CIRCOLO GUIDO CALOGERO E ALDO CAPITINI
CULTURA POLITICA E DIRITTI DEL CITTADINO
www.circolocalogerocapitini.it
luigi@fasce.it
Mercoledì 25 ottobre 2006 ore 16,30-19,00
Palazzo Ducale –
Sala Liguria Spazio Aperto(piano nobile)
Piazza De Ferrari
Genova
INVITO
Conferenza dibattito su
LAICITA’
Relatore: CARLO AUGUSTO VIANO
UNIVERSITA’ TORINO
Introduzione: PIERFRANCO PELLIZZETTI
Rivista Critica Liberale – Rivista MicroMega
Moderatore LUIGI FASCE
Presidente Circolo Guido Calogero – Aldo Capitini
Segue pubblico dibattito
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Sulla laicità- Lectio Magistralis di Augusto Viano
di Giorgio Boratto
Il 25 ottobre 2006, presso la sala Liguria di Palazzo Ducale, per il convegno sulla laicità promosso dal Circolo Guido Calogero e Aldo Capitini, con il suo presidente Luigi Fasce, mi è capitato di assistere ad una Lectio Magistralis di Carlo Augusto Viano. Il tema della laicità è quanto mai attuale anche se molti lo considerano un argomento superato, ‘passatista’, una contrapposizione speculare ai fondamentalisti. L’essere laici è invece il rispetto del mistero e della religiosità altrui. La “questione laica” è storicamente un problema italiano. Queste cose sono state ricordate nella breve introduzione da Pierfranco Pellizzetti, che ha aggiunto come Genova rappresenti anche il paradosso, che rivela una realtà del pensiero corrente, di avere come interpreti della cultura più diversa tre ‘don’, ovvero: don Baget Bozzo, don Balletto e don Gallo…dove sono i laici?
Carlo Augusto Viano, che ha dedicato i propri studi alla storia della filosofia e all'etica, è autore anche del libro: Laici in ginocchio. – Laterza 2006
Quello che contraddistingue lo studioso è la sua attenzione alle ‘avventure delle idee’; proprio da quella storia si è sviluppata la ragione della nascita del mondo laico: un mondo dove si sentiva il bisogno, la necessità, di separare il potere politico da quello religioso.
In Italia, per Augusto Viano, viene sentito più forte il bisogno di laicità poiché è nell’espressione geografica Italica che si è concretizzato, con lo Stato Pontificio, il potere temporale della Chiesa Cattolica. Perdendo quel potere la Chiesa cattolica poteva dedicarsi alla sola spritualità; in realtà quel potere politico-temporale non si è esaurito con l’ingresso di un gruppo di bersaglieri a Porta Pia. La Chiesa Cattolica pur all’interno delle ristrette mura del Vaticano ha sempre continuato a essere Stato oltre che Chiesa e ha perseguito costantemente la sua politica.
La Chiesa avversava il liberalismo e tutti gli altri sistemi liberaldemocratici e socialisti esistenti. l primo potere politico che appoggiò fu il regime fascista, con cui sottoscrisse i Patti Lateranensi.
Ancora oggi il Vaticano non è più solo un quartiere di Roma, ma, appunto Stato dove si esercita un forte potere politico.
La laicità oggi è diventato un tema della Chiesa. Così il nuovo Papa Ratzinger, pur dicendo: ‘Noi siamo per lo Stato laico’, spiega al capo dello stato laico italiano (così ha fatto durante la visita a Ciampi nella recente visita in Campidolio, cosa si intende per Stato laico e cosa devono fare i laici che divide in laici sani, quelli che seguono i dettami religiosi della chiesa attolica e i laicisti assimilabili ai fondamentalisi religiosi. Dunque in Italia bisogna ritornare a difendere il laicismo.
Anche internazionalmente cresce il bisogno di difendere ilel pensiero laico. La realtà è che dopo il crollo delle ideologie totalitaristiche l’unica filosofia politica sopravvissuta, il liberalismo, è stata considerata pensiero troppo debole non idoneo a prescivere doveri e indicare comportamenti morigerati e etici di cui la società ha bisogno per mantenere la propria coesione e identità comunitaria. In particolar modo dal fronte liberista mondiale dai teocon si è teorizzato il recupero della tradizione religiosa quale unico collante valoriale per il mantenimento della coesione sociale e per la definizione della identità culturale occidentale. Così facendo l’Occidente con Bush in testa e con seguito in Europa da Aznar in Spagna, Berlusconi in Italia e la cattolica Polonia ha alzato il vessillo cristiano e ha contribuito a fornire alibi religiose al terrorismo medio-orientale che viene ammantato come guerra di religione islamica contro l’occidente cristiano e il suo prodotto, la secolarizzata civiltà moderna. Producendo all’inizio dell’Era post moderna una resgressione rispetto al risultato ottenuto dal processo millenario che in Occidente ha prodotto il laicismo ovvero il principio di laicità. Anticamente anche in Occidente il potere politico era fuso totalmente con quello sacerdotale. Gli antichi precursori della laicità scaturiscono dalla contrapposizione tra casta sacerdotale e popolo (ateniese prima e poi romano). Ma la laicità sorge anche internamente al’ebraismo, nella contrapposizione tra Tempio e Sinagoga. Gesù andava in Sinagoga a discutere con altri ebrei. Anche in questo caso si differenzia il potere della cerchia ristretta del clero e quella più diffusa del popolo. Laico è infatti riconducibile a popolo.
Dal politeismo tollerante romano, con Costantino assistiamo alla scelta dell’intollerante cristianesimo (che mutuò, dall’ ebraismo, il totale rifiuto delle credenze dei culti stranieri), continua la contaminazione dei due poteri che tra alti e bassi (prevalenza del potere temporale su quello spirituale e viceversa) in Europa si perpetua fino al Medio Evo. Fu così che il Cristianesimo diventando religione ufficiale dell’Impero Romano punì anche con la morte gli eretici e tollerando, ovvero sopportando appena, i pagani, gli ebrei e i musulmani. Le conversioni sono un fenomeno cristiano. L’ebreo si tramanda per appartenenza, per discendenza familiare il credo religioso, il cristianesimo è invece una religione assai più pericoloso avendo per proppria missione l’universalità .
Solo di fronte alle guerre di religione interne al mondo cristiano europeo, scoppiate in seguito alla Riforma Protestante, si fece strada l’idea che la tolleranza fosse una virtù cristiana, imposta dal rispetto della fede e dall'amore cristiano, dunque l’esigenza di separare la politica dall’ingerenza religiosa. Si concepisce l’esigenza che solo uno Stato libero da condizionamenti religiosi, può garantire la pace tra cittadini. In Olanda si formò un modello laico di Stato che evitava radicalmente l’ingerenza della religione nella sfera privata del cittadino.
Infine, con le rivoluzioni americana e francese e con il liberalismo ottocentesco, si affermò il principio liberale che ciascuno ha il diritto di pensare e comportarsi come vuole e non soltanto in fatto di religione, finché non danneggia qualcun altro. L’Islam, a differenza della high quality fake rolex religione Cristiana ha ancora in corso il processo di laicizzazione che consente di separare Stato da Chiesa e assegnare allo Stato il ruolo di garante della libertà religiosa di tutti.
Concludendo, Carlo Augusto Viano, constatando che si sono abbandonate le illusioni di filosofie politiche forti per governare il mondo, dice: ‘…ancora la maggioranza degli uomini al mondo crede nei miracoli, come crede nella pranoterapia, negli oroscopi, nelle cure omeopatiche…le credenze persistono. Però ci scandalizziamo se anche un magistrato ci credesse, se assolvesse qualcuno che racconta che la persona uccisa è resuscitata. Quindi le credenze individuali e religiose devono restare fuori dalla nostra cultura. La sfera privata non deve essere materia da legiferare. Ecco che con il pensiero laico ci troviamo a difendere il concetto di libertà: il principio di divisione del potere politico da quello religioso’.
Davvero una Lectio Magistralis di cui sentivamo il bisogno.
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Chi è il relatore
Carlo Augusto Viano (Aosta, 10 luglio 1929,-)
www.laterza.it
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[ Biografia
Carlo Augusto Viano si è laureato in filosofia all'Università di Torino nel 1952, con Nicola Abbagnano; in seguito ha insegnato nelle università di Milano e Cagliari. Attualmente è professore ordinario di storia della filosofia all'Università di Torino, dove presiede il dipartimento di discipline filosofiche. Ha fatto parte del Comitato nazionale di Bioetica ed è attualmente membro del direttivo della Rivista di filosofia e socio nazionale dell'Accademia delle Scienze di Torino.
Pensiero
Di formazione neoilluminista, si è occupato principalmente di storia della filosofia antica e moderna e di etica. Nel campo della filosofia è autore di importanti studi su Aristotele (La logica di Aristotele, Torino, 1954) e Locke (John Locke, Dal razionalismo all'Illuminismo, Torino, 1960, Il pensiero politico di Locke, Roma/Bari, 1997), oltre a varie opere di storia della filosofia curate in collaborazione con Pietro Rossi. Nel campo dell'etica, oltre a studi storici (L'etica, Milano, 1981, Teorie etiche contemporanee, Torino, 1995), si è dedicato a promuovere la costruzione di una bioetica laica e, soprattutto negli ultimi anni, a denunciare la timidezza dei laici di fronte alle ingerenze della Chiesa Cattolica in ambito scientifico e morale.
Insieme con Pietro Rossi ha diretto per l'editore Laterza una Storia della filosofia in sette volumi.
Opere principali
• La logica di Aristotele, Torino: Taylor, 1954
• John Locke, Dal razionalismo all'Illuminismo, Torino: Einaudi, 1960, 1973
• L'etica, Mondadori, Milano: Mondadori, 1981
• La selva delle somiglianze. Il filosofo e il medico, Torino: Einaudi, 1985
• Va' pensiero: il carattere della filosofia italiana contemporanea, Torino: Einaudi, 1985
• (con Pietro Rossi) Filosofia italiana e filosofie straniere nel dopoguerra, Bologna: Il Mulino, 1991
• (curatore) Teorie etiche contemporanee, Torino: Bollati Boringhieri, 1995
• (con Pietro Rossi) Storia della filosofia, Roma/Bari: Laterza, 1993-99 (7 volumi)
• Il pensiero politico di Locke, Roma/Bari: Laterza, 1997
• Etica pubblica, Roma/Bari: Laterza, 2002
• (con Pietro Rossi) Le città filosofiche. Per una geografia della cultura filosofica italiana, Bologna: Il Mulino, 2004
• Le imposture degli antichi e i miracoli dei moderni, Torino: Einaudi, 2005
• Laici in ginocchio, Roma/Bari: Laterza, 2006
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