Coordinamento “Genova laica”
con il Patrocinio del Comune di Genova
Martedì 20 settembre 2011
Ore 17.30
Sala di Rappresentanza, Palazzo Tursi
STATO E CHIESA IN ITALIA
150 ANNI DOPO CAVOUR
Interventi di
Andrea Ranieri
Assessore Cultura Comune di Genova
Sergio Lariccia
Università Roma La Sapienza
Franco Becchino
Magistrato – Chiesa metodista di Savona
Nel corso delle celebrazioni dei 150 anni di unità del nostro Paese vi è stato molto silenzio intorno a un tema che è invece storicamente fondamentale: tale unità è stata fortemente ostacolata dalla Chiesa cattolica, che ha difeso fino in fondo il potere temporale del Papa, ha messo ai margini i “cattolici liberali” favorevoli al Risorgimento, ha considerato un sopruso la designazione di Roma come capitale d’Italia. Il giorno del ricongiungimento -nel 1870- di Roma al resto del Paese, il 20 settembre, fu immediatamente proclamato festa nazionale: la breccia di Porta Pia e la corrispondente data rappresentavano l’analogo di quello che per la Francia sono la presa della Bastiglia e la festa del 14 luglio.
Sessant’anni dopo il fascismo cancellò tale festività civile, avendo sottoscritto con il Vaticano i Patti lateranensi. La cancellazione era altrettanto simbolica quanto lo era stata la proclamazione: con il Concordato veniva ribaltata la scelta cavourriana della “Libera Chiesa in Libero Stato”.
Con la nascita della Repubblica la situazione si è modificata solo parzialmente. La Costituzione afferma all’articolo 8 che “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”: finalmente non si parla più, per le comunità religiose diverse dalla cattolica, di “culti ammessi”. Ma con l’articolo 7 è stato mantenuto, contraddittoriamente, il privilegio concordatario per la sola religione cattolica.
L’incontro il cui programma è qui presentato affronta la questione in termini contemporanei: 150 anni dopo Cavour, quale è oggi il rapporto tra lo Stato italiano e quella organizzazione ecclesiastica che, orwellianamente, è più uguale delle altre?
Il tema è particolarmente caldo in un momento di crisi economica, nel quale le risorse per tutti gli interventi sociali pubblici (dello Stato, degli Enti locali) sono in drammatica diminuzione e in cui perciò appaiono particolarmente pesanti e ingiustificati i privilegi fiscali assicurati alle organizzazioni ecclesiastiche anche per le loro attività finanziarie e commerciali.
L’incontro è promosso da un gruppo di Associazioni che stanno operando per la costituzione, nella nostra città, di un “Coordinamento Genova laica”: il Coordinamento avrà il compito di assumere iniziative atte ad approfondire le tematiche culturali e politiche connesse ai valori della laicità e di opporsi ad ogni azione che violi la rigorosa aconfessionalità delle istituzioni repubblicane. La riunione del 20 settembre è anche una occasione per allargare al massimo, come i promotori desiderano, l’insieme dei gruppi e delle persone che intendono collegarsi per operare in modo coordinato nella direzione indicata.
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Relazioni e interventi
ntervento Luigi Fasce
Solo qualche citazione e una breve considerazione.
Per saperne di più sulla laicità vedasi
www.circolocalogerocapitini.it
argomento
Laicità
Intervista con Alberto Asor Rosa sull’Alighieri: «Il suo essere credente era assoluto sulle cose essenziali della fede, ma fortemente critico su tutto il resto. D’altronde era consapevole che ogni uomo è peccatore.
Proprio la consapevolezza cristiana della limitatezza dell’uomo è alla base del pensiero laico»
Un grande laico, Norberto Bobbio, ha scritto:
- Io non sono un uomo di fede, sono un uomo di ragione e diffido di tutte le fedi, però distinguo la religione dalla religiosità. Religiosità significa per me, semplicemente, avere il senso dei propri limiti, sapere che la ragione dell'uomo è un piccolo lumicino, che illumina uno spazio infimo rispetto alla grandiosità, all'immensità dell'universo. Io vivo il senso del mistero, che evidentemente è comune tanto all'uomo di ragione che all'uomo di fede. Con la differenza che l'uomo di fede riempie questo mistero con rivelazioni e verità che vengono dall'alto, e di cui non riesco a convincermi. Resta però fondamentale questo profondo senso di mistero che ci circonda, e che è ciò che io chiamo senso di religiosità. – E poi aggiunge - Quando sento di essere arrivato alla fine della mia esistenza senza aver trovato una risposta alle domande ultime, la mia intelligenza è umiliata. Umiliata. E io accetto questa umiliazione. La accetto. E non cerco di sfuggire a questa umiliazione con la fede.
E resto uomo della mia ragione limitata - e umiliata.
So di non sapere. Questo io chiamo la mia religiosità. -
e per chiudere con la definizione che consente il dialogo tra tutte le religioni e culture quello che ha pensato Guido Calogero della Laicità
Laicità non è una filosofia tra le altre filosofie né una ideologia opposta ad altre ideologie, bensì è il principio fondamentale di
convivenza di tutte le possibili filosofie e ideologie: una convivenza che può realizzarsi proprio in quanto il laico non
pretende mai di possedere la verità più di quanto anche gli altri possano pretendere di possederla (Guido Calogero)
Con questa stella polare a indicarci la strada, la bussola non può altrimenti che quella de dialogo.
Guido Calogero è infatti il filosofo del dialogo.
Anche l'alta finalità della Pace, per la quale ogni anno da cinquanta anni a questa parte si svolge la Marcia da Perugia e Assisi, realizzata per la prima volta da Aldo Capitini, senza il viatico del dialogo resterà solo ammirevole testimonianza di speranza. Mentre pochi sanno che Aldo capitini è il propugnatore della religione universale, concezione opposta alla pretesa universalistica della chiesa cattolica.
Marcia della pace che nel corso degli anni ha assunto una connotazione vagamente cattolica.
Pochi sanno che il “religioso” Aldo Capitini nel 1941 in tempi assai foschi perché sotto il regime fascista e in piena guerra mondiale, assieme a Guido Calogero, suo sodale e filosofo del dialogo, ha scritto il Manifesto liberalsocialista.
Ma anche, qui ci sta bene l'anche, manifesto laico se solo pensiamo che ha dato origine al Partito d'Azione certamente il partito più laico del dopoguerra in cui oltre a Guido Calogero sono confluiti personaggi dello spessore di Bobbio, Codignola, Lombardi, per citarne alcuni tra i pensatori e politici più noti.
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