www.circolocalogerocapitini.it

ECOLOGIA

TITOLO

L’eredità del Papa, i punti cardinali per una giusta transizione ecologica – Livio De Santoli, (il manifesto L'EstraTerrestre n.18 anno VIII 01.05.

DATA PUBBLICAZIONE

01/05/2025

LUOGO

lil manifesto L'EstraTerrestre n.18 anno VIII


Ambientalismo Per capire fino in fondo l’opera rivoluzionaria di Papa Francesco occorre
riferirsi al significato di ecologia integrale.
Per capire fino in fondo l’opera rivoluzionaria di Papa Francesco occorre riferirsi al
significato profondo di ecologia integrale. Ambiente, società, economia, cultura, politica
sono tutti aspetti di un unico grande tema che non può essere considerato per parti
distinte. Ad esempio, l’affermazione: «Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato
richiedono un’analisi del funzionamento della società, della sua economia, del suo
comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtà» (n.129 dell’Enciclica Laudato Si),
implica una attenzione al tutto, in netto contrasto con la parcellizzazione novecentesca
delle competenze e delle azioni. La frammentazione del sapere semplifica e non assolve la
sua funzione trasformatrice.
Nell’Esortazione Laudate Deum, otto anni dopo Laudato Si, Papa Francesco fa un bilancio di
un pianeta sempre più sofferente e delle inascoltate esortazioni per la cura della «nostra
casa comune». La transizione «giusta» chiedeva una energia finalmente pulita e distribuita,
capace di occuparsi di giustizia sociale in un modello in cui anche l’energia potesse essere,
con la sostituzione «senza indugio» delle fonti fossili con le fonti rinnovabili, accessibile a
tutti. Una strada ancora troppo piena di ostacoli.
Egli dice che il cambiamento climatico non è solo quello che descrivono gli scienziati, ma è
un problema sociale globale relativo alla dignità della vita umana, perché «la nostra cura
per l’altro e la nostra cura per la Terra sono intimamente legate».
Il cambiamento climatico è la grande sfida della società contemporanea che presuppone
modalità radicalmente diverse: gli effetti del cambiamento climatico sono subiti dalle
persone più vulnerabili, i poveri, i rifugiati ed i migranti e confermano come il degrado
ambientale è soprattutto degrado sociale. E’ possibile elencare i caratteri per vincere
questa sfida.
Punto 1, l’economia. Le responsabilità del neoliberismo sul degrado del pianeta sono note.
Esso sostiene che il mercato offre dei vantaggi che non potrebbero mai essere offerti dalla
pianificazione dell’economia. La competitività viene messa a servizio del profitto.
La
disuguaglianza quindi diventa una caratteristica accettabile, perché il mercato premia pochi
individui, e ne trascura tanti. Ma liberarsi da questo modello può essere fatto solo in una
visione integrata, dove la «nostra casa comune», vero senso dell’interesse verso il bene
comune, si contrappone al profitto fine a se stesso. Il Papa diceva spesso che la crescita economica, se non accompagnata da giustizia, non può essere definita sviluppo.
Punto 2, il lavoro. Papa Francesco crede che milioni di persone perderanno il lavoro a causa
delle varie conseguenze del cambiamento climatico, altro che per la crisi di occupazione
fossile; che il clima non è una questione che interessi ai grandi potentati sempre più
feudali, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo
possibile; che esista una stretta relazione tra la vita dell’uomo con quella dei suoi simili e
con l’ambiente: «Tutto è collegato» e «nessuno si salva da solo».
Punto 3, la cultura. L’attacco più forte riguarda il paradigma tecnocratico che è alla base
dell’attuale processo di degrado del pianeta e che tende ad esercitare il proprio dominio
anche sull’economia e sulla politica. Un modo di pensare che implica l’idea di una crescita
illimitata, perché «l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno
sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza».
All’uomo contemporaneo è venuta meno un’etica adeguata, una cultura e una spiritualità
del limite che «lo contengano entro un lucido dominio di sé». L’insistere di Bergoglio sulla
concentrazione di ricchezza in poche mani ha evidenziato la necessità di una economia
sociale di mercato solo se vista come dimensione della vita essenziale per ogni bene
comune, senza predazione e sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente.
Infine, punto 4, la politica. L’enciclica Fratelli tutti è per il cardinale Ravasi la summa
dell’azione pastorale di Bergoglio, che invita la politica ad un impegno verso la cura del
bene comune, il vero lascito spirituale della sua opera. Riprendendo Laudato Si, occorre
combattere «le ombre di un mondo chiuso», quello di un pianeta e di una epoca in
difficoltà, dove sotto i colpi dei nazionalismi e dei sovranismi è crisi di democrazia, di
libertà, di giustizia. Esempio spesso riportato da Francesco, è la presenza di conflitti
regionali, «terza guerra mondiale a pezzi», ormai considerati come inevitabili nella nostra
quotidianità fatta di paure e di miserie. La politica deve propugnare la pace: la pace è
condizione necessaria per la libertà, la democrazia, il lavoro.
Se la scelta non è etica, non è una scelta. Scegliere di prendersi cura dei beni comuni è una
scelta etica che trae origine dall’idea di comunità e appartenenza. Papa Francesco ci
insegna anche che non c’è cambiamento senza impegno, nel significato etimologico di
comunità, e non c’è speranza senza consapevolezza di una scelta responsabile. Perché la
libertà non è una condizione data, ma qualcosa che si conquista attraverso la scelta giusta

Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .