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GLOBALIZZAZIONE SOLIDALE

TITOLO

L'ELOGIO DELLA FRATERNITA' di Luigi Fasce

DATA PUBBLICAZIONE

25/03/2023

LUOGO

Genova


Sostiene Galimberti
(Riv.Donna/Repubblica del 25 3 2023)
in chiosa della sua sui “I diritti civili”, così testuale:
E la fratellanza ?
Si è persa per strada, perchè in Occidente è prevalsa la logica del nemico, che rinosce la fratellanza all'interno dello Stato per sospenderla quando gli abitanti oltre il confine sono percepiti come nemici. Finché non elimineremo il concetto di Stato che detiene il monopolio della violenza, e non praticheremo la fratellanza che non conosce muri e confini, i diritti civili finiranno per estinguersi anche da noi.>

Colgo volentieri anch'io l'occasione di perorare la causa della Fraternità.

Elogio della Fraternità.
Luigi Fasce
In ossequio di Guido Calogero, filosofo del dialogo e di Aldo Capitini, gandiano nonviolento degli anni 30, ideatore della religione universale, padri del liberalsocialismo uniti nella resistenza al fascismo, a cui ho dedicato il circolo (www.circolocalogerocapitini.it), voglio parlare della Fraternità, il terzo dei principi valoriali - laici - della rivoluzione francese.

Prima alcune parole sugli esiti aberranti del principio di Libertà e su quello di Uguaglianza.

Della libertà
ne stiamo subendo attualmente gli esiti letali, trasformata nel lato oscuro in neliberismo è attualmente diventata vera e propria espropriazione della libertà fatta non più dalla “classe borghese”, bensì dalla Spectre l'Internazionale capitalista, una ristretta oligarchia plutocratica mondiale, che sappiamo dai libri ha impoverito il 90% dell'umanità all'insegna di “competition is competition”.
Dunque anche il principio valoriale di Libertà, prezioso fondamento per ogni
diritto civile, libertà di religione, pensiero, parola, sessuale, di genere, ecc., ecc., da quando trasformato il liberalismo in liberismo imperversa nel campo economico .
Dell'uguaglianza
Principio base del comunismo che doveva rendere tutti uguali, senza previlegio alcuno da parte di chichessia. Prendiamoci con le armi i mezzi di produzione ma anche la proprietà privata che tanto è un furto. Tutto è di proprietà dello Stato, lo stato è del popolo, il popolo lo rappresenta il partito comunista. Il sistema comunista è stato realizzato in URSS per circa 70 anni e 30 in Cina.
In Albania negli anni 80 anche i carretti di bibite (un'unica marca) erano statali.
Dopo il fallimento del sistema ne abbiamo visto i desolanti esiti. Mia figlia di ritorno l'altro ieri da Sofia in Bulgaria ha detto “c'era il comunismo, ora non c'è più nulla”. Sofia è una città sconvolta come ci fosse stato un bombardamento aereo, in piena città tombini scoperchiati, marciapiedi sconvolti.
Un paradosso solo si pensi che stiamo parlando di beni comuni essenziali alla vita quotidiana dei cittadini. Pare che nelle guide turistiche ci sia scritto “Non è città per turisti disabili”. Evidentemente non è bastato un secolo di comunismo per fare introiettare nella coscienza delle persone il valore del bene pubblico. O forse sono le condizioni economiche del Paese che non consentono nemmeno la manutenzione delle strade. Ma ora cosa dovremmo fare noi della sinistra europea con tutti ex Paesi satelliti (Bulgaria, Romania, Ungheria, ecc.) lasciarli al loro destino in adorazione del totem competizione ? Penso proprio di no. Cominciamo a non girarci dall'altra parte e mandare dei nostri osservatori della sinistra europea tanto dirigenti politici tanto deputati (PES, Sinistra, Verdi) in quei Paesi e cominciare a predisporre piani economici per andare in loro aiuto. Con le nostre protezioni civili non dobbiamo mobilitarci solo in caso di contingenti disastrose calamità naturali, dobbiamo mobilitarci anche di fronte a perduranti sconvolgimenti sociali come sta avvenendo in questi paesi europei fratelli.

Della fraternità

del terzo principio valoriale di Fraternità – di cui voglio qui tessere l'elogio - sembra oggi essersi perse le tracce. Le ha cancellate l' individualismo con la sua brama di consumare sempre di più, più velocemente, spasmodicamente.
Alle soglie di una nuova era è oggi universalmente riconosciuta la necessità di “pensare globalmente e agire localmente”, ma lo si ritiene un compito di quasi
insormontabile difficoltà. Perché? Secondo Rifkin la spiegazione va cercata nello stato attuale della coscienza umana: la struttura profonda dei nostri cervelli non
è più adeguata all’ambiente da noi stessi creato. I nostri modi di sentire, pensare, agire sono legati a un’epoca che sta per finire. L’umanità sta per affrontare una
mutazione senza precedenti, la terza grande mutazione della storia. Nel mondo agricolo, la coscienza umana era governata dalla fede; in quello industriale, dalla
ragione. Con la globalizzazione della vita economica, sociale, culturale, con la transizione all’era dell’informazione, la nostra coscienza si fonderà sull’empatia,
ossia sulla capacità di immedesimarsi nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona. La nuova coscienza globale sarà un amalgama di fede, ragione ed
empatia. Rifkin esplora le implicazioni profonde di questa radicale ristrutturazione della coscienza e delle nuove forme di organizzazione personale e sociale che ne
deriveranno.>

Comunque declinato, il principio di Fraternità, a mio parere deve assumere assoluta centralità, chiave di volta, che leghi Libertà (che caratterizza il pensiero
liberale) a Uguaglianza (che caratterizza il pensiero della sinistra – Norberto Bobbio docet). Perché, forse, la Fraternità diversamente che la Libertà e l'Uguaglianza non presenta in sé pericolosi lati oscuri e esorcizza quelli degli altri due.
Con la stella polare della Fraternità possiamo considerare unica comunità dell'intero globo terraqueo, ahimè sempre più piccolo e inquinato, composta da esseri viventi (umani, animali, piante) e dunque riavviare quell'opera di cooperazione globalizzata per salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale determinata dal turbocapitalismo globalizzato.

In base al principio di fraternità i beni comuni – acqua aria – sono veramente di tutti. L'acqua di un pozzo in Africa come la fontanella nelle nostre pubbliche
piazze è veramente di tutti gli assetati.

La fraternità si declina in cooperazione tra pubblico e privato badando però che al pubblico (Stato o Enti Locali) sia riconosciuto il primato dell'intervento nei
settori industriali strategici di interesse collettivo, energia, infrastrutture, logistica, trasporti, comunicazione, ecc.
La competizione come principio guida può continuare a spingere “gli animal spirits” in ampi settori dell'economia ma anche questi devono essere tenuti d'occhio dal
potere pubblico. Pensiamo solo alla tutela del consumatore per prodotti alimentari, ecc. Insomma, tutto quanto come previsto dal titolo terzo parte economica della
nostra saggia Carta Costituzionale.
La competizione può trovare il suo campo elettivo nello sport, utile per rendere innocua la carica aggressiva che sgorga istintiva dal nostro cervello rettiliano, ma
lo sappiamo, anche in questo caso, sono indispensabili le regole del gioco a cui attenersi. Sono proprio i vincoli delle regole imposte all'aggressività che
co-stringe la mortifera lotta di sopraffazione a sublimarsi in sportiva lotta giocosa.
La fraternità diventa solidarietà in campo sociale, meglio, per la dignità della persona se trasformata in diritto sociale all'istruzione, alla salute, all'assistenza sociale, alla sicurezza sociale.
In ossequio al principio di Fraternità si può costruire la pace, per un mondo primariamente denuclearizzato, senza guerre epocali, senza pericolo di cataclisma climatico annunciato.
La fraternità in campo economico prima o poi, più prima che poi, vista l'urgenza che abbiamo si deve declinare in cooperazione – all'interno dei luoghi di lavoro – privilegiando il lavoro rispetto alla rendita, e promuovendo politiche economiche coordinate prima tra gli Stati all'interno dell'Unione Europea e poi – questa si che è buona pratica da esportare,
in Africa, medio Oriente, Oriente, Americhe e Australia.

 

URL DI RIFERIMENTO

http://www.circolocalogerocapitini.it

Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .