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CULTURA POLITICA

TITOLO

Contributo al dibattito di Luigi Fasce – esecutivo provinciale SDI Genova Presidente www.circolocalogerocapitini.it
  Festa Provinciale Socialisti Uniti 2-3-4-5 Agosto "Loc. Dogana" - Comune di ORTONOVO (Sp)
DATA 05/08/2007
LUOGO Ortonovo

Contributo al dibattito
di Luigi Fasce – esecutivo provinciale SDI Genova
Presidente www.circolocalogerocapitini.it

Festa Provinciale Socialisti Uniti
2-3-4-5 Agosto
"Loc. Dogana" - Comune di ORTONOVO (Sp)

Programma Dibattiti :

GIOVEDI' 2
Ore 18.00
PROGETTO MARINELLA : COME REALIZZARLO E INTEGRARLO NEL TERRITORIO
Tavola Rotonda:
Fabio MORCHIO Ass. Regionale- Adriano ANTOGNETTI - Giuseppe MENEGHINI- Antonello PISCHEDDA - Giuseppe LORENZINI - Ass. Ortonovo - Angelo GIANPEDRONE – Paolo MANFREDINI Ass. Comunale SP - Claudio MORETTI
Modera: Gaia BARUZZO

GIOVEDI 2
ORE 21.00
LA PROVINCIA E LA CACCIA
Interviene :
Giorgio TRAVERSONE Assessore Provinciale Caccia e Pesca , Alberto PUTAMORSI Ass. Caccia Prov. MS- Sandro PIETROBONO Consigliere Provinciale - Augusto GIANFRANCHI - Rappresentanti Associazioni Cacciatori
Modera : Paolo SOTTANIS

VENERDI 3
Ore 18.00
UN NUOVO STATO SOCIALE e LEGGE BIAGI Fra Precariato e Lavoro Stabile: QUALI PROSPETTIVE PER I GIOVANI?
Interverranno:
Walter ANDREETTI Segretario Provinciale UILM e Federico PEZZOLI Fiom CGIL Regionale
Conclude ANTONIO FOCCILLO Segretario Nazionale Confederale UIL
Modera : Riccardo ITALIANI

SABATO 4
Ore 18.00
PARTITO SOCIALISTA E PARTITO DEMOCRATICO DUE PROSPETTIVE DA DISCUTERE
Introduce: Flavio CAVALLINI Consigliere Comunale SP
Interviene : Angelo ZUBBANI Sindaco Carrara-
Conclude : On. MAURO DEL BUE Segretario Nazionale NPSI
Modera : Cristian FERRARI

DOMENICA 5
Ore 18.00
COSTITUENTE SOCIALISTA E LA NOSTRA PROVINCIA
Tavola Rotonda:
Sauro BARUZZO, Daniele DELBENE, Giovanni PARDI,
Pier Giorgio PESALOVO, Guido LUPI, Oreste PASSALACQUA, Adriano ANTOGNETTI,
Giancarlo SCAPPAZZONI “Valter LARI ( Segr. Prov. UIL-FPL) - Marco Guidarini (Segr.Prov. CGIL-FP) Roberto VUCAS ( Fgs Regionale)
Modera: Roberto LONGO

Organizzazione a cura dei
SOCIALISTI UNITI
Sezione di ORTONOVO Chi volesse rivolgere domande, in merito ai temi dibattuti ( che saranno lette), può inviare un Sms al numero 347 9552364

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Abbiamo avuto modo di manifestare al Congresso di Fiuggi la nostra adesione alla proposta Boselli di andare oltre lo SDI e procedere alacremente ad attuare la costituente socialista … ma su basi di estrema chiarezza.

Premesso che
C’è prima di tutto la necessità di fare una accurata analisi politica che ci chiarisca lo scenario politico economico sociale nazionale, europeo e mondiale in cui ci troviamo attualmente e da quali politiche è stato determinato, e se il trend fortemente critico che si sta profilando, da quali altre politiche liberalsocialiste deve essere determinato per il futuro
Poi, per onestà intellettuale e senso della realtà per non illudere nessuno, verificare se la nostra tradizionale cultura socialdemocratica che ci ha consegnato la storia, da aggiornare in senso laico liberalsocialista ecologista, sia veramente in grado di intercettare le esigenze della società italiana, europea e mondiale - attualmente egemonizzate dal pensiero unico neoliberista e neoteocon - e conseguentemente di poterle affrontarle, considerando il quadro complessivo globale in cui si muove l’economia ma anche le spinte dell’integralismo religioso che sebbene – fortunatamente - in contrasto con lo sviluppo economico egoistico infinito, non vuole certo accettare, al pari di ogni qualsiasi altro totalitarismo, il pensiero relativista moderno umanistico laico e liberale
Occorre soprattutto stabilire chiaramente lo spartiacque tra sistema liberista a cui si associa, in Italia e Spagna, la componente cattolica conservatrice e nel resto dell’Europa e degli USA la componente conservatrice protestante avversa al sistema progressita, laico liberalsocialista (in cui è implicita il diritto alla tutela ecologica).
Tenuto conto
- che la crescita planetario non può essere infinita e non solo per i vincoli ecologici e demografici inderogabili ma anche per i limiti intrinseci sociali (una società di individui obesi e perennemente stressati non può essere una meta da perseguire ) per cui occorre stabilire un livello ottimale di sviluppo e benessere di questa nostra società italiana e europea nonché mondiale. Ma al momento situazione globale di difficile soluzione tenuto conto che finanza e impresa globale sono fuori controllo dal potere politico.
- che in Italia ci muoviamo all’interno di una situazione in cui
- Le forze liberiste sono inestricabilmente legate, seppur tatticamente, al totalitarismo cattolico (il teorizzato principio di sussidiarietà ha lo scopo di smantellarne il welfare scuola, sanità, servizi sociali e i servizi di pubblica utilità gestiti laicamente e direttamente dal potere pubblico, il ventilato diritto del consumatore ha lo scopo di privatizzare e liberalizzare quanto più è possibile del welfare municipale e farlo gestire – anche se in regime di monopolio naturale - dal privato che in definitiva il tutto si sostanzia col sostituire la mano pubblica (laica) con la mano cattolica (confessionale).

Dobbiamo assolutamente fare preliminarmente chiarezza su collante ideologico e programma che ci devono caratterizzare come forza politica oltre il PD e a sinistra fino a quanti, senza pregiudiziali, si riconoscono nel gruppo socialista europeo.
E pur tuttavia alcune questioni vanno chiarite anche al nostro interno e ben venga se queste questioni le pone Bertinotti.
Questioni che nell’editoriale dell’ultimo numero di MondOperaio n.2/5 luglio-ottobre 2007 così bene riassunte da Boselli
Questo il tranciante ma ingiusto giudizio, di Boselli.
A me pare invece che le questioni poste da Bertinotti siano serie e molto, ma molto pertinenti al fine di chiarirci oggi che siamo e dove vogliamo andare, anzi, chi siamo e a chi vogliamo indicare la strada (siamo un Partito mica un istituto demoscopico) alle donne e agli uomini e ai diversamente psiconeuroendocrinamente sessuati, di questa nostra società post-moderna globalizzata.

Ecco perché noi all’interno dello SDI abbiamo voluto ben riflettere per avviare il dibattito che porterà alla costituente socialista, portiamo questo nostro contributo che vuol essere coerente e di attualità

Manifesto liberalsocialista

Noi, eredi e propugnatori delle grandi tradizioni europee liberal-socialiste e repubblicane che hanno fatto sorgere nel 1982 a Genova il nostro Partito, affermiamo che la volontà di costruire una società più giusta e più libera chiama all’appello il nostro impegno civile declinato in scelte di indirizzo, chiare non meno che strategicamente orientate. Valori morali che si attualizzano in azioni concrete
Noi, cittadini italiani, europei e dell’occidente - donne e uomini - evolvendo il pensiero umano nell’arco di almeno 5 secoli (dall’Umanesimo all’illuminismo e fino all’alba del terzo millennio) abbiamo ideato e attuato il grande evento epocale moderno chiamato democrazia.
Ne riaffermiamo solennemente i principi di libertà, uguaglianza e fraternità, in senso liberalsocialista, dunque laico, progressista, ecologista.
Paradossalmente, dopo il 1989 abbiamo progressivamente assistito alla crisi (se congiunturale o strutturale dipende solo da noi) di questo sistema di principi e valori che hanno sostanzialmente caratterizzato in senso liberale e socialista i sistemi politici del continente Europa (libertà coniugata con giustizia sociale) in presenza di stato sociale universale a tutela di diritti civili e promozione di diritti sociali e Stato impegnato a gestire indirettamente in alcuni settori strategici per l’economia e erogatore di servizi essenziali al cittadino.
Avvertiamo nitidamente che le gravi minacce sono dovute a capi politici e religiosi, élites economiche oligarchiche, che rispolverando ideologie reazionarie da una parte vogliono farci regredire a sistemi politici superati dalla storia dell’umanità e dall’altra vogliono imporre (suadendo, dissimulando mediaticamente, operando a livello legislativo, amministrativo, finanziario, economico) il cinico disegno di sfruttamento di masse sempre più numerose di persone in gravissimo stato inferiorità nella morsa di avverse condizioni ambientali, con asfittiche condizioni socio-economiche e impaludate da arcaiche culture, che tutte caratterizzano l’esplosione demografica (Cina,India, Africa sub Sahariana) senza preoccuparsi minimamente della catastrofe ecologica incombente.
Dunque dobbiamo e vogliamo ergerci decisamente contro
- il riaffermarsi tracotante di sistemi di pensiero che aggrediscono i fondamenti della nostra civiltà, figlia dell’Umanesimo e dell’Illuminismo, contestandone gli aspetti connotativi più preziosi e irrinunciabili: i diritti universali, la legalità, la laicità, la libera determinazione dell’opinione, la dignità umana;
- l’imporsi di un’ideologia economica pervasiva (il “pensiero unico” della globalizzazione finanziaria) che impone l’assiomatica dell’interesse, sottraendogli le preziose legature di solidarietà e fiducia reciproca, tagliando le reti di protezione sociale che liberavano le persone dalla tirannia dell’incertezza, dalla precarietà, dallo sfruttamento, dalle antiche e nuove povertà;
-chi, devastando il sistema ecologico di cui l’Essere Umano fa parte e ne dipende integralmente;
- chi, all’insegna dell’insensato puro liberismo (la mano invisibile del Mercato è cieca e distruttiva), insidia nuovamente il “modello di economia sociale di mercato” (previsto in maniera lungimirante dall’art. 41 della nostra Costituzione);
- l’opacizzazione dei processi decisionali pubblici, conseguenti all’usura dello Stato-nazione come grande soggetto della regolazione inclusiva, cui si aggiunge il declino di una forma-partito che ormai smarrisce la sua natura di agenzia per la partecipazione trasformandosi in un soggetto autoreferenziale al servizio dei personali disegni di nomenklature verticistiche (la cosiddetta “casta” o “clero di Partito”, non di rado colluse con i “signori del denaro”).

Linee strategiche
Testimoniamo preliminarmente il nostro patriottismo alla Costituzione italiana in quanto sono presenti in essa la nostra identità ideologica liberalsocialista e il principio moderno di laicità.
Rimarchiamo la nostra autonomia di partito e di movimento che si inserisce nell’alveo dell’internazionalismo socialista quale garanzia per il governo dei processi economi e politici derivanti dalla globalizzazione in atto in difesa e a sostegno di tutti i popoli per la conquista dello sviluppo, della libertà e della democrazia.

E’ su queste basi che vogliamo svolgere la nostra azione politica che si incardina su:

Riformismo liberale
Per la modernizzazione dell’Italia, alla pari con gli altri Paesi più avanzati, nell’Unione Europea, dobbiamo confermare la scelta del riformismo liberale tanto nell’ambito dei diritti civili (per consentire al cittadino il più ampio grado di libertà possibile), quanto in ambito economico e finanziario (riformismo liberale che ha caratterizzato il PSI già fin dagli agli anni 70/80). Riformismo liberale rivitalizzato nel 2005 mediante il progetto liberalsocialista della “Rosa nel Pugno” di cui al documento dei 31 punti del programma di Fiuggi e di cui si conferma, oggi, la validità, nel progetto laico-liberalsocialista riconfermato dal recente congresso straordinario di Fiuggi che ha approvato all’unanimità la mozione Boselli (vedasi relazione introduttiva e conclusioni).

Riformismo socialista
Tuttavia il riformismo liberale, in campo economico, può trasformarsi in tempi brevi in sfrenato liberismo. Occorre per questo, come liberalsocialisti, portatori, oltre che del valore in radice della libertà, del valore della giustizia sociale che ha contrassegnato storicamente la missione “socialista”, arrestare la tracimazione nel sistema liberista riproponendo adeguate politiche correttive nel solco del modello keynesiano ovvero del riformismo socialista. Riformismo socialista che si deve attualmente coniugare necessariamente con il riformismo ecologista.
E’ agli anni ’80 e fino ai giorni nostri in Italia (dopo lo Statuto lavoratori, le nazionalizzazioni di servizi e imprese di interesse nazionale, la riforma sanitaria) in Italia la vena riformista del socialismo europeo si è andata prosciugando.
Nel nostro Paese, dagli anni 90 in poi, si è trattato solo di attuare come Ulivo in ambito economico e sociale politiche di segno liberale di cui non sappiamo ancora se l’esito finale sarà il compimento del sistema liberista globalizzato propugnato da Banca Mondiale, WTO, Fondo Monetario e Commissione dell’Unione Europea. Al momento su questo fronte siamo già ben oltre la metà del guado tra modello liberalsocialista e modello liberista.
Dobbiamo assolutamente impedire questo infausto esito liberista, che sancisce la morte dell’ideologia liberalsocialista ovvero della nostra stessa ragion d’essere e, soprattutto, del nostro umanissimo modello di stato sociale universale di tipo europeo. Stato sociale sviluppatosi in Europa almeno da 150 anni e indicato da autori come Rifkin l’unico sogno da perseguire.
Certamente in oggi dobbiamo continuare con politiche di liberalizzazione dei mercati là dove non sussista la necessità di un intervento diretto o indiretto dello Stato (abbiamo tutti memoria del Panettone di Stato), ma dobbiamo altresì recuperare in campo sociale, lavorativo e imprenditoriale alcune politiche francamente socialdemocratiche, attuate fin dagli anni 60 in Germania e mai attuate in Italia sebbene puntualmente prescritte dalla nostra Costituzione ( “Art. 46.Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.”
In quanto socialisti di oggi ovvero liberalsocialisti, se non riusciremo a recuperare (sebbene in forma revisionata aggiornata al nostro tempo di società globalizzata) l’azione del riformismo socialista, avremo esaurito la nostra storica missione politica. Resterà solo l’antagonista il pensiero liberale di destra (con conseguenti politiche liberiste teo-neo-con all’americana), e per ben che vada per noi, il pensiero liberale di sinistra (politiche assistenziali compassionevoli, residuali, sebbene condite con un atteggiamento più aperto in ambito dei diritti civili e una maggiore tolleranza per quanto riguarda costumi e stili di vita.
Occorre velocemente individuare politiche che ci caratterizzino in senso liberalsocialista dal livello governativo nazionale a quello territoriale degli enti locali come segue:

1) Si ribadisce imposizione fiscale progressiva quale garanzia di equa distribuzione del reddito tra i cittadini e conseguente lotta all’evasione fiscale.

2) completamento del decentramento delle funzioni ministeriali a livelli provinciali e comunali con conseguente completo smantellamento dei mastodontici apparati burocratici ministeriali in specie per Sanità, Trasporti, Lavori pubblici, Scuola, ecc., lasciando al Governo, l’azione di programmazione strategica e in caso di necessità interventi di “governance”.

3) lasciare alle Regioni il solo compito legislativo e programmatorio (nessuna gestione diretta di funzioni amministrative ) ed eventualmente di “governance”.

4) snellimento e ordinamento funzionale di assessorati a livello provinciale e comunale e formazione permanente dei pubblici dipendenti finalizzati a fornire servizi di qualità ai cittadino, sostituendo il mero metro del badget economico con il Fattore Organizzativo, perché non è con la sola limitazione economica che si crea la cultura dell’Organizzazione aziendale. Questo vale soprattutto per il settore scuola, sanità e servizi sociali. La scelta di privatizzare di aziende pubbliche senza la garanzia che il privato possieda la cultura dell’Organizzazione è da evitare accuratamente.

5) Una difesa particolare deve essere fatta per il mantenimento-consolidamento della scuola pubblica a cui si deve riassegnare quale primo dei suoi compiti di insegnamento (secondo Costituzione) la formazione civica del cittadino il cui tratto distintivo della personalità deve essere il senso di responsabilità verso se stesso, la sua famiglia, la società e l’atteggiamento mentale di inclusività.

6) attuazione di forme di partecipazione dei cittadini attivamente inseriti “nei processi decisionali inclusivi” della pubblica amministrazione a partire dal livello di base (circoscrizionali e della municipalità).

7) lasciare la possibilità decisionale agli Enti Locali quali servizi e aziende di pubblica utilità devono restare in gestione diretta (servizi in “house”), quali in gestione indiretta (aziende speciali) e quali da privatizzare, senza quindi imporre centralisticamente (un paradosso intollerabile dopo la modifica del titolo V) in maniera irreversibile la privatizzazione totale dei servizi di pubblica utilità (bene si è fatto in questo senso – liberalsocialista - a modificare al Senato in Commissione Bilancio il Disegno di Legge governativo 772, con Delega per il riordino dei servizi pubblici locali).

8) istituire forme di cogestione (Mitbestimmung) dei servizi di pubblica utilità delle imprese municipalizzate (cominciamo noi a dare l’esempio proponendo alle Amministrazioni di centrosinistra l’attuazione dell’art. 46 della Costituzione);
9) istituire forme di cogestione o codeterminazione (Mitbestimmung) nelle grandi e medie imprese private (art.46 della Costituzione Italiana) tenuto altresì conto che anche l’impresa privata ha finalità sociali come chiaramente prescrive la Costituzione (Art. 41. L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.).
10) per le grandi imprese di istituire forme giuridiche di Pubblic Company in cui venga previsto azionariato diffuso suddiviso per il 50% ai lavoratori e il 50% ai privati.
11) Invitare i lavoratori a non di assegnare il proprio TFR a Fondi pensionistici privati (quali assicurazioni o fondi finanziari d’investimento) per non trovarseli loro malgrado contro (es. delocalizzazione della propria azienda) conseguentemente a cieche operazioni speculative.
12) Lo Stato e gli Enti locali devono continuare a svolgere una azione calmieratrice del libero Mercato in caso di necessità e in specie nel settore abitativo per coloro che una casa non se la possono permettere neppure in affitto, e altresì, per consentire ai cittadini che sono riusciti ad avere in proprietà l’abitazione dopo tanto tempo e enormi sacrifici, di poterla mantenere e a questo scopo, occorre dunque mettere in atto politiche che azzerino il peso fiscale sulla prima abitazione.

13) istituire il sussidio di inoccupazione, basilare ammortizzatore sociale, correttivo di tante storture perverse (precariato diffuso e cronico), consolidatesi nel mondo del lavoro.
14) Ribadiamo la validità della legge 300 (statuto dei lavoratori) con particolare riguardo per quanto riguarda la tutela della salute e la prevenzione infortunistica.

L’orizzonte del terzo millennio
Siamo di fronte al passaggio dalla società del fare le cose materiali alla società del fare le cose immateriali.
La centralità dell’azione umana è quella dell’organizzazione delle conoscenze.
Le agenzie a centralità pubblica sono scuola-università e centri di formazione permanente e ricerca per l’innovazione.
I servizi pubblici alla persona.
Organizzazione e management: dal comando alla responsabilità.


Potere politico democratico
Dobbiamo farci portatori all’interno del centrosinistra del metodo democratico delle primarie tanto in occasione di elezioni territoriali (Comuni Province Regioni) tanto di elezioni politiche.
E’ di tutta evidenza che per essere credibili dobbiamo dare il buon esempio cominciando noi a attivarle in occasione delle prossime politiche.
Per evitare che sorgano resistenze quali i tempi sono troppo stretti, è difficile come organizzarle ecco qui di seguito uno schema su cui lavorare in tempi brevi. Non mi dilungo sull’impatto mediatico e sul ritorno di immagine che da questa iniziativa possiamo trarre in termini di consensi e di voti, perché quello che sostanzialmente conta dare l’esempio in concreto che è l’esercizio pratico della democrazia interna al nostro partito che vorremo realizzare.


Modello di Partito

Regole
Tutti gli incarichi di partito a livello esecutivo sono incompatibili con gli eletti a tutti i livelli (Parlamentare, Consigliere Regionale, provinciale, comunale (sup. 500.000) e incarichi esecutivi in Regione, Province e Comuni. Gli eletti e amministratori partecipano di diritto agli organi direttivi di Partito al rispettivo livello.
Comunicazione e democrazia interna
Inoltre devono essere individuati strumenti per garantire trasparenza e partecipazione attiva
• strumenti regolativi, in primo luogo nella formazione dei gruppi dirigenti, che devono assicurare effettiva trasparenza (vedi primarie interne) e contrastare l’occlusione dei processi di ricambio (non rieleggibilità dopo 2 mandati consecutivi);
• commissioni che garantiscano la reale vita democratica interna, pensiamo alla commissione dei garanti, commissione di probiviri a cui afferiscano eventuali denunce di abusi, comportamenti scorretti da parte di iscritti, militanti, dirigenti e eletti, incompatibili con i nostri valori etici e la nostra cultura politica.
• Strumenti tecnologici, che facilitino la messa in comune dell’informazione e la partecipazione diretta ai processi di costruzione della linea politica e delle decisioni conseguenti(quali ad esempio forum virtuali – sondaggi su argomenti, decisioni importanti da prendere. Si devono mettere in rete oltre che il sito a livello nazionale e a livello regionale liste di discussione e forum tematici che siano moderate e da dirigenti nazionali e regionali, puntuali news letters. Tali liste di discussioni non devono essere avulse dalle dinamiche interne al Partito come sta attualmente succedendo su altre liste per cui si parlano solo tra coloro che non contano, meri sfiatatoi di umori senza effetto alcuno sulle decisioni politiche di partito.

Elenco argomenti

Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .