Angelo Tartaglia
link a una serata sul nucleare che ho fatto a inizio ottobre 2023 a Trieste:
https://www.youtube.com/watch?v=GSa0XqM1qRo
Più attuale:
Numerose sono le fake-news che da un po’ di tempo circolano sui media, una di queste è che il nucleare di quarta generazione sia già disponibile. Oggi, salvo per una prima centrale in Cina, siamo ancora molto
distanti dalla diffusione delle molte e diverse tecnologie che sono state (forse impropriamente) raggruppate sotto il cappello di IV Generazione.
Un’altra fake-news importante riguarda i costi. I costi specifici del fotovoltaico, includendo anche l’accumulo, sono già oggi più bassi di quelli del nucleare ( vedere LCOE = Levelized Cost of Energy secondo Lazard ed IEA 2023, enti che non possono certo essere accusati di essere antinuclearisti).
La ragione per cui ci si sta orientando su taglie più piccole per le centrali nucleari, non è perché così saranno più sicure, ma perché permetteranno di ridurre i rischi economici. Infatti, nella storia recente, le centrali europee hanno visto più che raddoppiare i costi di realizzazione ed i tempi di consegna : Olkiluoto (Finlandia) ha impiegato 18 anni ed è stata solo recentemente inaugurata e Flamanville (Francia) dopo sedici anni dall’apertura dei cantieri deve ancora iniziare a funzionare.
Le unità in queste ultime centrali hanno una potenza di 1600 MW, di grande dimensione, ma non è assolutamente detto che unità medio-piccole modulari da 100-200 MW siano più sicure. Perché?
Perché:
I costi dei sistemi dei sistemi di sicurezza non sono proporzionali alle potenze, per gli stessi standard di sicurezza si spende di più nelle piccole (oppure ci si accontenta di minor sicurezza);
Diminuendo i costi di investimento, che finora limitavano allo Stato il ruolo di realizzatore, anche i privati potrebbero entrare nel business delle centrali nucleari modulari, occupandosi solo di estrarre il massimo di profitto senza investire in sicurezza operativa ed eclissandosi al momento di dover affrontare le spese di dismissione (profitti privati e costi pubblici, come spesso abbiam visto);
La pericolosità delle scorie non dipende solo dal quantitativo (infatti ci possono essere scorie concentrate ma ad alta pericolosità e che lo restano per lunghissimo tempo);
La maggior diffusione dei siti di piccole centrali nucleari ed il maggior numero dei trasporti di materiali radioattivi (necessariamente sorvegliati) aumentano il rischio di sabotaggi (che in un mondo sempre più prono a guerre e terrorismi stanno via via crescendo e che diventano quasi impossibili da contrastare).
Inoltre, ricordiamo che in Italia, ma anche in Europa, non sono stati ancora individuati dei siti sicuri per le scorie. Se ne parla da molti anni, senza mai aver trovato una soluzione, che dovrebbe continuare a essere stabile per centinaia di anni.
I tempi di attivazione (sviluppo, realizzazione e commercializzazione) di nuove centrali nucleari sarebbero, infine, decisamente più lunghi della realizzazione di impianti solari ed eolici, tecnicamente molto più semplici e realizzabili rapidamente. Per il momento invece, in questo campo si procede lentamente tendendo ad allungare con la burocrazia la vita dei carburanti fossili (in particolare gas) evitando di investire adeguatamente nei sistemi di accumulo energetico, nella rete, e nella filiera dell’eolico off-shore, tutti componenti necessari per garantire stabilità e continuità di servizio. Nell’eolico off-shore l’Italia potrebbe anche avere un ruolo preminente, costruendo una filiera completa, riutilizzando competenze già esistenti di Fincantieri, Snam e altre ditte italiane, riproponibile con successo anche all’estero.
Da un lato siamo di fronte a fake-news, dall’altro alla disattenzione guidata, per non voler vedere come indirizzare e far crescere le competenze e i posti
di lavoro per un futuro sostenibile dell’Italia.
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