Stato’; l’esclusione della ‘tassa burocratica’ –quella che ci fa fornire 8 documenti, invece di 3 come ogni stato europeo, per aprire una attività; il recupero dell’assenteismo nel lavoro, ‘che è come una evasione fiscale, dove si prende uno stipendio senza lavorare’; la certezza del diritto, la giustizia civile, per cui non bisogna attendere 10-2 anni per una sentenza civile: ‘le imprese che vogliono investire in Italia tengono presente questo dato negativo e molte scappano per quello’…
La corruzione è poi un capitolo dolente, ma è molto rappresentativo dell’andamento economico: chi ha meno corruzione ha proporzionalmente più sviluppo economico. La corruzione significa servizi scadenti, inefficienza amministrativa, mancanza di controlli, perdita di diritti.
In conclusione Gianni Marongiu lancia un appello appassionato: ‘La prima risorsa da recuperare è quella dello Stato nato dalla Costituzione repubblicana, lì potremo trovare lo spirito etico-politico per risollevare l’Italia dalla palude in cui è sprofondata’. Un invito nell’anno in cui la nostra Costituzione compie 60 anni.
La serata è stata molto interessante e le riflessioni, come gli spunti prodotti, saranno utili per prossimi incontri del nostro circolo PD di Portoria-Carignano.
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