Alcune riflessioni utili per poter fare chiarezza sui vari polveroni becero-populistici che vengono sollevati anche da parte di esponenti di spicco “progressisti” nonché “riformisti” che vanno dai Sindaci di grandi Città (vedi Vincenzi a Genova) fino ai Ministri (vedi Interni Amato, l’ex dottor sottile!).
In questa prima puntata della serie - Appunti di Cultura politica laica-liberalsocialista - le note riguardano due argomenti attualmente d’attualità sui Media che vengono trattati “a beccate” (sul tipo i polli di Renzo nei Promessi Sposi)dai protagonisti politici “saputi”. Tanto “saputi” da fare incazzare Cacciari.”
Sesso e droga
Il ‘68 sembra oramai lontano anni luce. Ricordo che è stato un periodo in cui la “libertà personale si pretendeva”: essere disinibiti sessualmente, liberi di fumare erba, essere creativi, dunque, logica conseguenza era contestare l’autorità costituita, il Potere repressivo dello Stato che, guarda caso, era quello Capitalistico (la Chiesa in quell’epoca era solo eminenza grigia che suggeriva al partito Democratico cristiano qualche buon consiglio su costumi e società Neanche eventuali misure governative pur sempre paternalistiche tese a legalizzare prostituzione (legalizzazione già esistente in alcuni Stati europei) e a legalizzare le droghe leggere e a medicalizzare quelle pesanti potevano soddisfare la sete di libertà assoluta. Il pendolo progressismo/tradizionalismo era fortemente spostato sul progressismo-anarcoide. Alcune contestazioni studentesche fatta a professori universitari sono state semplicemente abbiette. Tuttavia molti professori universitari sono riusciti per loro capacità e senso di umiltà a dialogare anche con i più facinorosi. Considerata la rigidità universitaria del tempo, almeno un risultato significativo c’è stato, l’abolizione degli steccati (prima del ’68 i liceali potevano iscriversi liberamente a qualunque facoltà, i ragionieri solo a Economia e commercio).
I comunisti italiani di allora (vedi Berlinguer) nel mentre non potevano che “sperimentare” la contestazione giovanile cercando di tracciare la terza via eurocomunista ancora nelle nebbie.
Su questa onda sessantottina contestatrice si sarebbero poi “liberati i matti” con i Basaglia e i basagliani. Abbiamo istituito la legge sul divorzio. Poi sono nati i Consultori Familiari, si è sviluppata la sessuologia con Abraham e Pasini, si è riflettuto criticamente sui limiti della medicina organicistica. Marxismo e psicoanalisi duettavano e discettavano. Chi ricorda più “Psichiatria Democratica” ? Tutti marxisti doc.
Il matto ? malato di società capitalistica. Che tempi !
Mai in allora si sarebbe mai potuto immaginare che arrivasse l’attuale fase repressiva di punire i clienti delle prostitute e mandare in galera i consumatori di spinello..
Figurarsi, per quanto riguarda la prostituzione, a chi poteva mai venire in mente di pagarsi il sesso, in quell’epoca lontana di “libertà sessuale”, per quanto riguarda poi il consumo di droga, lo slogan era “spinello libero”.
Il pendolo progressismo/tradizionalismo, nel giro di 40 anni si è completamente spostato nel quadrante tradizionalismo e se non viene arrestato dalle forze politiche laiche, liberal-progressiste può arrivare quanto prima anche a esprimere il suo carattere più reazionario. Si vedono già alcuni segnali inquietanti in specie per quanto riguarda il tradizionalismo cattolico fortemente repressivo nei confronti di sesso e droga.
Come può essere successo ?
Il pensiero cattolico non è più in contrapposizione con gli attuali DS ex marxisti del PCI, anzi sembra essere stato individuato come il loro nuovo puntello ideologico.
Tutta conseguenza del crollo dell’ideologia comunista dell’URSS (tutto il potere, e non solo quello economico, allo Stato) che faceva da contraltare al sistema capitalistico USA (tutto il potere, quello economico e politico, al privato), ha travolto inopinatamente anche la il sistema socialdemocratico UE (versione di economia mista di Stato e Privato).
Le conseguenze di questo contraccolpo sono oramai note: l’affermazione del pensiero unico liberista anche in Europa, con conseguenti, concretissime politiche a senso unico anche da parte dei moderati e riformisti di Governi di centrosinistra.
In questo momento frapporsi a qualunque privatizzazione o liberalizzazione di aziende strategiche per la nostra sicurezza nazionale o di servizi pubblici a “monopolio naturale” è prendersi la croce addosso di massimalista retrogrado, se non peggio, di comunista.
Eppure bisogna assolutamente contrapporsi. Per farlo occorre prima sbugiardare l’attuale mistificante idea che in economia l’unico riformismo che si può praticare sia quello di stampo liberista.
Dobbiamo recuperare la convinzione di poter governare il mercato, bloccare le sregolatezze del mercato senza mediazioni, senza correttivi, senza azioni calmieratici, senza garanzie da parte dello Stato per le parti sociali più deboli.
Insomma, dobbiamo opporci al ritorno in economia dell’ottocentesco “laissez faire laissez passer”.
Questo da contrastare mediante la ripresa di un forte riformismo socialista.
Ma bisogna anche scongiurare il pericolo più subdolo, quello del tradizionalismo cattolico che si può alleare tanto con la componente solidaristica della sinistra tanto con la componente liberista sia essa di destra che di sinistra.
Per questo impegno dobbiamo far leva non più sulla classe operaia ma sul “ceto medio riflessivo”, ceto moderato, solidarista, intellettualmente laico, progressista.
Ma su quali linea d’azione ?
Occorre indiv iduafre bene i due corni del problema.
Il liberalismo oltre che al campo economico dovrebbe liberare anche il campo a tutte le altre libertà individuali, dunque sesso e droga libere, ma in realtà una volta che ha il sopravvento il liberismo (il Caino del Liberalismo), quello c he resta delle libertà individuali è solo il potere del denaro, che per conservarlo e tramandarlo ha bisogno di una ideologia conservatrice che consenta di a livello di massa reprimere in profondità la personalità del cittadino-elettore, soprattutto nelle parti pulsionali, sostanzialmente. aggressività replique montre france e sesso.
Così è da sempre negli USA, così è stato per il Cile “liberale” di Pinochet, così è in tutti i Paesi con alto tasso di Autoritarismo (URSS ora Russia, prima e ora Cina)
E’ così che il pensiero unico liberista occidentale sta rimettendo in auge le Chiese tradizionali, in Italia la Chiesa cattolica, negli USA le Chiese evangeliche (si badi non quelle progressiste europee), in Russia la Chiesa Ortodossa.
Unica eccezione da questo punto di vista, la Cina, in quanto il tollerante confucianesimo è più che religione, filosofia. Basta il Partito a far rispettare la politica liberista.
Tutte le ideologie religiose monoteiste, in linea teorica non possono convivere con la libertà personale, sia di pensiero (scienza), parola (pensiero politico) e di comportamenti “pulsionali” consentiti dalla società moderna. Questo vale in particolare, in quanto ci riguarda direttamente, la chiesa cattolica ,
Vediamo le cause dell’inconciliabile conflitto
Le tre “bestemmie” anti dogmatiche compiute della scienza europea nei confronti della Chiesa Cattolica:
1) Keplero-Galilei, la sconfessione della centralità della Terra nell’Universo e il suo posizionamento causale nell’infinito universo.
2) Darwin, l’evoluzione della specie che contraddice la concezione creazionistica della Bibbia per cui l’Uomo, a immagine di Dio, viene creato in diretta da Dio stesso e poi, per non farlo annoiare, da una sua costola, fa nascere anche Eva, la donna.
3) Freud, la persona umana, composta da Es (istinto), Io (ragione) e Super Io (imposizioni morali acquisite dalla sfera genitoriale e sociale) che se è vero che “non siamo neppure padroni in casa nostra”, è altrettanto vero che pur tiranneggiati dall’istinto, possiamo entro alcuni margini di libertà gestirlo giammai coartarlo e perdipiù liberamente stabilire, come Io razionale, di rivedere e eventualmente adeguare le istanze morali che ci sono state tramandate culturalmente da chiesa, famiglia, e società.
Dunque pochi i gradi di libertà del nostro Io razionale, ma possibile, nella sfera di comportamenti e stili di vita.
Dunque la Chiesa cattolica dopo queste scoperte scientifiche nate con la modernità , qui per indicare l’Era Moderna, più che il 1492 (nozione geografica) dobbiamo parlare del 1534 (Riforma Protestante).
Per cui oltre che alla libertà interpretazione personale della Bibbia (ma bisognava prima sapere leggere), ha fatto seguito la libertà di ricerca scientifica che ha portato alle scoperte di cui sopra.
Il cattolicesimo in linea di principio non può coesistere neanche con il pensiero liberale per cui la persona è padrone delle proprie azioni (altro discorso se conosce se stesso al punto tale di operare per il proprio bene e il bene comune) che non tollera intromissioni autoritarie né da parte dello Stato né da parte di qualsivoglia Chiesa soprattutto quando le prescrizioni per gestire le “Pulsionalità” della “Persona” sono state scritte secoli orsono e il SuperIo che ne discende è in netta contrapposizione con la realtà del corpo umano, in specie per quanto riguarda le componenti pulsionali.
E’ conseguenza dell’attuale fase reazionaria, neoliberista-neotecon, se si è ripresa con virulenza, ma questa volta disputando apparentemente sul piano scientifico, la conflittualità tra Creazionisti (fondamentalisti evangelici in alcuni stati più tradizionalisti degli USA e Evoluzionisti e Cattolici in Europa). .
I creazionisti che non ammettano altra Verità che quella – diciamo garbatamente, vetusta – della Bibbia e che non si sognano di intenderla – come sarebbe il caso - in senso metaforico bensì in senso letterale.
E’ sulla stessa linea, negare l’evidenza scientifica sulle origini della vita (niente sesso tra Adamo ed Eva), niente sesso impuro tra Maria e Giuseppe per la nascita del maschio-Gesù, castità per il Sacerdote cattolico, però supremazia del maschio-Papa- sulla figlia suora, mica sorella foss’nche badessa.
La negazione dell’origine animale della nostra specie umana si basa sull’Antico Testamento, meno male che Gesù ci ha ricondotti alla naturalità dell’atto sessuale avendo detto “andate e moltiplicatevi.
Niente più totale negazione dell’atto sessuale per i comuni “mortali” se sterilizzato dalla spiritualità. Naturalità sessuale spiritualizzata che però non vale per la casta sacerdotale. Il celibato per il prete cattolico, con qualche eccezione storicamente e geograficamente date è attualmente norma.
I peccati di carne, sessuale, da parte dei preti è anch’desso normale ma c’è apposta l’istituto della confessione, assoluzione e penitenza (tutti aspetti psicologici che vengono fatti passare per spirituali) era a porvi rimedio.e Le questioni della supremazia del Papa, la castità del prete, la subalternità della donna, sono state risolte positivamente da parte della riforma protestante. Eppure nonostante le mille incongruenze scientifiche e politiche la Chiesa cattolica in Europa sembra avere la meglio sulle Chiese Evangeliche.
Per il popolo cattolico non più modernamente totale astinenza solo all’interno del matrimonio – cattolico ben s’intende. Perché per la chiesa cattolica il matrimonio civile non è riconosciuto. Di norma è riconosciuto dallo Stato il Matrimonio cattolico, tanto che il prete cattolico ufficia tanto il matrimonio sacramentale assieme al matrimonio civile. Però può avvenire che si sancisca un matrimonio cattolico senza registrarlo come civile. Molti sanno che questa pratica viene svolta spesse volte dal prete su richiesta di pie vedove cattoliche che in questo modo non perdono la pensione di reversibilità (magari anche consistente) del defunto marito. Ma questo per la religione cattolica non è peccato.
Anche l’esortazione del Papa riportata in grande evidenza da “Il Secolo XIX” (domenica 2 settembre 2007) “Loreto,Ratzinger ai giovani ”(figurasi l’andare a Puttane !) rientra nell’attuale politica repressiva della pulsionalità animale dell’Essere umano incarnato al mondo.
Mentre per ammansire l’aggressività sappiamo bene che è stato individuato nello sport e non sempre con risultati soddisfacenti. Per sesso e droga non si riesce ancora a trovare le adeguate politiche. Al momento sembra prevalere la mera repressione che sicuramente è modalitàcon le maggiori controindicazioni.
Il partito democratico sorgente sembra prestarsi a questa restaurazione. C’è la gara di Rutelli a essere più servile rispetto a Veltroni e a, ci vuole troppo, con Mastella, Casini … Ceva … Buttiglione nei confronti di Papa e Cei.
E’ del 3/9/2007 su La Repubblica la ieratica difesa del novello crociato Rutelli “Assurdi li attacchi alla Chiesa”<….> “Il cattolicesimo è un fenomeno che in Italia è profondo, radicato, popolare. Chi polemizza contro il cattolicesimo rischia di staccarsi da un tratto fondamentale dell’identità del Paese.”.
Fa ribrezzo ricordare che è stato radicale.
Meno male che almeno c’è Boselli con il piccolo SDI a rispondergli per le rime “Rutelli pretende che il cattolicesimo sia una sorta di religione di Stato che caratterizza la nostra identità nazionale e che pertanto può godere di privilegi, cosa che è nettamente contraria ai principi della democrazia liberale.” E anche contraria alla Costituzione Italiana.
Repressa la pulsionalità umana è gioco facile per il potere economico rendere docile il lavoratore troppo pretenzioso occidentale. Reprimere la sessualità dei poveri dell’Africa e dell’Asia non è invece conveniente per le multinazionali.
In questo spalleggiato dal divieto della Chiesa cattolica all’uso dei profilattici-contraccettivi. Divieto che, in nome del bene comune (?) deve valere anche per i non cattolici.
Come sappiamo l’unica forma contraccettiva accettata dalla chiesa cattolica è l’astinenza.
L’atto sessuale sganciato dalla procreazione non è ammesso.
Imporre l’atto sessuale solo per procreare è operazione, se riesce, mica da poco; è avere in potere sul comportamento più intimo e privato che possiamo immaginare. Riuscire nell’opera di inibire mentalmente la pulsione sessuale è possedere un enorme potere spirituale, politico ed economico.
Tale è appunto lo scopo del nono comandamento “non desiderare la donna d’altri”. Certo al tempo in cui si è scritto questo comandamento la donna era mera proprietà dell’uomo. Difatti è un ribadire l’ottavo comandamento che recita “non desiderare la roba d’altri”. Ma per noi moderni la coartazione dello stesso desiderio – non atto – è da considerare un vero attentato alla salute mentale dell’individuo.
Comunque sia siamo di fronte a un paradosso: al cittadino occidentale la Chiesa prescrive da un lato astinenza se non in caso intenzionale di procreare.
Così facendo, con i nostre risorse in campo scientifico che ci consente il più basso tasso di mortalità infantile, in Europa e negli USA si potrebbero mettere al mondo almeno una ventina di figli per coppia. Invece in Occidente se ne mettono al mondo solo 1 o 2. Evidentemente in Europa si trasgrediscono i dettemi della Chiesa cattolica e negli USA i dettami delle chiese evangeliche.
Mentre in Africa la proliferazione demografica è altissima ma non certamente per l’esortazione della chiesa cattolica a fare figli, bensì per mera pulsionalità in mancanza di altro tipo di gratificazione.
Però, sappiamo dell’altissimo tasso di mortalità infantile in Africa, mortalità che avviene in età giovanissima e tra mille sofferenze per fame, sete, avverse condizioni climatiche e malattie, ma sofferenze che non sembra interessino la chiesa cattolica. Sembra di essere ancora al tempo della santa inquisizione medievale quando non importavano le torture inflitte al corpo, importava, a tutti i costi, il pentimento e la salvezza dell’anima.
Tra l’altro quei poveri bambini africani morti, neanche battezzati, non andranno mica in paradiso.
Questo il promemoria da ben ricordare e diffondere.
Cosa fare conseguentemente come laici liberalsocialisti?
1)Ribadire sul fronte sessualità che siamo primariamente per campagne di educazione sessuale nelle scuole e rafforzamento delle rete dei consultori familiare e come misura di ordine secondario, richiedere una legge per la legalizzazione della prostituzione senza alcuna distinzione di sesso.
Sembra puntuale e preciso l’intervento di Biscardini dello SDI
Prostituzione, è tempo di modificare la Merlin (SDI Newsletter 6/9/2007)
Biscardini: non si combatte con la demagogia e la persecuzione
“La cultura della sicurezza e della legalità è diversa dalla cultura della demagogia e della persecuzione a cui si ispirano in questi giorni sindaci sia di destra sia di sinistra. L’iniziativa del comune di Milano di multare i clienti e di Genova di inviare a casa una denuncia per violenza sessuale ai minori, appaiono tra le notizie più strampalate della stagione e comunque di difficile applicazione”.
Lo ha dichiarato Roberto Biscardini della Segreteria nazionale dello Sdi, che ha aggiunto: “Contro il dilagare della prostituzione nelle strade ci sono solo due rimedi. Primo, il controllo del territorio per impedire la prostituzione minorile e combattere la criminalità che organizza la tratta di donne e uomini ridotti in schiavitù. Secondo, bisogna modificare la legge Merlin per abolire il reato di favoreggiamento e consentire la prostituzione nelle abitazioni, cosa che oggi la nostra legislazione non consente. E’ con questo spirito, proprio per affrontare questi due aspetti del problema, che lo Sdi presentò nella scorsa legislatura, un progetto di legge che può rientrare a pieno titolo nel dibattito all’attenzione del Governo”.
A cui fa subito seguito
Prostituzione, dallo Sdi una proposta di legge per regolarizzarla SDI Newsletter 7/9/2007)
Buemi: non la si può debellare a forza di ipocrisie
Da Torino riparte la battaglia per legalizzare e regolarizzare la prostituzione. A farlo è Enrico Buemi, parlamentare dello Sdi e primo firmatario di una legge in materia presentata alla Camera e che - annuncia - verrà iscritta all'ordine del giorno al più presto “con un triplice scopo - dice - salvaguardare l' aspetto sanitario, la sicurezza pubblica e il fisco italiano”.
La proposta di legge, presentata dallo Sdi e sostenuta dalla Rosa nel Pugno, prende spunto anche dalle cifre presunte relativo al giro d' affari della prostituzione in Italia. “Una mole di denaro che il fisco italiano non può ignorare”, ha detto Buemi, parlamentare piemontese. Le cifre presentate da Buemi e raccolte da recenti ricerche parlano chiaro: 70.000 soggetti esercitanti, costo medio della prestazione 30 euro, introito medio giornaliero per soggetto 300 euro, giro d'affari giornaliero nazionale 21.000 euro, annuale 6 miliardi e 300 milioni di euro, un eventuale introito fiscale di un miliardo e 700 milioni derivanti da una aliquota minima del 27%.
Con questa proposta di legge si intende ribaltare la legge Merlin “voluta a sua tempo da una senatrice socialista, lungimirante e progressista, ma oggi non più consona”. Il provvedimento prevede, tra il resto, il divieto di prostituzione da parte delle minorenni, il divieto di esercitare per strada e di creare forme di associazione nello stesso locale, il possedimento di requisiti come uno specifico tesserino sanitario. “La prostituzione - ha detto Buemi - è antica come l'uomo e non la si può debellare neppure a forza di ipocrisie e false rappresaglie, una sua regolamentazione può invece dare un grosso colpo alla criminalità che da sempre la circonda”.
L’unico limite di queste motivazione è che restano sulla superficie del fenomeno e che corrono il rischio di essere criticate per “pragmatismo” gretto e meramente utilitaristico, mentre il fenomeno necessita di una spiegazione in termini di filosofia politica liberale: diritto individuale di gestire il proprio corpo e in termini di scientificità che individua nella sessualità la componente pulsionale della personalità che non può essere coartata ma, al pari della aggressività, incanalata in condotte socialmente accettate e di cui la legalizzazione della prostituzione è una valida scelta. L’attuale non scelta, di stampo cattolico, che nega l’esistenza di questa esigenza biologico della persona non sopprime il fenomeno ma ne colpevolizza i fruitori e fa crescere il contesto criminogeno. Quando un bisogno, e la pulsione sessuale è il bisogno fondamentale di ogni tipo di animale vivente su questa terra, persona umana compresa, non viene regolamentata – come diritto - da una norma statale, il bisogno viene immediatamente soddisfatto dal criminalità organizzata o meno.
2) Per quanto riguarda la droga, occorre richiedere l’approvazione di una legge per rendere libera l’assunzione di droghe leggere (al pari di tabacco e alcol) e per la medicalizzazione di droghe pesanti.
Fatto questo occorre poi fare svolgere massicce campagne di educazione sanitaria e non solo inutili spot televisivi di pochi secondi di “Pubblicità e Progresso”, nelle scuole di ogni ordine e grado, così come in ogni infimo comune, consiglio di circoscrizione e comunità montana, che spieghi a fondo i danni per la salute di alcol, tabacco e ogni qualsivoglia altra droga leggera o pesante, sintetica o naturale che sia. Tutto ciò era già previsto nei 31 punti del programma liberalsocialista della Rosa nel Pugno del 2005, programma che non può che essere confermato.
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