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CULTURA POLITICA

TITOLO

Manifesto socialdemocratico Per la Ripresa del riformismo – Paolo Sylos Labini e Alessandro Roncaglia - Edizioni l’Unità 2002 – edizione non vendibil
 
DATA 11/11/2004
LUOGO l'Unità

“Manifesto” socialdemocratico

Congresso straordinario
del Partito socialdemocratico tedesco –
Bad Godesberg 13 - 15 novembre 1959

“I socialisti lottano per una società che permetta a ognuno il libero dispiegamento della propria personalità collaborando responsabiulmente, nella qualità di membro posto al servizio della comunità, alla vita politica, economica e culturale dell’umanità.

Libertà e giustizia si condizionano a vicenda. Infatti la dignità umana sta tanto nell’esigenza di autoresponsabilità quanto nel riconoscimento dei diritti degli altri uomini a sviluppare la propria personalità e a collaborare con uguali diritti alla formazione della società.

La libertà, la giustizia e la solidarietà, gli obblighi reciproci che nascono dal vincolo comune, questi sono i valori fondamentali della volontà socialista.

Il socialismo democratico che in Europa ha le proprie radici nell’etica cristiana, nell’umanesimo e nella filosofia classica, non vuole annunciare nessuna verità ultima – non per mancanza di comprensione o per indifferenza nei confronti delle concezioni del mondo o delle verità religiose, ma per rispetto delle scelte di fede da parte dei singoli uomini, sul cui contenuto non hanno da intervenire né un partito politico né lo Stato.
Il Partito socialdemocratico tedesco è il partito della libertà di spirito. Esso è una comunità di uomini che provengono da diverse correnti di pensiero e di fede. Il loro accordo si fonda sulla comunanza dei loro principi etici ed obiettivi politici. Il Partito socialdemocratico aspira a un ordinamento della vita nello spirito di questi valori fondamentali. Il socialismo è un cammino ininterrotto – conquistare la libertà e la giustizia, conservare e dimostrarsi degni di esse.

Per una società degna dell’uomo
Dalla scelta in favore del socialismo democratico nascono una serie di richieste fondamentali che devono essere adempiute in una società degna dell’uomo:
T
utti i popoli devono sottostare a un ordinamento giuridico internazionale che disponga di un sufficiente organo esecutivo. La guerra non deve essere uno strumento politico. Tutti i popoli devono avere la stessa possibilità di partecipare al benessere del mondo. I paesi in via di sviluppo hanno diritto alla solidarietà degli altri popoli.

Noi combattiamo per la democrazia. Esse deve diventare l’ordinamento generale della vita e dello stato, perché essa soltanto esprime il rispetto della dignità umana e della sua responsabilità. Noi ci opponiamo a ogni dittatura, a ogni specie di dominio totalitario e autoritario, perché le dittature disprezzano la dignità dell’uomo, ne annientano la libertà e distruggono il diritto. Il socialismo si realizza soltanto attraverso la democrazia, la democrazia si compie attraverso il socialismo.

I comunisti si rifanno a torto a tradizioni socialiste. In realtà essi hanno falsificato il patrimonio di pensiero socialista. I socialisti vogliono realizzare la libertà e la giustizia, mentre i comunisti sfruttano le lacerazioni della società per erigere la dittatura del loro partito.

Nello Stato democratico ogni potere deve sottostare al controllo pubblico. Gli interessi della collettività devono sovrastare gli interessi del singolo. Nell’economia dominata dalla sete di profitto e di potere sono in pericolo la democrazia, la sicurezza sociale e la libertà personale. Per questo il socialismo democratico auspica un nuovo ordinamento sociale 3ed economico.
Tutti i privilegi nell’accesso all’istruzione devono essere eliminati. Soltanto le doti e le prestazioni individuali devono permettere l’ascesa di ognuno.

Proprietà e potere
Un carattere essenziale dell’economia moderna è il processo di concentrazione che si va continuamente rafforzando. Non solo le grandi imprese determinano in modo decisivo l’evoluzione dell’economia e del livello di vita, ma esse modificano anche la struttura dell’economia e della società.
- Chi nelle grandi organizzazioni economiche ha il potere di disporre di milioni di marchi e decine di migliaia di lavoratori, non si limita a fare dell’economia, ma esercita il potere su uomini, la dipendenza degli impiegati e degli operaio va molto al di là della sfera economico-materiale.
- -Laddove predomina la grande impresa non esiste libera concorrenza. Chi non dispone dello stesso potere, non ha le stesse possibilità di sviluppo, in un modo o nell’altro non è libero. La posizione più debole nell’economia è quella dell’uomo in quanto consumatore.
- Con il loro potere, ulteriormente rafforzato da cartelli e consorzi, gli uomini che dirigono la grande industria esercitano un influsso sullo Stato e sulla politica che non è conciliabile con i principi democratici. Essi usurpano il potere statale. Il potere economico si trasforma in potere politico.
- Questo stato di cose è una provocazione per tutti coloro che nella libertà e dignità umana, nella giustizia e nella sicurezza sociale vedono le basi della società umana.
- Il contenimento del potere della grande industria rappresenta dunque il compito centrale di una politica economica liberale. Lo Stato e la società non devono diventare preda di potenti gruppi d’interesse.
- La proprieà privata dei mezzi di produzione ha diritto ad essere protetta e incentivata, fintanto che essa non ostacola la costruzione di un ordine sociale giusto. Le piccole e medie imprese efficienti vanno rafforzate, affinchè possano superare il confronto economico con le grandi imprese.
- La concorrenza a mezzo delle imprese pubbliche è un mezzo decisivo per impedire il controllo privato del mercato. A queste imprese spetta il compito di far valere gli interessi della collettività: Esse diventano necessarie laddove, per motivi di ordine naturale o tecnico, alcune prestazioni irrinunciabili per la collettività possono essere ottenute in modo economicamente ragionevole soltanto escludendo la libera concorrenza.
- Le imprese della libera economia comunitaria che si orientano secondo il criterio della necessità e non della ricerca privata del profitto hanno una azione regolatrice dei prezzi e giovano ai consumatori. Esse adempiono un’importante funzione nell’ambito della società democratica e hanno diritto a essere aiutate.
- Un’ampia pubblicità deve fornire al pubblico la possobilità di guardare dentro le strutture del potere economico e di verificare il comportamento economico delle imprese, in modo da permettere una mobilitazione dell’opinione pubblica contro ogni abuso di potere.
- Un efficace controllo pubblico deve impedire ogni abuso di potere dell’economia. I suoi strumenti più importanti saranno il controllo degli investimenti e il controllo delle forze che dominano il mercato.
- La proprietà collettiva è una forma legittima di controllo pubblico, cui nessuno Stato moderno può rinunciare. Essa serve al mantenimento della libertà di fronte allo strapotere dei grandi gruppi economici. Nella grande industria il potere decisionale è caduto per lo più in mano a manager che lo esercitano al servizio di potenze anonime. In uquesto modo la proprietà privata dei mezzi di produzione ha perduto in gran parte il suo potere decisionale. Il problema centrale oggi è questo: il potere economico. Laddove non è possibile con altri mezzi garantire un ordine sano dei rapporti economici di potere, la proprietà privata collettiva diventa utile e necessaria.
- Ogni accumulo di potere economico, anche nelle mani statali, comporta dei pericoli.
- Per questo la proprietà collettiva dev’essere regolata secondo i principi dell’autonomia amministrativa e della decentralizzazione. Nei suoi organi amministrativi devono essere rappresentati tanto gli interessi degli impiegati e degli operai quanto quelli pubblici e dei consumatori. Non la burocrazia centralizzata, ma la collaborazione responsabile di tutti i partecipanti è il miglior mezzo per servire la comunità.

I sindacati nell’economia

Tutti gli operai, impiegati e funzionari hanno il diritto di riunirsi in sindacati. Nell’economia attuale i lavoratori sono alla mercé di coloro che detengono le posizioni di comando nelle aziende e nelle loro associazioni se, per poter contrattare liberamente le proprie condizioni di lavoro, non si contrappongono la loro forza solidale, ordinata democraticamente in sindacati autonomi. Il diritto di sciopero fa parte degli ovvi diritti fondamentali degli operai e degli impiegati.

I sindacati lottano perché iai lavoratori venga data una parte equa del frutto del lavoro sociale e per il diritto di cogestione nella vita economica e sociale.

Essi lottano per una maggiore libertà e agiscono in rappresentanza di tutti i lavoratori. Essi sono pertanto portatori essenziali del processo permanente di democraticizzazione. Un importante compito del sindacato è quello di rendere ogni lavoratore capace di una continua collaborazione e di fare in modo che sia in grado di servirsi di queste capacità.
Gli operai e impiegati che forniscono il contributo decisivo alla vita economica del paese sono stati finora esclusi da un’efficace cogestione.
La democrazia richiede però la partecipazione dei lavoratori nelle aziende e in tutta l’economia. Da subalterno dell’economia, il lavoratore deve trasformarsi in cittadino dell’economia.
La cogestione nell’industria del ferro e dell’acciaio e nell’industria estrattiva del carbone rappresenta l’inizio di un nuovo ordinamento economico. Essa deve trasformarsi in uno statuto imprenditoriale democratico per la grande industria. Dev’essere assicurata la cogestione dei lavoratori negli organi di autoamministrazione dell’economia.

La scuola
L’educazione e l’istruzione devono dare la possibilità a tutti gli uomini di sviluppare in modo incondizionato le loro capacità e predisposizioni. Esse ne devono rafforzare la capacità di resistenza contro le tendenze conformistiche del nostro tempo. La conoscenza e l’appropriazione dei valori culturali tramandati e la familiarità con le forze che stanno alla base della vita sociale contemporanea sono i fondamenti di un pensiero indipendente e di un giudizio spassionato.
La gioventù dev’essere educata collettivamente, nelle scuole inferiori e superiori, nello spirito del rispetto reciproco, alla libertà, all’autonomia, alla responsabilità sociale e agli ideali della democrazia e della comprensione tra i popoli, per raggiungere nella nostra società, con i suoi molteplici sistemi ideologici e morali, un atteggiamento e uno stato d’animo di comprensione, di tolleranza e di altruismo. A queto scopo, nel piano di studi di tutte le scuole deve essere compresa in misura adeguata l’educazione civica.
L’educazione alle arti e l’attività manuale devono avere un grande peso nella formqzione dell’individuo. Lo Stato e la società hanno il dovere di fornire a tutto il popolo, attraverso l’educazione e le istituzioni culturale, la confidenza con l’arte e con la creazione artistica.
Lo sport e l’educazione fisica hanno diritto a essere incoraggiati in tutti i modi nello Stato e nella società. Essi sono utili alla salute dell’individuo e sono essenziali per la formazione dello spirito di solidarietà.
La collaborazione dei genitori all’educazione scolastica e la partecipazione degli scolari alla gestione della scuola devono essere stimolate ad ogni livello. L’organizzazione della scuola e i piani di studio devono essere regolati in modo che tutte le attitudini possono svilupparsi a tutti i livelli dell’iistruzione.
Ognuno che ne abbia le capacità dev’essere messo in condizione di proseguire in ogni momento il suo iter scolastico in scuole pubbliche e all’università dev’essere gratuita. Gli strumenti didattici e dell’approfondimento devono esere messi a disposizione gratuitamente in tutte queste scuole.
L’obbligo scolstico deve raggiungere una durata di dieci anni. Le scuole professionali non devono fornire soltanto una formazione professionale, ma anche dare una istruzione ed educazione generale e civica.
Devono essere aperti nuovi accessi all’università. Dal momento che la via della formazione scolastica attraverso le scuole inferiori e superiori non può soddisfare tutte le attitudini, dev’essere aperta un’altra via, che passa attraverso il lavoro professionale, le scuole professionali e speciali, ed offra nuove possibilità di accedere all’università.
La formazione professionale di tutti gli insegnanti deve avvenire all’università. Una buona organizzazione scolastica richiede educatori in grado di far fronte autonomamente a tutti i problei posti dall’epoca attuale.

Comunità internazionale
Il compito più importante e urgente è quello di mantenere la pace e slavaguardare la pace.
Il socialismo democratico si è sempre ispirato all’idea della collaborazione e della solidarietà internazionali. In un’epoca in cui tutti gli interessi e le relazioni sono interdipendenti, nessuno nazione è più in grado di risolvere da solo i propri problemi politici, economici, sociali e culturali. Il partito socialdemocratico tedesco è convinto che i compiti culturali, economici, giuridici e militari della politica tedesca debbano essere risolti in stretto legame con le altre nazioni.
Sono indispensabili normali relazioni diplomatiche e commerciali con tutti i paesi, indipendentemente dai sistemi di governo e dalle strutture sociali.
Commissioni d’arbitrato internazionale, concordati, diritto all’autodeterminazione ed equiparazione di tutti i popoli, l’inviolabitlità dei teritori nazionali e la non ingerenza negli affari inteni degli altri popoli devono garantire la pace, assicurata da un’organizzazione mondiale.
Le Nazioni Unite devono diventare quell’organizzaizone mondiale che dovrebbero idealmente essere. I loro principi devono essere impegnativi per tutti. Un diritto di genti, conforme ai diritti dell’uomo proclamati dalle Nazioni Unite, è indispensabile. Il Partito socialdemocratico tedesco difende il diritto di tutti gli uomini alla loro patria, al proprio carattere nazionale, alla loro lingua e alla loro cultura.
Si devono creare sistemi di sicurezza regionali nell’ambito delle Nazioni unite come primo passo verso un disarmo generale e la distensione dei rapporti internazionali. La Germania riunificata deve diventare mebro di un sistema di sicurezza europeo con uguali diritti e doveri. Lo sviluppo economico spinge alla collaborazione gli Stati europei . Il partito socialdemocratico appoggia questa collaborazione che deve servire soprattutto al progresso economico e sociale. Le comunità sovranazionali regionalmente limitate dal mondo esterno, la collaborazione paritetica e un commercio mondiale aperto a tutte le nazioni, sono premesso indispensabili per una convivenza pacfica.
Gli Stati democratici devono soprattutto dimostrare la loro solidarietà con i paesi in via di svilupp. Più della metà della popolazione mondiale vive ancora nella più profonda miseria e ignoranza. Finchè la ricchezza mondiale non verrà redistribuita e la produttività nei paesi in via di sviluppo non sarà considerevolmente aumentata, permane un pericolo per lo sviluppo democratico e una minaccia alla pace.
Tutte le nazioni hanno il dovere di combattere con sforzi comuni la fame, la miseria e le pestilenze. I paesi in via di sviluppo hanno diritto a un aiuto generoso e disinteressato. Il loro sviluppo economico, sociale e culturale deve ispirarsi alle idee del socialismo democratico , affinchè essi non finiscano per ricadere in nuove forme di oppressione.”

(da Per la Ripresa del riformismo – Paolo Sylos Labini e Alessandro Roncaglia - l’Unità 2002 – edizione non vendibile separatamente da “l’Unità”)

Elenco argomenti

Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .