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CULTURA POLITICA

TITOLO

Al dibattito sollecitato (su Micromega (8/2006) da Paolo Flores d’Arcais sulla base delle seguenti domande “- Con il governo Prodi siamo di fronte a
  Abbiamo fatto seguito, considerata l'importanza del quesito, con un dibattito genovese integrativo sull'argomento. Luigi Fasce
DATA 29/12/2006
LUOGO Genova

Possiamo ancora votarli ?

di Luigi Fasce

Al dibattito sollecitato (su Micromega (8/2006) da Paolo Flores d’Arcais sulla base delle seguenti domande
“-Con il governo Prodi siamo di fronte ad un berlusconismo senza Berlusconi?"
-Possiamo continuare con la politica del male minore ?
-Come si evita il qualunquismo del “sono tutti uguali”?
-Come si esce dalla “palude” che favorisce il regime di Arcore ?”


hanno risposto su MicroMega 10/2006


1 – Pierfranco Pellizzetti
2 – Lidia Ravera
3 – Furio Colombo
4- Giulietto Chiesa
5 – Andrea Gallo
6 – Gianni Vattimo
7 - Giovanni Bachelet
8 – Franco Russo
9 – Pierluigi Sullo
10 – Marco Revelli
11 – Giorgio Cremaschi
12 – Giulio Marcon
13 – Ivan Scalfarotto
14 – Dario Fo
15 – Gregorio Gitti
16 – Marco Travaglio
17 – Pacho Pardi
18 – Paolo Flores d’Arcais (conclude)

a cui, a livello genovese, ha fatto seguito il seguente dibattivo


CIRCOLO GUIDO CALOGERO E ALDO CAPITINI
CULTURA POLITICA E DIRITTI DEL CITTADINO
www.circolocalogerocapitini.it
luigi@fasce.it
cell.3391904417

Venerdì 29 dicembre 2006 ore 17,00-19,30

Provincia di Genova Sala di Minoranza (Piano Terra)
Via Roma Palazzo della Prefettura - Genova

INVITA
Al dibattito alla presenza di

PIERFRANCO PELLIZZETTI

uno degli Autori del n.10/2006 della Rivista MicroMega
che ha risposto ai seguenti interrogativi di Paolo Flores d´Arcais

-Con il governo Prodi siamo di fronte ad un berlusconismo senza
Berlusconi?
-Possiamo continuare con la politica del male minore ?
-Come si evita il qualunquismo del "sono tutti uguali"?
-Come si esce dalla "palude" che favorisce il regime di Arcore ?

Ne discute con

MAURO BARBERIS - Università Trieste
ANGELO CIFATTE - MegaChip Liguria
GAETANO CUOZZO - Circolo Guido Calogero - Aldo Capitini
MARCO FALLABRINI - Consigliere Provincia di Genova
FULVIO MOLFINO - Consigliere Comune di Genova
UGO MONTECCHI - ARS Genova
GUALTIERO SCHIAFFINO - Consigliere Provincia di Genova

LUIGI FASCE - Moderatore

Segue pubblico dibattito


Tentativo di estrarre gli elementi più significativi del dibattito al fine di chiarirsi le idee su quanto sta accadendo nell’Unione
Di Luigi Fasce

Il dibattito sviluppato da ben 17 interlocutori sembra andato ben oltre le reali intenzioni di Paolo Flores d’Arcais che nell’esporre indignato le domande al “Caro Nanni”, pensava principalmente all’iniqua legge sull’indulto approvata dal Parlamento con Mastella Ministro di Grazia e Giustizia. Le reali intenzioni di Flores sono state confermate da Mauro Barberis nella sua esposizione fatta durante il nostro genovese dibattito, ma anche ribadite nelle conclusioni dello stesso Flores quando afferma che il risultato per fare svuotare le carceri si doveva ottenere con altri provvedimenti specifici di legge: su immigrazione e su droga. Ma questo nostro governo dell’Unione con l’indulto ha invece preferito fare leggi ambigue piuttosto che caratterizzarsi con leggi di segno marcatamente liberale.
Peraltro nessuno di coloro che hanno avuto l’occasione di dire la loro su numero 10 di MicroMega ha risposto restando sul tema Indulto.
Le domande formulate da Flores hanno invece sollecitato a esprimere da parte degli interpellati la loro personale “visione” della politica. Vuoi moralistica, vuoi ideologica, quasi sempre in chiave critica distruttiva piuttosto che propositiva.

A ben decodificare le risposte si evidenzia quale sia, almeno per alcuni, la personale posizione ideologica e pur tuttavia, per ben comprendere gli estremi del contendere del dibattito questo non basta. Al fine di capire le critiche ma anche le proposte, è indispensabile esplicitare anche che

- n Italia siamo (da circa 60 anni)in un sistema politico sostanzialmente socialdemocratico (in termini formali vedasi Carta Costituzionale) e in termini reali avendo uno stato sociale di tipo universale: scuola e sanità pubblica e servizi pubblici: acqua, strade, trasporti, energia, e con alcune aziende con caratteristiche parastatali) economia). Da circa 20 anni circa, tanto a destra che a sinistra si stanno svolgendo azioni di governo che liberalizzano servizi di pubblica utilità e svendono imprese di interesse nazionale in nome di un non ben esplicitata esigenza di liberalizzazione del mercato.
- non c’è collante ideologico omogeneo nell’Unione di
Centrosinistra – nonostante il crollo del sistema comunista dell’URSS avvenuto nel 1989 - in quanto ci sono nel suo interno partiti che si qualificano ancora come comunisti ma non c’ neppure collante ideologico omogeneo all’interno dell’attuale Ulivo così come non ci può essere di conseguenza neppure nel ipotetico Partito Democratico.

- si dovrebbe presumere, comunque, a prescindere dal necessario ridimensionamento del debito pubblico, che le politiche di questo governo dell’Unione siano almeno caratterizzate da un denominatore comune, quello di mantenere stato sociale universale e servizi di pubblica utilità statali, nonché in campo economico una bilanciata politica – tra pubblico e privato. Invece il lascito dei precedenti governi succedutisi negli ultimi 15 anni è quello di politiche contrabbandate genericamente come riformiste mentre sono state segnatamente liberiste. Dall’ultima finanziaria ancora non si capisce se l’onda liberista sia stata arrestata.
- nonostante siano garantite le libertà individuali (“principi fondamentali” della carta costituzionale), queste libertà trovano fortissime resistenze ad attuarsi in Italia per la forte contrarietà della chiesa cattolica che trova paladini zelanti tra i partiti politici cattolici tanto collocati a destra che a sinistra.

Senza avere presenti queste coordinate succede che è del tutto incomprensibile qualunque tipo di dibattito centrato sulla critica al governo, oggi di Prodi, domani chissà di chi.

Tenendo ben presente quanto detto veniamo dunque a decifrare in estrema sintesi degli interventi.

1) Pellizzetti
Per quanto riguarda il suo contributo è esordito parafrasando Alberoni ricordando che nell’Unione stiamo passando una fase di comune insoddisfazione, presupposto dal cambiamento.
Ha ricordato che l’azione sociale è costituita da quattro componenti
oggi da ripensare:
- Valori (principi ordinatori)
- Norme (i valori tradotti in procedure)
- Motivazioni (le spinti mobilitanti)
- Mezzi.

Importante contributo offerto a chiunque politico si voglia attualmente cimentare nel ricostituire adeguatamente collante ideologico e forma partito dopo il lungo periodo di crisi che sembra tendere all’infinito se solo consideriamo la proposta per la nascita dell’evanescente partito democratico.
Rendendosi conto che questo processo sarà lungo in quanto le élites oligarchiche politiche a livello nazionale sembrano piuttosto interessate a gestire il proprio pezzo o pezzetto valoriale di specchio ideologico infranto e dunque, Pellizzetti, propone di agire a partire dal basso, attuando significative azioni politico-gestionali negli enti locali.

2)Ravera
Queste le frasi più significative della Ravera.
“La metà degli italiani è berlusconizzata, un gregge di teledipendenti. ….
“la variabile più importante di questo gioco (politico) bloccato, siamo noi.”
Marca male il dato di partenza e pur tuttavia l’esortazione finale è importante e valida anche per affrontare tutte le vicissitudini della vita.
In politica occorre individuare strumenti politici che riescano a dare spinte mobilitanti, per dirla con Pellizzetti, ma per quale visione del mondo ? Senza premesse ideologiche e senza contestualizzare l’azione politica si fanno solo metafore ma senza pratica applicazione.

3)Colombo
Elenca i danni morali e istituzionali fatti da Berlusconi ma senza indicare rimedi.

4) Chiesa

Ecco estrapolate le frasi che ritengo più significative della risposta di Chiesa

“Conoscere la realtà per sapere da dove partire.

Costruire un’alternativa democratica e socialista (per avviare il processo replica piaget si potrebbe costituire una Fondazione)

Significa individuare i ceti sociali di riferimento essenziali a tale alternativa

Contare su sinistra democratica e cattolicesimo progressista”


Occorre per capire prima storicizzare l’evoluzione e l’involuzione delle principali classi sociali che hanno dato origine allo scontro (o supposto tale) di classe tra borghesia e operaia

I presupposti per aggregare i cattolici progressisti con sinistra democratica sono che si dichiarino preliminarmente Laici e liberali e che diventi prevalente la cultura del Concilio Vaticano II

L’idea di una Fondazione sembra eccellente ma non su base semplicemente democratico-socialista, occorre un più ampio collante ideologico laico-liberalsocialista-ecologista
Sembra che a Chiesa faccia difetto soprattutto la dimensione liberale.

5) don Gallo
Ecco estrapolate alcune significative frasi del suo ampio discorso

“di nuovo in piazza per pensare in grande.
Si inventano cosucce come il Partito Democratico
Dopo la vittoria referendaria Bussola la Costituzione
W la partecipazione.”Il popolo è stato corrotto dalla manipolazione berlusconiana e dal pensiero fascista leghista.
Non si parla la lingua del cittadino medio
Fare argine ai rissosi partiti dell’Unione
Contrastare gli atei devoti clericali e le gerarchie cattoliche
contro il liberismo
La laicità rimane lo spazio politico che accoglie e rispetta tutte le religioni e le preserva dal fondamentalismo.


E’ evidentemente ottima l’indicazione di Costituzione come bussola, ovvero come collante valoriale.
Occorre che tale collante però sia esplicitato per quello che significa in termini laicità dello Stato, libertà individuali, sistema sociale universale, politiche di governo sostanzialmente di tipo socialdemocratico e di libertà individuali.
Resta da mettere nell’agenda politica il contenimento dell’esplosione demografica, la diminuzione graduale degli armamenti nucleari, la riduzione dell’effetto serra che significativamente presuppone una diversa concezione dello sviluppo su basi mondiali.
Pare che ci sia una idealizzazione di troppo del popolo originariamente buono (sembra di sentire Rousseaux) corrotto dalla società capitalistica, dal razzismo e dal fondamentalismo religioso.
A proposito dell’affermazione che non si parla del cittadino medio,
sarà bene prima analizzare a fondo l’attuale composizione sociale del popolo italiano e in genere europeo di individuare bisogni desideri, aspettative, atteggiamenti di fondo che lo caratterizzano non certamente in maniera omogenea bensì piuttosto diversificata, prima di poter proporre politiche di sicurezza sociale assieme a quelle per la libertà dell’uomo.
Dunque sicurezza sociale, riformismo per le libertà individuali, stato sociale universale, tutela dell’ambiente e contenimento demografico a livello mondiale.


5) Vattimo

Critica distruttiva e proposta di cambiare totalmente sistema politico.
Quale sarà mai in alternativa ?

6) Bachelet

Il nostro sembra impegnato solo a parlare genericamente bene di Prodi.

8) Russo

Evidenzia Russo che
“La questione centrale è il Potere del Capitale e su questo potere
Che occorre incidere su
“Due gli assi di iniziative:
1) tutela dei diritti
delle persone
contro i poteri pubblici
contro i poteri economici
2) lotta per la gestione democratica e partecipata dei beni comuni.

Dunque idee di una moderna sinistra (il primo asse è coerentemente liberale e il secondo asse è decisamente socialista) utilissime anche per agire tanto a livello globale che locale.

9)Sullo
“Sono le grandi reti fra cittadini che spaventano i politici i potenti dell’economia.”
Fosse vero !


10) Revelli
Rileva la smania di grosse koalition tra DS e DL e si domanda perché siamo arrivati a questi punti.
Lavorare sui Fondamenti prima di predisporre una lista elettorale.


11) Cremaschi
Base per un dialogo tra radicalità occorre essere consapevoli che movimenti sono poco omogenei tra loro.



12) Marcon

In estrema sintesi contrastare l’oligarchia politica e contrastare la deriva neoliberista.
Obiettivi da condividere pienamente.


13) Scalfarotti

w i giovani abbasso i vecchi.

14) Fo

Esorta metaforicamente a non scendere da carro e utilizzare massimamente l’informazione anche per creare una coscienza civile.
Galvanizzante lo slogan “Il futuro governo siamo noi”

15 Gitti

Propone giustamente vincoli al Potere.
Nostalgia dell’Ulivo che fu. Speranza che il futuro Partito Democratico abbia nel suo DNA il metodo democratico sancito dall’art.49 della Costituzione.
Unico neo,nemmeno l’ombra di accenno a quale tipo di collante ideologico avrebbe dovuto avere l’Ulivo che fu o il PD che sarà.

16) Travaglio.
Moderno laico Savonarola fustigatore della politica se la prende con tutti dell’Unione e molto probabilmente ha ragione. Resta solo da sapere una volta distrutta l’Unione cosa proporrebbe l’ideologia Travaglio. Se ce la dice per tempo è meglio.

17) Pardi
Constata il fallimento dell’Ulivo e critica i partiti dell’Unione che, nessuno escluso, ha proposto primarie per l’individuazione dei candidati a livello territoriale e li hanno invece scelti verticisticamente utilizzato biecamente la legge elettorale capestro.
Critica la scelta dell’Unione di aver chiuso alle liste Civiche e i risultati elettorali sono lì a dimostrare l’errore.
Imputa a Prodi l’errore sulla fiscalità fatto in campagna elettorale.
Attribuisce al Partito Democratico il carattere della Modernizzazione intendendo, forse, per modernizzazione le osannate politiche liberiste.
Ma che questo sia il nocciolo duro del Partito Domocratico è ipotesi più che fantasiosa proprio sbagliata. Tutt’altro che modernista bensì clericalista si rivelerà invece il PD che così come si sta definendo tra DS e DL dai segnali attuali del Governo Prodi in campo delle libertà individuali e sui temi cosiddetti eticamente sensibili.
Pardi non sbaglia invece nel propone di organizzare una lista elettorale all’interno dell’Unione di ex girotondini per le prossime elezioni politiche. Ma nel frattempo, quanta acqua passerà sotto i ponti.

18) Flores D’Arcais
Replica come già detto all’inizio di questo modesto compendio delle risposte, il discorso era centrato sulla questione della legalità.
La prima parte introduttiva all’analisi delle risposte ricevute è molto significativa a questo proposito. E’ importante aver fatto rilevare che al posto dell’indulto si poteva risolvere il problema dell’intasamento delle carceri procedendo per altre giusta via, quella del riformismo liberale che non nostro caso sarebbe stato in alternativa varare una legge libertaria su droga e modificando la legge leghista-fascista sull’immigrazione.
Invece si è fatta la legge sull’Indulto col buonismo cattolico per coprire le magagne e non eliminarne le cause anche con la complicità di Pannella a cui non interessa la coerenza degli atti ma solo di stare eternamente sulla scena.
Questo l’oggetto dell’accorata lettera al “Caro Nanni, cari tutti.”
E pur tuttavia le risposte sono andate ben oltre al contingente problema della legalità.
Infatti, dice Flores, “bisogna aprire il conflitto interno al centro-sinistra (Flores mette il trattino!): ma su cosa e per cosa ?
E vediamo se Flores intercetta qualche risposta significativa dei “magnifici 17” interpellati.
Ma prima di analizzare ciò, Flores intanto indica lui un obiettivo a questo nostro Centro-sinistra, “riproporre il tema dell’eguaglianza” valore tutt’altro
Che liberale, ma che con i tempi liberisti che corrono mi sembra un obiettivo da riconsiderare. Certo che quanto propone in concreto su pensionamento lungo e salario sociale è mix liberalsocialista apprezzabile solo da buoni intenditori, cultura politica liberalsocialista che sembra non essere presente nell’Unione, nella quale o ci sono ancora comunisti allergici al pensiero liberale o ci sono gli ex comunisti che perversamente (Cina docet !) professano in economia il liberismo o ci sono cattolici che professano dogmatici pensieri anti liberali in campo sessuale e procreativo giocando astutamente sul concetto di bene comune e strumentalmente sul conflitto tra vecchi (libertà dell’individuo in carne ed ossa) e nuovi diritti (dell’astratto individuo potenziale che deve ancora nascere a cui nume tutelare si erge la Chiesa).
Poi Flores passa alla questione sfruttamento del lavoro ricordando l’impossibilità di salvaguardare i diritti e i salari acquisiti dai lavoratori Italiani, ma lo stesso discorso vale per quelli dell’U.E., di fronte a offerta di lavoro da parte di immigrati o per la dislocazione di intere fabbriche tanto per la produzione manufatturiera tanto per prodotti tecnologicamente avanzati.
E che dire della stessa Europa socialdemocratica (ex?) che non si pone la questione, questione che è addirittura di identità. Dice Flores,“Io, da girotondino, lo porrei come diritto civile irrinunciabile.”
Che lezione ! I liberali che difendono strenuamente la socialdemocrazia europea mentre i Democratici di Sinistra ex PCI attualmente a svenderla e gli ex DC a sbeffeggiarla, senza peraltro accorgersi che in economia la DC per circa quaranta anni ha svolto politiche industriali perfettamente sovrapponibili alla socialdemocrazia. Parola di Papa Ratzinger: “Il socialismo era ed è vicino alla dottrina sociale cattolica e ha contribuito alla formazione di una coscienza sociale.”
Questi gli aspetti “ideologici” autenticamente liberalsocialisti che mi è sembrato di dover evidenziare nelle “conclusioni” di Paolo Flores d’Arcais.
Per il resto vale quanto già detto in premessa e cioè che senza parametri ideologici con cui valutare domande e risposte, senza esplicitare il percorso fatto negli ultimi 50 anni (fine seconda guerra mondiale) dall’Europa fino all’Unione Europea e con essa dall’Italia, è ben difficile comprendere tanto le domande che le risposte formulate.
Torre di Babele di linguaggi politici, questo il limite intrinseco del dibattito.

Passiamo ora rapidamente ai contributi del nostro genovese e dibattito.

Pierfranco Pellizzetti
Pellizzetti che pur ribadendo la necessità di doverci umilmente impegnare a livello locale, cioè là dove si presenti l’occasione. Non certamente per bontà degli attuali clerici della politica.
Aggiunge purtroppo anche una fosca valutazione della situazione mondiale. Dalla fase del controllo mondiale dell’economia saremmo già passati alla fase della geopolitica militare. Era già gravissimo il problema dell’effetto serra, ci mancava anche questa brutta notizia. Ma se fosse veramente così è bene saperlo.

Mauro Barberis
Poi è la volta del puntiglioso intervento di Mauro Barberis.
Che chiarisce bene le effettive motivazioni di Flores avendo avuto informazioni dallo stesso di prima mano.
Flores dice era scandalizzato dalla questione dell’Indulto, e dopo cinque anni di illegalità, l’aver nominato Mastella ministro di Grazia e Giustizia.
Secondo Barberis l’unico che ha risposto a tono a Flores è stato Marco Travaglio.
Mentre tutti gli altri interventi – il tempo passa da un numero di MicroMega e quello successivo - si sono spostati sulla “finanziaria”.
E con la finanziaria si pensava fosse l’occasione, per alcuni, di fare subito la rivoluzione.
Tre i limiti di quasi tutti gli interventi:
1) Il tono, lamentoso per cui ognuno pensa solo ai suoi affarucci.
2) pressappochismo, per le critiche ma anche per le proposte. Di tutto si parla ma non del e per il Paese.
3) Si ricorre alla peggiore retorica. Non si percepisce più alcuna differenza tra destra e sinistra e si riduce il tutto a retorica. La retorica della destra vuole il NUOVO. La retorica della sinistra chiede DISCONTINUITA’. Si dicono frasi che forse capiscono soltanto gli addetti della Politica.


Gaetano Cuozzo
Riprende un passaggio di Pellizzetti a proposito dei giovani.
Parlare ai giovani bisognerebbe farlo in famiglia e a scuola. Però la scuola italiana come è attualmente non è sfasciata come si afferma spesso ma è invece ingessata. A partire dagli stessi Decreti delegati che sono stati una promessa di partecipazione concreta mentre invece si sono rivelati semplici apparati burocratici. Anche la più recente autonomia scolastica è senza alcun effetto benefico. Per non parlare della riforma Moratti che voleva sradicare la scuola pubblica e sostituirla con quella privata. Non c’è riuscita solo perché è cambiato il governo, però durante il suo mandato ha sperperato fiumi di soldi pubblici.
Di fronte a questa situazione, in attesa di un forte cambiamento a livello nazionale, possiamo agire – come dice Pellizzetti – a livello di ente locale perchè ci sono i margini legislativi per poterlo fare, se solo si volesse veramente farlo.

Ugo Montecchi

Conferma la possibilità di poter attuare da parte del Comune una politica incisiva sulla Scuola.
Sulle questioni poste da Flores, delle 185 proposte del Programma Prodi ci sono moltissime cosa da fare, la questione della legalità è prioritaria, perseguire l’evasione fiscale, eliminare gli sprechi, riformare i corpi militari dello Stato, la Finanza che cosa ha che fare con l’esercito ?, le pensioni, l’ISTAT ci dice che negli ultimi 5 anni i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
Le elezioni amministrative della primavera prossima sono un test nazionale, sono ben 800 i Comuni in scadenza.

Gualtiero Schiaffino
Sull’intero dibattito avviato da MicroMega mi pare che aleggi il tratto distintivo di questi tempi: la delusione.
Lo scarto minimo alle elezioni politiche;
diatribe, ecc., ecc.
Anche rispetto ai puntuali scandali del passato, per es. il caso Lockeed che noi ancora ricordiamo, c’è uno scadimento generale dell’agire politico.
Da cosa deriva ? … da color che non hanno studiato
Siamo ai modelli virtuali, non del tempo reale ma irreale, il tempo del soggettivo.
Fine delle identità politiche.
E’ oramai più facile dire cosa eravamo che sapere cosa saremo.
Abbiamo subito una mutazione profonda come popolo.
Occorrono nuovi modelli di riferimento.
Ma in Italia si legge ben poco in Italia.
Manca quindi la lettura come pratica di costumi che costituisce l’io narrativo

Intervenuti nel dibattito

Costanza Matteini
Solo dei flash da insegnante
I ragazzi sono abituati ad avere tutto e subito.
La politica per il cittadino è lontana…e disdegnata “tutti uguali i politici”.
L’ex ministra della scuola Brichetto ha diminuito due ore di lettere … non faccio più narrativa.

Pino Strigliane
Occorre la politica, l’appello è resistere.
La crisi della politica è già in corso da trent’anni, da quando è caduta la logica della mediazione tra lavoro e impresa. Oggi siamo al liberismo.
Ma la crisi della politica è crisi della democrazia è crisi di laicità.

Spalla
Sono tra i delusi, per la mancanza di un progetto politico.

Ginsburg
La questione di fondo: tra democrazia rappresentativa e quella partecipativa
Siamo tra l’incudine di Marx e il martello di Mill.
Oltre che di progetti occorre parlare anche di teorie.
Quale può essere il progetto di una sinistra.
Come fare a riuscire a informare la gente perché possa prendere decisioni con consapevolezza. La gente non riesce a capire le questioni

Paolo Fasce
Sommersi da Telegiornali distorti e il resto di spettacoli TV evanescenti come fare per noi insegnati riuscire a formare teste ben pensanti ?

Chiaromonte
Il capitalismo globale e berlusconismo italiano vuole che viviamo in un eterno precario presente. Questo atteggiamento trasportato in politica ha portato al pensiero unico liberista …
Siamo allo specchio infranto. Nessuno non solo ha un progetto ma non lo vuole neanche avere. Attualmente un obiettivo unificante l’Unione non ce l’ha. Il programma di 186 pagine di Prodi non serve a nulla è un rito.

Luigi Fasce
Lo specchio dobbiamo ricomporlo. In questi ultimi anni noi del circolo abbiamo cercato costantemente di farlo. Qualcosa di utile mi sembra che siamo riusciti a fare. Credo francamente che siamo riusciti a colmare qualche carenza teorica, come si può constatare scorrendo il nostro sito.
Uno slogan per concludere proficuamente “pensare globalmente e agire localmente”

Elenco argomenti

Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .