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CULTURA POLITICA

TITOLO

DESTRA O SINISTRA? - LA ROSA DEI VALORI
(Prontuario di cultura politica)
di Luigi Fasce
 
DATA 05/06/2007
LUOGO Genova

Destra o sinistra? - La rosa dei valori

Prontuario di cultura politica



Dal crollo del muro di Berlino sono passati ben 17 anni e a tutt’oggi febbraio 2006 nell'Unione di Centrosinistra permanel’agitazione confusionale causata da identità schizofrenica.
Eppure in realtà dopo il 1989 - l'11 settembre dell'Europa secondo Giddens - va bene è crollato il sistema comunista dell’URSS, ma mica è crollato il sistema socialdemocratico dei Paesi dell’Unione Europea, sistema politico che anzi avrebbe dovuto risultarne esaltato. Tanto che lo stesso Rifkin "Il sogno americano? Si realizza in Europa". Invece no, solo il sistema socialdemocratico in auge delle più mature liberaldemocrazie del nord Europa ha resistito al suono suadente delle sirene liberiste di questi ultimi 15 anni, mentre la fragile liberaldemocrazia italiana ha cominciato lo sbandamento liberista già con i governi dell’Ulivo da parte del Governo D’Alema prima e poi con il successivo governo Amato.
Del Governo di Centrodestra degli anni 2001-2006 di Berlusconi c’è poco da dire, leggi pro domo sua e guazzabuglio di linee politiche, ma soprattutto sgretolamento della Costituzione Italiana in senso autoritario (da un lato concentrando tutti i poteri al Premier e dall’altro istituzionalizzando teoricamente la devolution senza però il decentramento fiscale.
E’ sempre in voga lo stereotipo sociale "tutti uguali" secondo cui non esisterebbe più né destra né sinistra. A questa "voce di popolo" alcuni studiosi preveggenti hanno subito fatto eco con "la fine delle ideologie".
Di fronte a tutto questo bailamme è sempre più necessario svolgere una approfondita riflessione per fare, se possibile, chiarezza.
Partiamo con la seguente banale constatazione: in Occidente, gli Stati attualmente sono tutti a regime liberaldemocratico (Russia compresa) e con un sistema sociale, maggiormente solidaristico (wefare Universale) nell’Unione Europea e minimamente solidaristico (welfare residuale) negli USA e con la Russia che sembra copiare integralmente il modello USA.
Dunque, non è vero che dopo il 1989 le ideologie sono morte, è vero invece, volenti o nolenti, tramontata l’ideologia comunista, in sonno l’ideologia fascista, attiva quella nazista in Italia con la Lega Nord, vincente su tutte l’ideologia liberaldemocratica che attualmente risulta egemone in tutto l’occidente.
Il sistema politico liberaldemocratico tuttavia non è puramente sinonimo di liberismo né di sistema capitalistico né tantomeno di "dittatura del mercato", non lo è mai stato in pratica totalmente neppure negli USA, figurarsi nell’UE. Tuttavia il sistema politico liberaldemocratico, tanto nella versione Europea che nella versione USA ha dato prova di riuscire a soddisfare adeguatamente bisogni primari, diritti civili e diritti sociali dei cittadini. Ovviamente con implicazioni profondamente diverse tra UE e USA. In Europa i diritti sociali (scuola e sanità per tutti) sono adeguatamente soddisfatti che non negli USA.
Dopo il 1989, come partiti europei di sinistra si sarebbe dovuto andare fieri del nostro a politico-sociale-economico liberaldemocratico in versione socialdemocratica (tanto se edificato e gestito da governi democratico-cristiani (come è stato per più di quaranta anni in Italia) o da governi socialisti come in Francia, in Inghilterra, in Germania e ovviamente in Svezia, nel confronto sia del sistema comunista dell’URSS ma anche nel confronto con il sistema a politico degli USA mantenutosi sostanzialmente liberista neoconservatore fin dalle sue origini coloniali.

Abbiamo detto, è prevalsa falsamente invece la vulgata della morte delle ideologie. Sbagliato, sbagliatissimo e lo ha affermato anche Bobbio.

"Oltretutto, non vi è nulla di più ideologico che l’affermazione della crisi delle ideologie" (Norberto Bobbio "Destra e sinistra - Ragioni e significati di una distinzione politica" Donzelli Editore 1994 Roma). Il libricino di Bobbio sopra citato è anche una autorevole risposta esaustiva anche rispetto all’altro stereotipo attualmente imperante e cioè che non esiste più alcuna distinzione tra destra e sinistra. Anch’io, seguendo il buon esempio di Bobbio voglio dimostrare la falsità di entrambi gli stereotipi, infatti:
a) non è vero che l’ideologia è morta;
b) non è vero che non c’è più distinzione tra destra e sinistra.

Come è stato possibile che la tesi della "fine delle ideologie" abbia non solo avuto il sopravvento ma che sia diventata pensiero unico? Beh l’occasione, come già detto, è stata colta con la sconfessione dell’ideologia comunista del 1989.
In questo senso si è voluto intendere l’ideologia comunista come pensiero dogmatico al pari di ogni altra religione monoteista: Ebrea, Cattolica, Islamica. Dogma immutabile dunque che non è in grado di cogliere, valutare la realtà degli eventi storici. Conseguentemente totale azzeramento di teoria politica e totale adesione all’agire pragmatico. Agire pragmatico che diventa agire schizofrenico tanto caro ai propugnatori del far west liberista. Pensiero liberista che volendolo assolutizzare ed applicare in astratto si trasforma anch’esso in ideologia intesa in senso dogmatico e quindi pericolosissimo da applicare nel mondo reale.
Tuttavia Ci sono residuati di forze politiche che non sopportano (viste le loro origini ideologiche totalitarie e i loro percorsi politici) di dover semplicemente scegliere tra liberalsocialismo e liberismo. Sotto sotto continuano astutamente a perseguire la propria superata ideologia totalitaria (cattolica, fascista, comunista). Dell’ideologia mussulmana l’applicazione politica è invece gridata e eversivamente agita. Anche l’ideologia leghista, assimilabile all’ideologia nazista è anch’essa propagandata ad alta voce.
Per contro, molti microscopici residuati di forze politiche (oramai meri partiti azienda) preferiscono mestare nel torbido e continuare a coltivare il proprio orticello per il personale tornaconto dei rispettivi oligarchici dirigenti. Per questi personaggi più confusione ideologica c’è meglio è.
Da un lato, per svuotare gli attuali partiti azienda buoni per tutte e per nessuna ideologia, e dall’altro lato contrastare i residuali scampoli di ideologie totalitariste superate che ancora si oppongono alla pur necessaria semplificazione del campo politico determinata dai tempi e dalla realtà delle cose del mondo, proviamo un minimo ripasso delle ideologie.
Chiarisco subito il significato originario di ideologia, per nulla disdicevole, anzi, perché ideologia etimologicamente discende da idea.
Essere senza idee o averle estremamente confuse, questi sono i mali peggiori. Non voglio cimentarmi con una mia personale definizione di ideologia con i cultori della materia, sfigurerei certamente.
Mi rimetto pedissequamente al testo enciclopedico. Due definizioni mi sembrano del tutto sufficienti per orientare il lettore.
Prima definizione: "Ideologia. Sistema di idee, di opinioni che costituiscono una dottrina politica o sociale, o che ispirano gli atti e le scelte di un partito, di una classe sociale, ecc. Azioni che si basano su una precisa ideologia. Nel linguaggio moderno, specialmente a partire da Marx, dottrina che riceve forza, più che dalla verifica obiettiva dei suoi asserti, dagli interessi che la sostengono e dai fini pratici che persegue". (Enciclopedia-Corriere della Sera Rizzoli Larousse)
Seconda definizione di ideologia che traggo da un saggio di Alberto Ronchey (Il pensiero politico contemporaneo, UTET): "la nozione contemporanea di ideologia indica anzitutto una spiegazione globale della storia e della società,... tenuta per vera al di là della sua intrinseca verità".
E’ su queste semplificanti definizioni che si basa il presente saggio, avendo come fine, di necessità, appunto, la semplificazione. E’ in base a queste definizioni che estensivamente ho inserito tra le ideologie anche le dottrine religiose. Dal mio punto di vista, ideologie totalizzanti in assoluto, perché confusivamente inglobano potere temporale e potere spirituale, retaggio di epoche (Antichità - Medio Evo) precedenti la modernità.
E’ il programma la foglia di fico che attualmente copre l’ideologia delle singole forze politiche!
Convinciamoci, le ideologie (filosofie politiche) sono tutt’ora esistenti, silenti ma attive, sebbene alcune siano in fase di seria revisione e altre producano solo tristi bagliori terroristici. Le ideologie, possono essere predominanti o marginali, vincenti o perdenti adeguate o inadeguate, ma, stiamone pur certi, esistono e non si possono annullare facendo finta di niente. Sono e saranno sempre escogitate da pensatori geniali al fine di soddisfare i bisogni-desideri degli esseri umani. Persiste tutt’ora l’ideologia cattolica, musulmana, fascista, nazista - leghista (neo-nazista), comunista, anarchica, liberale - nelle due declinazioni di assoluta attualità di destra: liberista-clericale-neoconservatrice, di sinistra: liberalsocialista-laica-progressista-ecologista.
Certamente è finita l’ ideologia che ritiene di essere ‘scientifica’. Attualmente è superata la convinzione che esista l’oggettività persino nell’ambito delle scienze della natura, figurarsi l’oggettività applicata alle scienze umane, come filosofia, storia, politica, sociologia, psicologia, economia, politica, ecc. Tutte le discipline che si occupano dell’essere umano vivente incarnato, dalla psicologia (ma sarebbe opportuno comprendervi anche la medicina) fino all’ideologia politica), usano il metodo ideografico, ovvero interpretativo, non certamente esatto, ma decisamente utile ai fini della conoscenza dei fenomeni umani individuali e sociali. Vi sono ideologie, anche talune religioni, che sembrano a noi occidentali ‘folli’ ma che contano milioni di seguaci. Una ideologia può imporsi, irrazionalmente, in una società (60 anni fa fascismo e nazismo e, oggi - seppure marginalmente - la Lega). Così come tutte le teorie, modelli, astratte proiezioni del reale, possono rivelarsi inadeguate agli scopi previsti, anche le ideologie politiche possono rivelarsi inadeguate alla prova dei fatti. Le ideologie politiche, non sono solo il risultato di mera produzione cognitiva ma sono fortemente impastate di sentimenti e pulsioni, desideri, e aspettative e come nel caso dell’attuale lega viziate dall’odio, sorti da stati di pensiero delirante di capi carismatici (Hitler, in grande, ieri, Bossi in scala minore oggi). Come la storia insegna, come peste psichica si possono diffondere in larghi strati della popolazione. Ciò è determinato dall’identificazione fusionale dell’individuo anonimo cittadino con il noto capo carismatico che riesce demagogicamente a sollecitare le parti più bestiali degli adepti adducendo ragioni difensive territoriali, etniche, religiose e facendo ricadere sui ‘nemici’ tutte le cattiverie e tutte le colpe, con frasi del tipo " gli arabi sono tutti terroristi, ladri, miscredenti, vogliono sottometterci, ci stanno silenziosamente invadendo per poi convertirci con la forza". Le accuse mosse nei discorsi pronunciati dal capo carismatico in occasione di manifestazioni di massa vengono amplificate dall’influsso suggestivo che la massa produce. Il meccanismo dell’identificazione fusionale della folla con il capo carismatico è stato ben evidenziato da S.Freud ("Psicologia delle masse e analisi dell’Io" Biblioteca Boringhieri - Torino 1975). Va quindi detto con estrema chiarezza che non tutte le ideologie nascono da menti lucide e in spirito di fratellanza. Va anche ribadito con altrettanta chiarezza che anche le ideologie nate con buone intenzioni e in spirito di fratellanza (di buone intenzioni è lastricato l’inferno) possono arrecare molti danni al genere umano. Va altresì detto che nella moderna liberaldemocrazia alcune quote – si spera sempre marginali – di forze politiche animate da pulsioni distruttive, proprio come certe persone, esisteranno sempre e sempre si dovranno gestire con spirito di saggia sopportazione senza mai farsi travolgere. L’espediente ultimo dei Partiti per non nominare le famigerate ideologie è stato quello di sostituirle con il sistema valoriale di riferimento. Cambia poco, libertà, uguaglianza, fraternità, così come laicità e progresso sono e resteranno di sinistra, mentre clericalismo, conservazione, autoritarismo-ubbidienza, disuguaglianza, avidità, sono e resteranno di destra. Cambia poco, perché è su questi valori-disvalori (a seconda della preferenza) che sono sorte le ideologie che conosciamo. Il vantaggio, forse, di ripartire dai valori, è che si possono rivisitare le ideologie note e vedere se è possibile riformularle per meglio rispondere alla necessità dell’Era post-moderna. Mi pare che in questo senso il cantiere-laboratorio dal 1989 sia aperto (per entrambi i blocchi politici di destra e di sinistra) sebbene i lavori procedano stentatamente e non si veda ancora neppure la sagoma dell’edificio in costruzione. Alcuni ingredienti (valori) non garbano a questo o quello dei costruttori, alcuni atteggiamenti – progresso/conservazione - sono troppo male assortiti in entrambi i due blocchi. Forse l’ideologia adeguata per rispondere alle esigenze della post-modernità è tra quelle già note, ma manca l’onestà politica di riconoscerla, accettarla e prendendo il meglio.
Procediamo dunque la carrellata, pur sintetica, delle ideologie esistenti (che si propongono di organizzare la vita politico-sociale ed economica di una qualsivoglia moderna società) al fine di individuare le caratteristiche specifiche delle rispettive forze politiche che compongono i due blocchi di destra e sinistra, e valutarne l’attuale posizionamento, ideologicamente coerente/incoerente.




Ideologia Liberale (i valori e il metodo del liberalismo)

E' la libertà (il primo dei tre valori della rivoluzione francese) il valore fondante del complesso pensiero liberale. – E' l’ideologia meno ideologica, ma fortemente radicata nel mondo occidentale: "il liberalismo, oltre che una dottrina politica è anche civiltà" ( Enzo Marzo 2001 Forum di Critica Liberale: il valore della libertà. Una fondazione per una ricostruzione liberale della Sinistra italiana). Il liberalismo modernamente inteso tuttavia ha origini anglosassoni e specificatamente inglesi. "Di Locke, il cui liberalismo è stato per generazioni quello dei whigs, i liberali inglesi, vanno ricordati soprattutto gli scritti sulla tolleranza, civile e religiosa, indirizzati in particolare contro i papisti che con la scusa di mantenere l’ordine in uno Stato negavano la libertà di culto." Ma a quale tipo di libertà si riferiva? Secondo M.Crauston, citato sempre in (Liberaldemocrazia – G. Lunati – Editori Riuniti – Roma 2003) "La legge, sempre che fosse una legge giusta, serviva secondo Locke a perfezionare la libertà e non a limitarla." Ciò nonostante, anche la LIBERTA’, il primo dei valori del moderno occidente conquistato dalle tre rivoluzioni atlantiche : inglese, americana e francese, se assolutizzato può trasformarsi in sopraffazione. La Libertà, valore fondante della vita democratica è pure l’ essenza del comportamento dell’individuo civilizzato; "il suo alimento è la cultura, perché solo attraverso di essa ci si rende conto che la libertà non è solo ribellione ai soprusi, ma modo di vivere attento e consapevole." I primi a mettere in pratica l’ideologia liberale sono stati gli USA, che dalla promulgazione della Costituzione Repubblicana (1787) è diventata, giust’appunto, il moderno modello repubblicano a sistema politico liberaldemocratico. In realtà il sistema è più liberale che democratico a valutare attentamente il sistema elettorale e la forma dei partiti politici che la Costituzione USA ha sancito e che è tutt’ora attuale. Basti pensare che solo il 25% degli elettori negli USA usufruiscono del loro diritto di votare. Le ragioni a ben vedere sono evidenti, la rivoluzione americana è stata fatta dall’alta borghesia (proprietari terrieri, imprenditori, professionisti, ecc.) contro l’Inghilterra monarchica, per avere totale autonomia politica e mantenere il massimo dei benefici economici ai possidenti: bianchi, anglosassoni, protestanti e tra questi, darwinianamente, i più forti, i più intelligenti, i più colti, i più puritani. Inutile partire dalla rivoluzione americana per cercare di capire in cosa si differenziano i Partiti Repubblicano e Democratico alternativamente progressisti e conservatori nel tempo fino ad oggi che vede assegnata la palma progressista ai Democratici. La filosofia politica liberale ha trovato, fin dalla dichiarazione d’indipendenza, la sua più coerente attuazione nel sistema socio-economico tuttora vigente. Vano voler rintracciare lo stato liberale allo stato puro (neanche quello USA) ma al di là dei ricorrenti interventi dello Stato in materia economica (basta citare solo gli imponenti investimenti per armamenti e progetti spaziali senza nemmeno entrare in merito alle misure protezionistiche per le imprese) gli USA possono essere giustamente presi come esempio emblematico di sistema politico liberaldemocratico nella sua versione liberista con stato sociale fortemente residuale (scuola pubblica ghettizzata, niente servizio sanitario nazionale pubblico) e con tendenza alla dissolvenza se vincono ancora le elezioni i Repubblicani dell’élite di Bush, la versione più estrema del liberismo neoconservatore direttamente interessati a tutelare il proprio impero economico-finanziario (come ben documentato dal film Fahrenheit: 9/11).



Divagazioni interpretative a margine.

1) Immaginario collettivo della società USA e modello ideale dell’americano medio Secondo Max Lerner in America as a Civilization "La libertà può essere in parte vista come una funzione del modo in cui il potere è distribuito, separato e diffuso nella società. Gli americani tendono a pensare che il governo sia il principale nemico della libertà e considerano la storia della libertà in America come la storia di una lotta manichea tra gli angeli (individualisti) della luce e l’armata (governativa) dell’oscurità." Citato in "Il sistema politico americano – Massimo Deodori Tascabili economici Newton1996 Roma". I cattolici hanno i Santi (uno per moltitudini) i protestanti americani hanno gli Angeli (uno a testa). Ecco compresa l’angelo mania americana ! In questo modo si è creato (sorto da menti di borghesi neo-ricchi ma perfuse di puritanesimo protestante) l’indissolubile binomio liberismo-conservatore che caratterizza lo stato repubblicano federale liberista degli USA fin dagli albori della rivoluzione americana e che a tutt’oggi è rimasto pressoché inalterato. "Le radici del neo-conservatorismo americano – Antonio Donno – Mondo Operaio n.3 maggio-giugno 2004".

2) Sfera politica e sfera religiosa A parte il connubio, a-storico, di stato-Chiesa del Vaticano, è credenza diffusa che nelle moderne Democrazie europee esista la netta separazione tra sfera politica e sfera religiosa. Non è esattamente così. Vediamo le eccezioni:

a)Gli Inglesi mantengono ancora l’indissolubilità del potere politico nelle due componenti spirituale e temporale. Gli inglesi già dal tempo di Enrico VIII hanno, semplicisticamente ma efficacemente – instaurato la supremazia del potere temporale – monarchico – su quello spirituale (chiesa Anglicana). L’attuale regina d’Inghilterra è tutt’ora capo della Chiesa Anglicana e il potere politico resta – perversamente unico nelle sue due medievali componenti: spirituale e temporale. C’è attualmente sentore che la monarchia voglia graziosamente concedere finalmente la completa autonomia alla Chiesa Anglicana, facendo raggiungere anche all’Inghilterra lo stadio moderno della completa separazione tra sfera politica e sfera religiosa.

b) Non tutti sanno dell’esistente sovrapposizione tra sfera religiosa e sfera politica della prima democrazia occidentale, quella degli Stati Uniti d’America (USA). Infatti la cultura puritana dei Fondatori Padri Pellegrini ha lasciato il suo imprinting tanto nella Dichiarazione d’indipendenza del 1776 "Riteniamo assiomatiche queste verità: che tutti gli uomini furono creati uguali, che, dal loro Creatore, hanno ricevuto in dote certi diritti inalienabili, fra i quali sono la vita, la libertà ed il conseguimento della felicità. …" tanto nel preambolo della costituzione del 1787 "Noi, popolo degli Stati Uniti, allo scopo di perfezionare ulteriormente la nostra Unione, di garantire la giustizia, di assicurare la tranquillità all’interno, di provvedere alla comune difesa, di promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa costituzione degli Stati Uniti d’America." Così facendo tuttavia non è stata scissa in alcun modo la sfera politica da quella religiosa. Non è a caso che Bush rivendica – anche di fronte al Papa pacifista (ispirato dal Dio cristiano-cattolico) - la sua personale ispirazione dal Dio cristiano-protestante – nel decidere di fare la guerra all’Iraq. L’osannata liberaldemocratica America in definitiva fa discendere teocraticamente, ovvero, teo-democraticamente la libertà (dono divino), anzichè ritenerla attributo originario dell’individuo, credente o non credente, in quanto popolo organizzato in uno Stato, che vota il suo governo di stampo liberaldemocratico. Certo è che i padri pellegrini, primi colonizzatori d’America si riferivano al Dio cristiano della loro chiesa puritana, né cattolico, né islamico. Quindi, radicalizzando il concetto, ci sono analogie tra Costituzione Iraniana e Costituzione USA, entrambe discendono da Dio. La differenza è solo nei contenuti dottrinari: se nella dottrina protestante di elementi fondamentalisti ne sono rimasti pochi, in quella islamica ce ne sono ancora troppi, specie per quanto riguarda libertà individuali, discriminazione di genere e costumi sessuali. A quando la rivoluzione laica negli USA? A quando la radicalizzazione delle posizioni del Partito Democratico in senso liberalsocialista all’europea? Invece che andare a prendere lezioni di liberismo da Kerry, Fassino e Rutelli avrebbero dovuto loro dare lezioni, almeno due: la prima, laica e la seconda liberalsocialista. Solo con una radicale rivisitazione della Costituzione USA in senso laico-immanentistico e in senso liberalsocialista si potrà affrancare il sistema USA dalla vocazione liberista-puritana-conservatrice. Per avviare – per dirla con Edgard Morin – "il radicale cambiamento di mentalità" nella maggioranza dei cittadini americani bisogna almeno che un leader politico abbia piena coscienza del problema e volontà di risolverlo, ma Kerry o qualunque altro prossimo Candidato al ruolo di presidente USA e l’élite del Partito Democratico ce l’avranno coscienza e volontà?



Ideologia (filosofia politica) anarchica.

"La parola anarchia ha una lunga storia. Viene dal greco antico e significa an-archè) assenza di comando, di autorità o guida. Per questo è una parola che piace agli utopisti, ai ribelli, ai giovani e anche agli artisti." (Domenico Tarizzo – L’Anarchia – Arnoldo Mondatori Editore. Verona. 1976 Verona.) "Ci sono state molte linee di pensiero e d'azione che sono state definite anarchiche. Sarebbe vano cercare di inquadrare tutte le diverse tendenze all'interno di un'ideologia o di una teoria generale. E se anche prendessimo a riferimento, partendo dalla storia del pensiero libertario, una tradizione viva, ancora in evoluzione, come fece Daniel Guérin in Anarchia, sarebbe comunque difficile la formulazione di una concreta e specifica teoria della società e dei suoi cambiamenti." (Naon Chomsky – Appunti sull’anarchia.) Visto il nodo gordiano, non resta altra scelta che una personale sintesi. Per il fatto che questa filosofia politica della totale libertà dell’individuo non è mai stata attualizzata da quando modernamente il pensatore inglese W.Godwin (1793) proclamò la libertà per ciascuno di darsi una propria legge morale e di ricercare la propria felicità individuale, non vuol dire che la sua eco non si faccia ancora sentire attualmente. Da un lato, all’estrema sinistra, le rivendicazioni di attentati anche recenti da parte di anarchici-insurrezionalisti, dall’altro lato opposto di destra estrema, alcune sette puritane del mondo anglosassone, stanno lì a confermare la loro irriducibile esistenza. In mezzo, ci sono le posizioni libertarie (senza bombe) ma con passionale ricerca della libertà all’interno di strutture oppressive. "Essere libertari significa rispettare gli altri, combattere l’intolleranza nelle idee e nei casi pratici della vita." Non è esagerato affermare che l’anarchia è fondamento culturale del cittadino medio americano. E’ su questo modello mentale ‘anarchico individualista ’ che il cittadino identifica in maniera fortemente riduttiva felicità con successo economico; ci pensano le élites politico-economiche – fin dal 1787 ad oggi - alternativamente repubblicane e democratiche, a governare l’universo individualista americano, riuscendo – sempre a fare, alternativamente, il loro lobbistico interesse. Gli USA, un sistema politico veramente paradossale!



Ideologia (filosofia politica) comunista

Il modello liberaldemocratico a vocazione liberista in campo economico indissolubilmente supportato dal pensiero religioso puritano USA ha fatto ritenere a pensatori come Marx che non ci fosse altra strada che quella del suo totale abbattimento. Cambiare il sistema, parola d’ordine, rivoluzionaria per cui la libertà di tutti si doveva raggiungere attraverso il secondo dei valori consegnati dalla rivoluzione francese all’Occidente (rivoluzione immediatamente successiva a quella americana e da questa ispirata) quello dell’UGUAGLIANZA. Stella polare della sinistra secondo Bobbio. Uguaglianza, ovvero giustizia sociale. La storia ci racconta di tre socialismi, - il primo quello originario nella versione – VIOLENTA - rivoluzionario-comunista Marxista-Leninista; quello che ha dichiarato il fallimento ideologico nel 1989 con il crollo del sistema URSS. - il secondo, quello massimalista non rivoluzionario – NON VIOLENTO - di Karl Kautsky, ma pur sempre marxista antisistema liberaldemocratico capitalistico (pensiero politico tutt’ora dominante nei partiti Comunisti Italiani e in Rifondazione Comunista). Fine ultimo, ancora e sempre il superamento del capitalismo, ma obiettivo perseguibile PACIFICAMENTE nei tempi lunghi, per via democratica. (La politica della non-violenza – Per una nuova identità della sinistra alternativa. Liberazione. Febbraio 2004). Ma quale Comunismo mai sarà? - infine, il terzo tipo di socialismo - di Eduard Berstein (Storia del marxismo contemporaneo – Fondazione Giangiacomo Feltrinelli – Feltrinelli Economica Milano 1977) decisamente riformista socialdemocratico che non prevede più come scopo finale un sistema socialista radicalmente altro rispetto al capitalismo. Sappiamo anche degli esiti finali dell’esperienza del primo sistema comunista dell’URSS. Secondo gli attuali sparsi residuali comunisti in URSS non è mai esistito il comunismo ma, qualcosa di altro. Resta il fatto che Lenin ha pianificato un sistema che almeno nelle sue intenzioni –avrebbe dovuto concludersi con la totale uguaglianza nella piena libertà di tutti essendo stato sradicato – con la soppressione della proprietà privata – l’egoismo umano dalla mente di ognuno. Al di là delle buoni intenzioni, la storia ha formulato la sua sentenza impietosa nel 1989. Il sistema URSS non ha retto per questioni economiche, prima ancora che per le libertà civili e umane represse. La sicurezza sociale delle dittature – vedi comparazione Iraq oppresso da Saddam e l’odierno Iraq liberato – si scambia facilmente con le libertà individuali del sistema democratico. Sono state invece le spropositate risorse economiche destinate all’escalation nucleare prima, e poi alle vanagloriose imprese spaziali, la distruzione sconsiderata dell’ambiente, che, è certo, nulla avevano a che fare con l’ideologia comunista imperniata sul valore assolutizzato dell’Uguaglianza, con l’assurda convinzione di far sorgere la Libertà dall’Uguaglianza, a far crollare il sistema comunista dell’URSS.



Ideologia (filosofia politica) socialdemocratica.

Nasce faticosamente dalla revisione critica del socialismo originariamente antagonista al sistema capitalista liberaldemocratico – prende l’avvio, in solitudine, con il lucido e tenace Bernstein (1899), e si conclude definitivamente con il ‘manifesto’ socialdemocratico di Bad Godesberg (1959) che riconosce esplicitamente l’economia di mercato. "I socialisti lottano per una società che permetta a ognuno il libero dispiegamento della propria personalità collaborando responsabilmente, nella sua qualità di membro posto al servizio della comunità, alla vita politica, economica e culturale dell’umanità. Libertà e giustizia si condizionano a vicenda. Infatti la dignità umana sta tanto nell’esigenza di auto-responsabilità quanto nel riconoscimento dei diritti degli altri uomini a sviluppare la propria personalità e a collaborare con uguali diritti alla formazione della società. La libertà, la giustizia e la solidarietà, gli obblighi reciproci che nascono dal vincolo comune, questi sono i valori fondamentali della volontà socialista. Il socialismo democratico che ha le proprie radici nell’etica cristiana, nell’umanesimo e nella filosofia classica, non vuole annunciare alcuna verità ultima – non per mancanza di comprensione o per indifferenza nei confronti delle concezioni del mondo o delle verità religiose, ma per rispetto delle scelte di fede da parte dei singoli uomini, sul cui contenuto non hanno da intervenire né un partito politico, né lo Stato."Per la ripresa del riformismo" (Paolo Sylos Labini e Alessandro Roncaglia – Ed. L’Unità agosto 2002). Al di là del riconoscimento – in economia - del mercato, ovvero della proprietà privata, l’aver posto al centro del manifesto socialdemocratico – la persona - concetto ripetutamente espresso – fino a ribadirlo a proposito del riconoscimento assoluto della libera scelta di fede da parte dei singoli uomini - riposiziona definitivamente la socialdemocrazia nell’alveo originario del pensiero LIBERALE re-interpretato in senso socialista. Il pensiero socialdemocratico ha avuto larga attuazione in Europa: Svezia, Danimarca, Germania, Olanda, Italia, Francia. Questo al di là dei partiti più o meno progressisti più o meno laici, più o meno di sinistra o di destra che si sono succeduti al governo dal dopoguerra ai giorni nostri. Si è caratterizzata per interventi statali anche in campo economico gestendo direttamente alcune imprese strategiche (es. energia), e servizi pubblici essenziali (es. trasporti, acqua, gas, luce, ecc.) e per avere attuato lo stato sociale universale garantendo a tutti i cittadini nei fatti i diritti sociali: scuola,sanità, assistenza. La filosofia politica socialdemocratica che avrebbe dovuto avere la massima valorizzazione dopo il crollo del comunismo, sembra invece che al crollo del comunismo debba fare seguito anche il crollo del sistema socialdemocratico europeo. Parola d’ordine riformista niente più Stato in economia e stato sociale residuale all’americana. Ci si dimentica che il cittadino americano medio (almeno fino ad ora) si caratterizza per mentalità individualista che vuole fare da sé (o lo hanno condizionato a credere che è bello fare da sé), anche a proposito di istruzione e sanità. Mentre il cittadino medio europeo pensa (tanto di destra che di sinistra) che per almeno questi due diritti sociali ci debba pensare lo Stato. Ovviamente, Polizia, Carceri, Guardia Nazionale, Esercito, ecco che per quando riguarda la sicurezza interna e la sicurezza esterna lo Stato non bada più a spese e il cittadino americano USA per il diritto alla sicurezza non si pone più il problema di quanto gli costa lo Stato. Sappiamo tutti dell’efficientissima macchina tributaria USA.



Ideologia (filosofia politica) liberalsocialista.

Non resta che affinare, il pensiero socialdemocratico in senso maggiormente liberale e dare piena attuazione al modello liberalsocialsita, laico, progressista, ecologista per lo sviluppo sostenibile limitato modello UE e di porlo in competizione con il modello a sviluppo insostenibile illimitato liberista neoconservatore modello USA. "Il socialismo liberale è oggi forse l’unico ideale radicato nella tradizione politica e morale europea ad avere un respiro continentale e universalista. Nato nella sua forma più compiuta durante la bufera nazi-fascista come ricerca di una visione di emancipazione che non fosse comunista, il socialismo liberale è una idea di democrazia avanzata, di società tollerante e aperta con al suo centro il valore della persona singola e concretamente situata. Non l’individuo astratto del liberalismo classico, o quello gregario delle visioni comunitarie, o infine quello definito esclusivamente dai bisogni materiali come nel socialismo classista, ma invece individuo come essere umano che chiede rispetto e riconoscimento nella società in cui vive, soffre, ha bisogni, valori culturali e religiosi diversi." (Nadia Urbinati, Monique Canto-Sperber – Liberal-socialisti – Il futuro di una tradizione. Marsilio. Venezia marzo 2004). Sempre in "Liberal-socialisti" una citazione di Carlo Rosselli, "desidero solo riportare il movimento socialista ai suoi principi originari, alle sue origini storiche e psicologiche, e dimostrare che il socialismo, in ultima analisi, è una filosofia della libertà." (Socialismo liberale – Einaudi. 1979 Torino). "Il socialismo liberale intende il socialismo come emancipazione dell’essere umano e della società da attuarsi attraverso la difesa inflessibile della libertà individuale. Intende il liberalismo come difesa delle libertà civili e politiche, dell’autonomia etica dell’individuo e dell’indipendenza del corpo sociale rispetto allo stato, senza tuttavia ignorare che l’esercizio della libertà di agire richiede capacità materiali e intellettuali le quali non possono essere acquisite al di fuori della vita sociale o nell’indifferenza delle circostanze effettive nelle quali donne e uomini operano e scelgono. In un periodo in cui le idee o i movimenti progressisti interni ai paesi europei sembrano ancora intralciati da residui di analisi superate e di reazioni stereotipate, la critica sviluppata dalle correnti liberali del socialismo può essere utilizzata oggi per resistere alle tentazioni della politica come pura e semplice gestione, alle tentazioni cioè di una ‘politica politicante’ da un lato o di puro negativismo e protesta dall’altro.



Ideologia (filosofia politica) fascista.

Movimento politico italiano Milano (1919) Per estensione qualsiasi movimento che mira a istituire una dittatura a carattere nazionalistico. Caratteristica specifica: concezione totalitaria dello stato, critica ai regimi parlamentari democratici. Al regime fascista non manca la componente solidarista (elargita benevolmente dall’alto ben s’intende), tutela e assistenza dei lavoratori e dei malati. Anche l’istruzione viene garantita ma irreggimentata. Manca totalmente del requisito essenziale che caratterizza la liberaldemocrazia, il valore della LIBERTA’ individuale. Il fascismo è stato-nazione-comunità sistema olisticamente inteso - un tutt’uno con il duce che lo conchiude, neanche lui più individuo, ma esponente-rappresentante-interprete dello stato-nazione-comunità per cui al singolo cittadino - idealisticamente parte del tutto - resta solo la sua fisicità. Nemiche giurate del fascismo, altre al comunismo, c’erano le plutocrazie capitalistiche. I nostalgici del fascismo così come i nostalgici del nazismo non si estingueranno mai e quindi cercheranno altri analoghi contenitori. La Lega, nella sua attuale deriva razzista è attualmente uno di questi analoghi contenitori. Dunque, il fascismo è incompatibile con la LIBERALDEMOCRAZIA nella versione liberalsocialista. Mentre nella versione liberista conservatrice (vedi dittatura cilena del tempo di Pinochet, ma di questo passo anche gli attuali USA versione liberista neocon del partito Repubblicano di Bush) può, pur adottando i camuffamenti adeguati, interpretare un nuovo tipo di fascismo. Inizialmente anticlericale, una volta al potere, il fascismo italiano ha convissuto beatamente con la Chiesa cattolica, per l’intero ventennio, così come beatamente ha fatto anche più a lungo la cattolicissima dittatura franchista in Spagna.



Ideologia nazista

La dottrina di Hitler (1933-1945) Capisaldi dottrinari il popolo (volk) inteso come unità etnico-naturale. Il razzismo, l’imperialismo (il Grande Reich), l’autoritarismo, ‘il culto della forza ’. Partito unico. Detto per inciso, l’attuale Lega, accentuando l’unità etnico-naturale’ della nazione padana, che non è non è storicamente mai esistita, nell’ideologia ricalca assai bene le caratteristiche naziste sopra riportate, che rimandano a mistiche ariane in Germania, a miti celtici nella mitica "Padania". Dell’ideologia nazista possiamo solo dire che è la peggiore produzione mentale del ‘900 , probabilmente elucubrata in fase delirante da personalità paranoica. Tuttavia, ‘il culto della forza’, sebbene deformazione ipertrofica dell’atavico istinto aggressivo babbuino che è in noi umani, si ripropone ciclicamente generazione dopo generazione. Segnale indicativo, dell’inconscio culto della forza, l’irrazionale violenza che si genera in occasioni di manifestazioni di massa (un solo esempio per tutti, le partite di calcio). Ma è sempre il ‘culto della forza’ ovvero volontà di potenza, che si nasconde sotto il fenomeno delle bande giovanili, al di là delle più disparate ‘ideologie’ professate, compreso il satanismo. Quando poi una forza politica di destra come la Lega si presta a fornire motivazioni di ordine politico a questa magmatica pulsionalità animale, massimamente espressa nella fase adolescenziale, ecco che la bete humaine si agita in favore delle più disumane politiche che in date circostanze storiche, si possono diffondere pericolosamente. Sostituire dentro all’animale uomo ‘il culto della forza ’ con lo spirito solidaristico è tutt’altro che utopico ma anzi decisamente possibile, visto che è una delle caratteristiche innate della specie animale mammifera. Il culto della forza ci riporta regressivamente alla fase rettiliana, presente certamente nel nostro cervello più arcaico che non è certamente, animalescamente parlando, né la parte più evoluta, né, umanamente parlando, la parte più eticamente elevata. E’ la parte della mente umana più evoluta ed elevata che ha ideato filosofie esistenziali (stoica, epicurea, ecc.), culture laiche e religiose solidaristiche.



Ideologia (dottrina religiosa) cattolica.

Il cattolicesimo, va detto con estrema chiarezza, è vera e propria ideologia. Infatti "La Chiesa in quanto società perfetta, cioè dotata di tutti i mezzi necessari alla sua vita e di tutti gli strumenti e le prerogative per adempiere il proprio compito religioso primario, si è anche configurata, nella storia, come organizzazione temporale, con le sue strutture istituzionali, con una propria legislazione."(Enciclopedia Rizzoli) Cenni storici sul potere temporale del cattolicesimo Regime teocratico assolutista ancora nell’ottocento, quando governava lo Stato Pontificio il Papa-Re,. Dal 1870 costretto il Papa dal Regno d’Italia (breccia di Porta Pia) a restare senza possedimenti territoriali, piuttosto che cedere l’improprio potere temporale (come avevano già fatto lungo il corso dei secoli i cristiani ortodossi, i cristiani protestanti e gli anglicani), lo ha mantenuto costituendo nel 1877 lo Stato del Vaticano. Dopo un quarantennio di ostracismo nei confronti dello Stato Italiano governato sempre da parlamenti liberali, i cittadini italiani cattolici hanno avuto il permesso dal Papa di impegnarsi in politica, cercando così di condizionare le scelte del governo dall’interno del Parlamento e coltivando sempre la stessa ambizione egemonica sulle politiche liberali dei governi di fine ottocento - primo ventennio del Novecento. Fu proprio l’ideologia liberale il primo nemico dichiarato del cattolicesimo e del suo braccio politico parlamentare,il partito Popolare fondato da Don Sturzo, versione ideologica universale del cattolicesimo che poteva quindi accogliere nel suo ambito ‘tutti gli uomini di buona volontà’, dunque (bontà sua) anche non cattolici. Tutti i cattolici più i non cattolici ma con ideologia cattolica. Azzerando in questo modo tutte le altre posizioni ideologiche che non fossero quella cattolica rivisitata, alla luce del pensiero sturziano, peraltro anche originale per gli aspetti della partecipazione popolare. Ciononostante la pulsione egemonica, con l’avvento del fascismo, dopo qualche contrasto iniziale, il cattolicesimo si coniugò assai bene con il regime fascista. Niente liberalismo né liberismo né laicità dello stato, niente ateismo né comunista né di altra specie, niente progressismo. Il prezzo da pagare per i cattolici papisti fu soltanto quello di non potere più comandare direttamente sul popolo ma per il tramite del Duce. Garantiti però dal Concordato. Dal connubio cattolico-fascista sappiamo come è andata a finire: il disastro italiano della seconda guerra mondiale. Con l’avvento della Repubblica e la promulgazione della Carta Costituzionale Italiana del 1947, sostanzialmente socialdemocratica (ma questa qualifica è tuttora tabù) sorta da una eccellente posizione compromissoria rispetto alle diverse ideologie che l’avevano formulata – liberale, cattolica, socialista. La Democrazia Cristiana guidata da Alcide De Gasperi volle sulla base, appunto Costituzionale, governare sempre con l’apporto degli atri partiti che rappresentavano questa sintesi: repubblicani, liberali e socialdemocratici. Non erano di questo parere la componente di Destra papista e nemmeno quella di sinistra ex Popolare di Don Sturzo che non certamente sull’assunto Costituzionale bensì sull’assunto ideologico cattolico, volevano che la DC governasse da sola il Paese. Meno male che al timone della DC c’era De Gasperi un cattolico laico (ovvero consapevole che un Primo Ministro italiano, pur cattolico, non dovesse prendere ordini dal capo dello Stato del Vaticano). Purtroppo l’ideologia cattolica attualmente rinvigorita da questi due ultimi papi super conservatori, ha ancor oggi la velleità di ‘ri-cattolicizzare’ l’Europa e magari, con un miracolo, anche tutto l’intero occidente, USA compresi. L’attuale strumento politico di questo disegno è il Partito Popolare Europeo, ricettacolo di forze politiche le più disparate ma con lo stesso denominatore comune, quello del cattolicesimo conservatore di destra. Non dimentichiamoci che è il primo partito in Europa. Unico punto debole che i cattolici, non è questione da poco, negli USA, sono in netta minoranza rispetto ai ‘fratelli separati‘ delle Chiese Evangeliche riformate. Questo dopo non aver ancora sanato i danni compiuti dalla Chiesa cattolica con la Controriforma (Concilio di Trento 1545-1563) nei confronti delle Chiese evangeliche riformate e dei resti più antichi della cristianità d’oriente.


Il cattolicesimo papista è poderosa forza politica strutturalmente di destra: destra conservatrice in assoluto per cui il potere discende dall’alto, dal Papa-vicario di Cristo in terra, oggi capo di Stato del Vaticano che pretende di far approvare leggi statali a cui devono attenersi atei e credenti (cattolici e non cattolici) nei parlamenti europei (prevalentemente in Italia, Spagna e Polonia), leggi che si basano su dogmi, scritti religiosi decisamente superati dai tempi, mistificazioni scientifiche e posizioni bioetiche pregiudiziali.


Sono principi dottrinari superati dai tempi non certamente per semplice moda modernista o scadimento di moralità o di costumi, ma semplicemente perché contraddetti soprattutto dalla scienza ma anche da altre posizioni religiose, altrettanto cristiane, tuttavia diversamente concepite da quelle del conservatorismo cattolico. E’ lungo l’elenco degli scismi (tutt’ora perduranti) avvenuti nella cristianità nei corsi dei secoli che hanno portato la Chiesa Cristiana Greco-Ortodossa e Chiesa ortodossa russa (Chiesa Cristiana d’Oriente – scisma del 1054). Ma anche, quelle molto più vicine in ordine di tempo: rivolta protestante (1517) e anglicana (Atto di supremazia 1534). Nessuna ricomposizione all’interno dell’universo cristiano è ancora in vista e la Chiesa cattolica insiste nell’ indicare a tutto l’occidente il suo immodificabile modello di società. Per nostra fortuna gli sforzi della Chiesa Cattolica di egemonizzare l’occidente si svolgono nell’epoca oramai post moderna. Epoca nella quale la liberaldemocrazia è ideologia egemone e modello bifronte di società: liberista, liberalsocialista. Per aiutare i cattolici democratici a prendere la storica decisione di superare la dicotomia conservazione/progresso, occorre sempre ricordare in primo luogo che tutt’altro percorso democratico ci sarebbe stato se si fosse attuato quanto stabilito dal Concilio Vaticano II del 1970; ma l’attuale Papa ha badato bene di archiviarlo, non sappiamo ancora se definitivamente. La liberaldemocrazia (l’individuo è libero e sovrano di pensare a suo modo e di scegliere costumi e credenze, comprese quelle religiose) in senso stretto confligge con l’ideologia cattolica (è l’analoga contrapposizione che ha determinato la scissione dei Protestanti luterani tedeschi), così come è incompatibile con quella della Chiesa ortodossa russa, forse ancora più arretrata dottrinariamente rispetto alla Chiesa cattolica. Quello che accomuna tutte le religioni monoteiste è la posizione trascendente, ovvero che la causa prima di tutto è Dio. Anche il Patriarca Alessio II – nel panorama mondiale comincia a essere visibile anche lui - lo ribadisce (Corriere della Sera del 27/8/2004) "Tanto è vero che, procedendo dalla dottrina che la libertà dell’uomo è dono divino …." C’è solo da sperare che la Chiesa cattolica si riformi nel senso già indicato dalle Chiese Evangeliche (puritani esclusi) e che accetti di buon grado, in politica, ovvero per il governo degli affari del mondo, il principio immanentistico laico-liberale che la libertà è assegnata al cittadino - mutatis mutandi "date a Cesare quel che è di Cesare …" - senza mediatore di sorta, cittadino che col sistema politico liberaldemocratico è garantito di poter scegliere liberamente la propria religione. Sarebbe giusto il caso, oggi, senza violente forzature esterne (vedi breccia di Porta Pia 1870 ), per spontanea evoluzione interna, che la Chiesa Cattolica entrasse nell’era moderna, accettando di abdicare al potere temporale (il Vaticano ha un posto all’ONU tra gli Stati del mondo! Non lo ha, giustamente, il Dalay Lama!) e accettando (così come hanno fatto con cristiana umiltà i fratelli separati delle Chiese Evangeliche) di rigettare il potere temporale e poi smettere definitivamente di proporsi (ideologicamente ) come modello ideale di sistema politico all’Occidente.
"Troppo spesso i laici (non credenti o credenti che siano) si meravigliano per le prese di posizione della gerarchia cattolica in materia di rapporti fra religione, morale e politica, quasi che la Chiesa non fosse da sempre rigorosamente coerente con la sua concezione della verità, pur nel variare delle circostanze storiche e dei regimi politici con i quali essa è dovuta scendere, nel corso dei secoli, a molteplici e non sempre onorevoli compromessi. Ma fra le virtù del cattolicesimo (seppure non si tratti di una virtù teologale) viene per prima la prudenza, di cui la Chiesa di Roma ha più volte fatto espertissimo uso, senza per questo rinunciare alla pretesa di possedere, da sempre e per sempre, il monopolio di una trascendente e definitiva verità. Con l’avvento del protestantesimo e della modernità, la Chiesa, dopo feroci guerre di religione, si è vista costretta, non per sua scelta e per suo merito, ad accettare il pluralismo religioso; oggi si trova a dover fronteggiare un pluralismo ancora più pericoloso per la sua sopravvivenza, quello delle differenti concezioni morali che dividono il mondo contemporaneo e che giustamente reclamano dagli Stati liberaldemocratici un trattamento giuridico paritario. Ma, mentre il pluralismo religioso può trovare, al di là dei fanatismi fondamentalisti, una qualche composizione nella comune idea di Dio, il pluralismo etico si configura, specie di fronte alle tecnologie, come irriducibile pluralità di scelte morali circa il modo di nascere e di morire, di considerare il nostro corpo e la nostra mente e il rapporto con le menti e i corpi degli altri. Non dovrebbe, quindi, suscitare meraviglia che la Congregazione per la dottrina della fede (di cui è stato prefetto l’attuale Papa) sia intervenuta con una nota dottrinale circa il comportamento dei cattolici nelle questioni politiche che toccano quelli che il documento chiama i principi della legge morale naturale. E’ molto significativo che anche questa volta, come avviene ormai da tempo, la Chiesa Cattolica metta in primo piano non i principi della fede, ma quelli di una presunta legge morale incardinata nella natura dell’uomo, anche se poi questa legge s’identifica con i precetti della morale ecclesiastica alla quale la legislazione civile dovrebbe ispirarsi per realizzare l’ordine oggettivo del bene. In realtà, l’etica e il diritto sono faccende integralmente umane, che posseggono un’intrinseca validità e giustificazione, e nulla hanno a che vedere con la fede in una qualche divinità o in una Natura altrettanto mitica e supposta intangibile. Coloro che si richiamano, per dare forza ai loro argomenti, alla cosiddetta morale naturale, cercano di far passare per natura la loro particolare cultura, e se ne servono, troppo spesso per negare i diritti fondamentali a chi vive secondo valori e tradizioni differenti. C’è in questa molteplicità di concezioni del bene, come sostiene Ratzinger, prima come cardinale e ora come Papa Benedetto XVI, il rischio di un relativismo etico radicale, incapace di dare coesione alla vita sociale? Non c’è se si ha fiducia in una ragione interoggettiva non dogmatica e aperta al dialogo, che continuamente riesamina i propri principi per meglio adeguarli ai mutamenti della vita e delle scienze. Ma, in questo dialogo, nessuno può essere messo fuori dalla natura, perché le sue scelte non sono conformi a quelle dell’attuale Chiesa cattolica. Fra l’altro, il documento si richiama alla dignità inalienabile della coscienza, e questo mi sembra un punto assai più valido per orientare l’azione politica dei cattolici in materie di grande delicatezza come l’aborto, l’eutanasia, la fecondazione assistita, la ricerca scientifica sugli embrioni, le nuove forme della vita familiare e altro ancora. Mi rendo conto che sono questioni angosciose per uomini sinceramente cattolici e al tempo stesso rispettosi dei diritti e delle libertà altrui; quello che noi laici dobbiamo augurarci è che essi, qualunque decisione prendano, si affidino sempre per le loro scelte personali alla loro coscienza piuttosto che alle ingiunzioni cardinalizie e papali. Potranno sbagliare, ma avranno salvato la loro dignità." (Paolo Bonetti – Il Cardinale e la coscienza – Riv.Critica Liberale n.88 - 2003)

L’ideologia cattolica non può fare altro che lasciare il passo alla liberaldemocrazia ed accettare l’opzione fondante la liberaldemocrazia, ovvero la Laicità dello Stato ottenendo in cambio il moderno diritto della libertà religiosa, per sé ma anche per tutte le altre religioni. Libere Chiese in libero Stato. Ne consegue che nessuna religione può pretendere che lo Stato o le libertà del cittadino siano donate dalla propria Divinità sia essa del Cristo della religione protestante (USA) o cattolica o anglicano, ma soltanto dall’individuo, fattosi popolo, moltitudine sociale che democraticamente vota. Poi in seconda battuta il Cittadino Cattolico (finalmente intrinsecamente politicamente laico e democratico) potrà liberamente scegliere tra liberismo e liberalsocialismo. Purtroppo queste scelte il cattolico conservatore non sembra ancora in grado di farle. Senza opzione laica e senza opzione liberale, è conseguentemente è ancora nel laccio gordiano pre moderno della visione gerarchica della Chiesa Cattolica.
L’unica possibilità di sciogliere questo nodo – democraticizzando la Chiesa Cattolica - è stata data dal Concilio Vaticano II negli anni 70. Purtroppo le scelte successive fatte prima da papa Vojtila e poi da Ratzinger sono state – in pratica – di segno opposto e hanno consolidato dogmi e ferrea gerarchia interna. In questa ottica il cittadino cattolico è ancora pur sempre pecorella passiva e non cittadino autonomo attivo capace di scelte individuali e autonome.
E pur tuttavia il confronto interno al mondo cattolico è in atto. Ovviamente bisogna propendere per i cattolici democratici e per le linee indicate dal Concilio Vaticano II.

Ideologia (dottrina religiosa e politica) islamica.

Trattasi a grandissime linee di religione monoteista né più né meno equivalente di quella cristiana. La differenza è meramente dottrinaria. Anch’essa propugna la verità assoluta – rivelata in questo caso non direttamente da Dio-Padre – (Vecchio Testamento) da Dio-Figlio (Nuovo Testamento), ma dall’arcangelo Gabriele direttamente a Maometto, dopo Cristo, definitivamente ultimo dei Profeti secondo l’Islam. In base a questa dottrina si sono create fin dall’inizio istituzioni giuridico politiche che costituiscono l’essenza dello stato teocratico monarchico assolutista, quale è per esempio il Regno dell’Arabia Saudita, ma anche della bizzarra Repubblica Islamica Iraniana. La differenza sostanziale tra religione Cattolica e religione Islamica è che a capo della chiesa cattolica c’è un unico esponente, il vicario di Cristo in terra, il Papa, mentre per la religione islamica, dopo Maometto con i Califfati e con la nascita degli Stati nazionali, non esiste una chiesa unica islamica con relativo capo unico. Questa frammentazione del potere religioso islamico risulterà, alla lunga, il più efficace antitodo al pensiero fondamentalista islamico, ma non prima di aver combattuto ancora qualche guerra intestina (sciiti contro sanniti) analoga a quella tra cattolici e protestanti del 1500-1600 che però in Irlanda del Nord ha ancora oggi qualche anacronistico strascico.




Puntualizzazioni su religione e politica

Pensiero cattolico e pensiero liberale, prendiamone atto, diversamente che per il protestantesimo, attualmente sono ancora radicalmente contrapposti.
Certamente a noi occidentali fa più impressione la contaminazione del potere politico nelle due componenti spirituale-temporale dell’islamismo. In primo luogo perché i suoi precetti sono troppo drastici e hanno forza cogente per atto non di legge normale ma per legge Costituzionale. Mentre in occidente, ivi compresi alcuni Stati degli USA profondamente conservatori e fondamentalisti, per dare corso al dogma religioso (es. l’insegnamento del creazionismo nelle scuole e conseguente negazione della scoperta scientifica di Darwin sull’evoluzione della specie) occorre che questo avvenga per legge solo dopo che il Parlamento di tale o talaltro Stato l’abbia approvata. Inoltre in detti Stati degli USA non sono previste punizioni corporali al singolo cittadino in possesso di testi scientifici che parlano dell’evoluzione della specie. Mentre nessuno più avverte (rimozione collettiva) la stridente moderna incompatibilità tra il sistema laico-liberaldemocratico e l’indissolubilità spirituale-temporale del potere politico del monarca assoluto cattolico dello Stato del Vaticano.



Oltre che criticare i regimi teocratici islamici medio orientali ed africani occorre anche completare la laicizzazione dei sistemi liberaldemocratici in occidente. Tre ancora le contaminazioni clericali statuali in occidente che si frappongono al compimento definitivo alla laicità dello Stato liberaldemocratico:

  • lo Stato cattolico del Vaticano;
  • l’ Inghilterra anglicana;
  • gli Stati Uniti d’America.


    Per quanto riguarda lo Stato del Vaticano non credo che si possa sperare in una autoriforma. Tuttavia il problema è ben circoscritto e la conflittualità tra laici e Vaticano continuerà per ancora molto tempo, ma sarà solo guerra di opinioni.
    Per l’Inghilterra si prevede quanto prima una netta rescissione tra Corona e Chiesa. Ma è solo una questione di principio liberale l’esigenza di separare il potere temporale da quello spirituale. In termini pratici è solo il Parlamento che fa politica.
    Per gli USA la questione è più grave perché il suo Presidente – con grandissimi poteri politici - può ancora parlare in nome di Dio. In forza di questo investimento divino così ha fatto anche di recente Bush, a proposito della decisione di muovere guerra all’Iraq, contrapponendosi al Papa cattolico che predicava la pace con l’Iraq. Solo considerando oggi giorno l’atto di indipendenza un mero reperto storico e promuovendo a questo riguardo (ma non solo e penso al sistema elettorale scarsamente democratico) una riforma della costituzione USA si potrà risolvere radicalmente la questione.
    A tutt’oggi con la Repubblica Russa che ha assunto la religione Cristiano Russo Ortodossa quale religione di stato nell’elenco sopra indicato si deve invece aggiungere un quarto stato. Infatti Putin ha rapidamente provveduto a modificare la recente costituzione,
    uniformata fedelmente al sistema politico liberaldemocratico (sono previsti solo i diritti umani e quelli civili, di diritti sociali nemmeno l’ombra) che inizialmente prevedeva una netta separazione tra potere politico e potere spirituale e senza privilegio specifico per alcuna religione. "Chapter 2. Rights and Liberties of Man and Citizen Article 19. 1. All people shall be equal before the law and in the court of law. 2. The state shall guarantee the equality of rights and liberties regardless of sex, race, nationality, language, origin, property or employment status, residence, attitude to religion, convictions, membership of public associations or any other circumstance. Any restrictions of the rights of citizens on social, racial, national, linguistic or religious grounds shall be forbidden". Putin, visto il tempo della restaurazione, ha ritenuto utile farsi ispirare anch’egli dal Dio dei Cristiani Russi Ortodossi. E’ bastata una semplice modifica alla recentissima Costituzione e l’ispirazione divina è stata assicurata anche a Putin e successori.

    Mentre sul fronte della possibile compatibilità dell’Islam con il sistema liberaldemocratico si aprono davanti almeno 6 possibili scenari con conseguenti prospettive che possono evolvere in senso laico-liberaldemocratico (non è qui ora la giusta occasione per i necessari approfondimenti), e sono: -l’Arabia Saudita; -l’Iran; -l’Iraq; -la Libia; -l’Egitto; -la Turchia; Nessuno però può ritenere che il problema ideologia Islamica/liberaldemocrazia si risolva in tempi brevi, visto che ancora non è completamente risolto neppure il conflitto tra liberaldemocrazia e cattolicesimo. Certamente l’eliminazione del terrorismo che strumentalizza la religione islamica (ma lo si fa anche in Irlanda con la cattolica e la protestante) aiuterà a trovare nelle diverse e specifiche realtà nazionali, le possibili compatibilità con l’Islam, così come è stato fatto negli ultimi 400 anni nella maggioranza degli Stati con la religione cristiana. Il primo passo da compiere è quello degli islamici democratici che devono affermare decisamente il carattere pacifico della loro religione e sottrarre al terrorismo la motivazione, ideologica, della guerra santa. Segnali significativi in questo senso nei paesi occidentali si cominciano ad avvertire. Lo sciopero della fame fatto qualche tempo fa dell’iman di Siena contro il terrorismo è un bell’esempio da seguire.
    Alla luce di tutto quanto sopra esposto mi sembra che, forse, siano diventate maggiormente comprensibili le ragioni dell’attuale grave sindrome confusiva delle forze politiche.



    Passiamo a valutare, sulla base dei criteri ideologici sopra esposti la scelta di campo fatta dalle forze politiche attualmente presenti sullo scacchiere italiano.



    Sul fronte del centrodestra

    Forza Italia

    Forza politica originariamente liberista ma che dopo l’adesione al PPE, si sta trasformando – vedi i tentativi di fusione – agosto 2004 - tra FI e UDC - nel partito del nuovo conservatorismo cattolico e della destra liberale.



    Unione Democratica di Centro (UDC).

    Forza politica ex Dorotea della Democrazia Cristiana è nel blocco conservatore di destra: coerentemente per quanto riguarda i valori di solidarietà che ritiene di rappresentare ma nell’ottica dell’Opus Dei e di Comunione Liberazione di meno stato sociale laico e pubblico e più welfare non statalista ovvero cattolico e coerentemente per quanto riguarda la vocazione essenzialmente clerico-conservatrice Cattolica. Mi sono ritrovato a scrivere, negando l’evidenza percettiva, Unione Democratica, Cattolica prima e poi Cristiana e solo dopo che mi si e fatto osservare l’errore e quindi infine ho scritto, di Centro. Il lapsus politico è estremamente significativo del fatto che in realtà si tratta di forza politica cristiano-cattolica come sotto ampiamente dimostrato. Perché dunque il tradimento? Dal riduttivo aggettivo Cattolico all'esaustivo aggettivo Cristiano financo allo strumentale specificazione di Centro? L'elaborazione mentale che ha portato a questa 'miope' scelta è sbagliata per due motivi, il primo quello che il centro politico non c’è più e il secondo motivo è che attualmente non può più essere valida l’equazione Centro=Cattolico. Come già detto e ripetuto il centro-cattolico c’era al tempo della Democrazia Cristiana, la quale non aveva vergogna di qualificarsi Cristiana. Certamente se mai l’UDC (detrito di destra della DC) potesse fare un governo da sola (come voleva fare nel 1948 la destra e la sinistra DC) lo potrebbe anche fare in forza della sua ideologia totalizzante, conservatrice (in tema di diritti civili) ma solidale (in economia): ti sfamo ma devi fare quello che dice la Chiesa Cattolica. "Chi non va alla messa domenicale salta il pranzo." Questa la regola aurea dell’ideologia cattolica - ben sintetizzata dalla madre superiora – missionaria benemerita al servizio dei lebbrosi in Colombia ripresa nel film "I Diari della Motocicletta" e che è sperabile qualcuno abbia visto. L’impianto ideologico cattolico, al di là degli sperticamenti sulla ‘centralità della persona umana’ si grippa sulla questione della libertà individuale - se più piace - della persona. Ideologia cattolica e ideologia liberale, stante l’attuale virulente fase di conservatorismo cattolico sollecitato dalle più retrive posizioni cattoliche (vedi Baget Bozzo e molti "Principi" della Chiesa ovvero Cardinali), sono ancora confliggenti. Mentre il pensiero liberale è compatibile con la dottrina protestante e da questo connubio ne può uscire però tanto liberista neoconservatrice di destra tanto liberalsocialista progressista ambientalista di sinistra. Vale la pena sottolineare la perfetta congruità tra ideologia di questo Partito e blocco di centrodestra.



    Alleanza Nazionale.

    Forza politica propriamente di Destra, viste radici e svolte attuali in senso Liberaldemocratico si colloca coerentemente a destra, non senza qualche marginale contraddizione, almeno per quanto riguarda la componente sociale. Tutto il blocco di destra si dovrebbe ricondurre in unità all’interno di questa forza politica.



    Lega Nord

    Dopo un avvio su posizioni federaliste che non davano adito a essere etichettate di destra, questa forza politica ha assunto col passare del tempo posizioni di estrema destra di marcatamente razzista.
    Trattasi di componente estremista di destra di tipo nazista che non dovrebbe avere apparentamento alcuno in una coalizione del moderatismo cattolico liberaldemocratico.

    Nuovo PSI.

    Scheggia impazzita dell’ex PSI è collocato nel blocco di destra e sono numerosi anche gli ex socialisti che a titolo personale hanno aderito a FI, perno fondante il blocco conservatore di destra: la scelta è assolutamente incoerente, si potrebbe dire anche aberrante, rispetto a tutto il pensiero socialista italiano ed europeo di cui abbiamo detto sopra. Ovviamente gli è stata negata l’iscrizione al PSE. Qui, altro che di partito azienda si dovrebbe parlare, al più di partito bottega.



    PRI

    I Repubblicani dell’ormai minuscolo PRI sono con la Destra: la collocazione risulta oggi assolutamente incoerente rispetto alle antiche radici mazziniane dei repubblicani, ma anche della scelta organicamente costitutiva del centro-sinistra compiuta dal PRI dagli anni 60 fino agli anni 90. E’ forse opportuno ricordare che se dal 48 agli anni 60 il PRI (con il PSDI) era in un Governo definibile in allora correttamente di Centro (con all’estrema Destra il MSI e con a sinistra il PSI ancora su posizioni massimaliste e PCI alla estrema sinistra – (partito rivoluzionari marxista-leninista-stalinista) rperché, assieme al PSDI aveva scelto il maniera lungimirante ed equilibrata con il maggiore garante della libertà, la DC, peraltro assai ben vincolata dalla Carta costituzione in senso socialdemocratico (Stato laico, Stato sociale universale, in economia intervento dello Stato: ENI, IRI, ecc.).



    Liberali dell’ex PLI.

    Sono confluiti in larga maggioranza (es. Biondi – Costa) in FI, che alla nascita FI sembrava voler riprendere la vocazione liberista del PLI degli anni 50. Dunque aderiscono al blocco di destra; scelta coerente con questi presupposti liberisti, ma scelta assolutamente incoerentemente rispetto alle proprie radici liberali originariamente di sinistra dalle quali sono sorti tutti successivi movimenti libertari e socialisti (libertà, uguaglianza, fraternità). Scelta ancora incoerente rispetto alla scelta degli anni 60/70 di aderire in termini organici a tutti i governi con DC-PRI-PSI e fino alla sua estinzione sopraggiunta negli anni 90. Non possono altro che sentirsi fortemente frustrati, tanto nella versione liberista in campo economico (di destra) tanto nella versione liberalista quella della tutela dei diritti civili (di sinistra) perché di liberale Forza Italia ha sempre meno (vedi la Legge oscurantista sulla procreazione assistita) essendo in atto la completa trasformazione di Forza Italia in partito cattolico conservatore. Anche Biondi e Costa saranno costretti a optare in primo luogo tra laicità e cattolicesimo confessionale, poi tra progresso e conservazione e infine tra liberismo (tutela del capitalista/imprenditore/finanziario) e liberalismo (tutela dei diritti dei cittadini). Costa si erge a paladino dei diritti del cittadino ma sta con i liberisti cattolici neoconservatori di Forza Italia. Anche se strilla e fa il puro come oppositore interno, il trilemma resta. Non sarebbe più coerente, essendosi eretto a radicale tribuno dei diritti del cittadino, che si schierasse coerentemente a sinistra?




    Riepilogando, cattolici conservatori, destra liberale, fanno parte organica del blocco di destra. La Lega razzista, è un’anomalia di questa stessa destra pur sempre liberaldemocratica. Sono collocati impropriamente in questo blocco, perché tradizionalmente di sinistra, socialisti.

    Mentre ecco come stanno le cose sul fronte opposto della sinistra.



    UDEUR

    E’ costituita da ex DC - Dorotei, quindi quasi l’esatto doppione dell’UDC che si trova nel blocco politico opposto. Sono stati costretti dalle vicende elettorali a collocarsi (temporaneamente?) nello schieramento della sinistra. Nella passata legislatura sappiamo tutti del ribaltone fatto da Mastella – dal Polo all’Ulivo – per questioni di posti di governo.
    Ma perché questa parte di ex di DC possono così spregiudicatamente collocare ambivalentemente tanto a Destra che a Sinistra? Il motivo è quello che la DC era una forza politica nata ambiguamente interclassista quindi al tempo stesso progressista e conservatrice, di centro (quando c’era ancora estremismo MSI - fascismo camuffato - e Comunismo – in Parlamento) che guardava (in base al valore della solidarietà intrinseco al cattolicesimo) a sinistra. E’ in base a questo valore solidaristico intrinsecamente cristiano che il mistico La Pira poteva fare il comunista con i liberali-liberisti (PLI) degli anni 50 a Firenze e fare scandalose politiche di sinistra (semplicemente solidaristiche) in favore di disoccupati, sfrattati e quant’altra povera gente. Scelta decisamente coerente dunque se si da il primato al valore della solidarietà che caratterizza il pensiero cattolico e cristiano. Ma assolutamente incoerente l’attuale posizionamento a sinistra - rispetto al tradizionale conservatorismo cattolico attualmente fortemente aggressivo, all’arrembaggio di politica, istituzioni, società civile, terzo settore, sport, cultura, tempo libero e imprenditoria. Fintanto che come tutti gli ex DC (di qualunque corrente interna) non taglieranno il corno dell’intrinseca doppiezza che li caratterizza (o Solidarietà e Progresso o Solidarietà e Conservazione, al di là delle scelte opportunistiche personali dei loro capi, vedi Mastella), l’universo cattolico continuerà l’azione pendolare tra i due attuali polarità. Non si è ancora arrivato a pieno compimento il processo - vaticinato da De Gasperi già alla fine degli anni 40 - cioè che la DC si sarebbe divisa tra Progressisti Lib-lab e Conservatori, ovvero in termini più attuali, blocco progressisti-liberasocialisti contro blocco conservatori-liberisti. Purtroppo le forze politiche cattoliche che si rifanno alla DC non sanno ancora che pesci pigliare. Tradire il valore fondamentale cattolico della solidarietà e farsi liberisti o tradire i precetti dottrinari conservatori cattolici e farsi liberalsocialisti? Se viene subordinato il conservatorismo cattolico alla cattolica solidarietà il cattolicesimo democratico diventa compatibile (così come per i Protestanti europei) con il sistema liberalsocialista, se all’opposto si subordina la solidarietà al conservatorismo, il cattolicesimo – democratico o meno - diventa compatibile con il sistema liberista, con il seguente esito: liberismo neoconservatore-cattolico del PPE in Europa, l’equivalente del liberismo USA neoconservatorre-protestante del Partito Repubblicano.



    Democrazia è Libertà - La Margherita.

    Purtroppo nonostante il DNA Ulivista, dopo la schiacciante vittoria al I^ congresso DL dell’asse popolari-Rutelli-Dini, sono iniziate le grandi manovre per ricostituire la DC assieme a AP-UDEUR e UDC, provocando una incredibile inversione di tendenza rispetto al progetto originario ulivista. Scelta particolarmente perversa perché per quanto riguarda tutte le componenti che hanno dato origine a DL-La Margherita, oltre al Partito Popolare c’erano i Democratici di cui molti laici, liberali e socialisti e una forte componente Ambientalista per cui la loro collocazione a sinistra risulta fisiologica, e a sinistra avrebbe dovuto anche essere la collocazione degli ex Popolari (trattandosi di cattolici ex componente della sinistra DC (Moro, Donat Cattin, ecc.), i quali hanno anche in passato (Don Sturzo e De Gasperi) ben coniugato (diversamente dalla destra e centristi DC) libertà, solidarietà, ma anche laicità e progresso. Evidentemente nell’attuale fase di restaurazione cattolica neoconservatrice la posizione laica e progressista nei cattolici democratici è fortemente in affanno. Attualmente DL La Margherita si sovrappone ideologicamente pressoché totalmente all’UDEUR.
    Ordunque, è proprio per gli amici cattolici democratici che si deve sperare che il valore della solidarietà si concili quanto prima con la posizione laico-democratico-progressista che il Concilio Vaticano II^ aveva chiaramente indicato come approdo moderno della Chiesa Cattolica.

    Italia dei Valori

    In una Italia normale il Partito Italia dei Valori non esisterebbe. Ma siamo in questa Italia e l’Italia dei Valori ha pur ancora un suo ruolo nel ricordarci che la politica di sinistra si fa per fini etico-morali e non per fini immorali.
    E’ anche pur vero che Di Pietro ha fatto assai presto a imparare a fare il politicante.
    Comunque sia la scelta dell’Italia dei Valori di collocarsi nell’Unione è decisamente congrua.

    Repubblicani Europei.

    Frangia secessionista del PRI, costituitisi formalmente come movimento si sono collocati - come è nelle loro radici - a sinistra, essendo i veri continuatori dell’originario pensiero Mazziniano del PRI. Certo negli anni 50/60 tempi in cui tra sinistra comunista o destra fascista, il PRI (così come il PSDI e la DC), poteva essere classificato politicamente di centro. In realtà il PRI è forza politicamente di sinistra sebbene decisamente non marxista. Che altro mai può essere il pensiero Mazziniano se non di sinistra? Ovviamente sinistra laica-liberale. Non tutti sanno che Mazzini è stato il primo a confutare le tesi di Marx. Vedasi scritti periodo londinese. "Ma è con l’articolo sul comunismo del 17 aprile del 1847 che Mazzini tocca – sempre nei Pensieri sulla democrazia in Europa (1846-47) – uno dei punti tutt’ora interessanti: il patriota genovese sostiene che nella società comunista si sarebbe creata una frattura sociale tra classe dirigente e classe lavoratrice. Nella sua Defence of Communism, inviata al People’s Journal, Goodwin Barmby risponde che è falso che i comunisti vogliono "il potere per imporre non la democrazia, ma la dittatura tirannica". Mazzini nella sua risposta ribadisce invece che a suo parere il comunismo porta con sé ‘una centralizzazione con una gerarchia arbitraria di capi con l’intera disponibilità della proprietà comune, con il potere di decidere circa il lavoro, la capacità, i bisogni di ciascuno’. Una condizione, insomma, simile a quella dei ‘padroni’ di schiavi degli antichi tempi’, una sorta di ‘dittatura (dictatorship) delle antiche caste’. "(Salvo Mastellone – Il Secolo XIX – 15 giugno 2003)



    Liberali di sinistra.

    La frangia dei liberali di sinistra (Zanone, Critica Liberale) sono nel blocco di sinistra, ma solo in parte dentro DL-La Margherita. Il fortissimo recupero del pensiero liberale avutosi dopo il 1989 è sotto gli occhi di tutti. Talmente forte che qualcuno pensa che sia diventato l’unico pensiero politico e nella declinazione sua più arcaica ovvero liberista in cui tutto è consentito in ambito economico. Tutto è permesso, secondo questa scuola di pensiero liberale di destra, all’imprenditore, tanto all’interno del mercato ci sono i correttivi alla patologia degenerativa del liberismo. Tutto al mercato nulla allo stato potrebbe essere lo slogan di questo darwiniano pensiero applicato alla società. Ovviamente siamo di tutt’altro parere. Anche nel sistema più liberista che conosciamo, quello USA sono ricorrenti manovre e misure messe in atto dalla Stato in difesa delle proprie industrie e commerci. Purtroppo questa difesa attualmente viene svolta pesantemente a favore degli industriali amici di Bush a discapito dei lavoratori dipendenti che stanno rasentando, anche’sssi come i cinesi, lo schiavismo lavorativo e restano in stato di precarietà lavorativa in permanenza, con tutele sociali, che, come si dice in gergo tecnico ma che esprime bene il concetto, residuali. Molto poco viene attuato del pensiero liberale a proposito di diritti dei cittadini neanche di quelli civili, quasi nulla per i diritti sociali (ma questi sono di radice socialista !). Qualche tenue speranza che Kerry se eletto possa cominciare la lunga marcia verso il liberalsocialismo. Altro che andare a prendere lezioni dal Kerry democratico i nostri Capi Fassino e Rutelli, avrebbero dovuto dargliene loro a lui. Ma tant’è pare che abbiano perso la bussola, anche per la terza via ex blairiana. Perché attualmente Blair è oramai traghettato a destra e non solo per la politica estera irakena ma per, appunto la sindrome liberista. Le recenti elezioni inglesi vedono non a caso il sorpasso dei liberaldemocratici su posizioni che possiamo definire giustamente liberalsocialiste, sui laburisti di Blair, che hanno assunto posizioni decisamente liberiste.



    Partito Radicale.

    Dopo quasi quarant’anni di onorata militanza in difesa dei diritti civili (due gli obiettivi più significativi: divorzio e aborto), purtroppo nel 92 Pannella e Bonino hanno fatto assumere al Partito Radicale posizioni liberiste specifiche dell’ex PLI.
    Posizioni di destra liberale che sono durate più di un decennio e che (agosto 2004) sembrava portassero addirittura all’alleanza organica con il blocco di centrodestra. Salvo continuare, per contro, la difesa dei diritti civili (assieme alla sinistra progressista) come è avvenuto a proposito della promozione del referendum sulla abrogazione della legge sulla "procreazione assistita".
    L’incoerenza della scelta liberista è stata veramente abnorme se solo si pensa che la nascita del PR risale a una scissione del 1956 su posizioni di sinistra dal PLI, allora rappresentante esplicito della ConFindustria.
    Così è definito (Enciclopedia - Corriere della Sera Rizzoli Larousse) "radicale (partito) PR, partito politico italiano costituito nel 1956 in seguito alla scissione dell’ala sinistra del partito liberale, con la partecipazione di elementi di varia provenienza, partito d’azione, repubblicani, ecc.) …." Dunque per atto costitutivo di sinistra. A maggior ragione di sinistra se solo si pensa che il termine radical è stato usato per la prima volta dall’inglese Bentham addirittura nel 1811 e ha dato origine al primo programma democratico (J.Benthan, J.Stuart Mill, per citare sono i due più noti) che è addirittura del 1819. Programma che si fonda sul principio liberale attualissimo secondo cui ‘cellula della società è l’uomo’.
    Finalmente dall’autunno 2005 quando c’è stata l’intesa con lo SDI per il Progetto La Rosa nel Pugno il Partito Radicale è rientrato nell’alveo suo proprio naturale del centrosinistra. Al momento, febbraio 2006 tutto fa pensare che questa scelta laica-liberalsocialista sia destinata a perdurare nel tempo.



    Socialisti Democratici Italiani (SDI - ex PSI).

    Lo SDI è l’erede diretto dello PSI. – PSI che dopo le vicissitudini frontiste del 1948 e fino all’esaurimento delle posizioni massimaliste degli anni 60 ha visto prevalere fin dagli anni 70 pensiero riformista. Attualmente lo SDI può essere assieme alle componenti socialdemocratiche e liberal dei DS il depositario italiano del pensiero liberalsocialista (Nadia Urbinati e Monique Canto Sperber – Liberal-socialisti il futuro di una tradizione. Marsilio Venezia 2004) ovvero l’unica ideologia della sinistra realisticamente in grado di rispondere adeguatamente a livello mondiale ai complessi problemi della società globalizzata. Ovviamente la scelta di stare nel blocco di sinistra è congrua, coerente e nucleo ideologico fondante della sinistra stessa.


    Il progetto Rosa nel Pugno concordato tra SDI e Partito Radicale sembra la logica continuazione del progetto liberalsocialista avviato dal PSI negli anni 70 e abortito negli anni 90 per le vicissitudini politiche legate a tangentopoli.



    Democratici di sinistra (DS)

    Ex PCI, che da Togliatti a Berlinguer e Natta e comunque fino al crollo dell’URSS 1989, si definiva ancora marxista anti-capitalista. Dunque nessuna contaminazione socialdemocratica fino al 1989. La scelta dello scioglimento nell’alveo del socialismo riformista (socialdemocrazia è definizione ancora ostica per i molti compagni ex PCI diventati prima Partito Democratico della Sinistra (PDS) e poi (la parola Partito, dopo "mani pulite" così come il termine Ideologia ha avuto i suoi ostracismi) si è passati infine alla definizione di Democratici di Sinistra (DS). Così si è compiuta l’abiura dell’ideologia comunista e si è dissolto pure il troppo pesante termine di Partito. Provvisoriamente il termine Democratici di sinistra può anche andare bene. ma con quale nuova ideologia di riferimento)? Complessivamente non si sa ancora. Attualmente, i DS si dividono in Liberal (minoranza 5%), Riformisti (65%) e sinistra per il socialismo (30%). Davvero uno strano approdo per questi ex PCI. Nessuna di queste definizioni è molto chiara. Sappiamo tuttavia che tra i "liberal" e i "riformisti" c’è piena convergenza Ma su quali basi ideologiche? L’area riformista + liberal deve ancora stabilire cosa intende per riformismo e a maggior ragione cosa si intende per Liberal. Tanto più che stiamo parlando di ex comunisti diventati liberal. Mentre per i compagni della Sinistra DS per il socialismo, fermo restando l’avversione netta – condivisibile - per il Liberismo, resta ancora da chiarire a quale tipo di socialismo anelano.
    La collocazione dei DS è comunque, coerentemente, nel blocco di sinistra.



    Verdi

    Sono naturalmente di sinistra, con il grande merito di avere fatto iscrivere la tutela dell’ambiente tra i punti prioritari di ogni partito e movimento di sinistra.Tuttavia proprio in ambito ambientalista possono dare copertura a posizioni decisamente conservatrici.



    Comunisti Italiani

    Di tradizione marxista-massimalista (Kautsky), perseguono pacificamente il sistema comunista (quale?) con mezzi democratici. Sono ovviamente collocati nello schieramento della sinistra.



    Partito della Rifondazione Comunista (PRC)

    Proviene anch’esso dal filone più tradizionale della sinistra ed è ancora marxista (ma hanno recentemente archiviato Lenin), dunque rientrano anch’essi nel filone revisionista di Kautsky. Quindi non promuovano assolutamente l’obiettivo della rivoluzione proletaria né in tempi brevi né in tempi lunghi, né prevedono ‘la dittatura del proletariato’. Attualmente si definiscono non-violenti. Però sono alternativi ! Se tendono all’Uguaglianza per il tramite della Libertà (Libertà-Uguale, il nuovo ossimoro che piace) si dovrebbero incontrare (coi tempi degli uomini) prima o poi con i liberalsocialismo. Perché di LiberalSocialismus si parlava già al tempo di Marx.



    Riepilogando: cristiani progressisti, repubblicani, liberali di sinistra, radicali, socialisti (riformisti e massimalisti) sinistra radicale e alternativa (Ci e Rifondazione) ), Verdi, sono coerentemente nel blocco di centrosinistra.

    Abbiamo così completa in estrema sintesi la carrellata delle forze politiche laiche, liberali, socialiste democratico-cristiane, con il rispettivo sistema di valori di riferimento che le connota e le scelte coerenti/incoerenti di schieramento politico che attualmente i loro capi hanno ritenuto di fare.



    E’ giunta l’ora di decidere, semplificando, per quale dei due sistemi politici che hanno superato l’esame di storia moderna, e optare O LIBERALSOCIALISMO (LAICO-PROGRESSISTA-ECOLOGISTA) O LIBERISMO (CLERICALE-CONSERVATORE) Oggi, per orientarci politicamente, volendo omettere gli opposti estremisti di Comunismo e Nazi-Fascismo, possiamo far ricorso a questo schema






    LA ROSA DEI VALORI
    SINISTRA DESTRA
    PROGRESSO
    |
    LIBERTA’ - EGUALE (LIBERALSOCIALISMO) | LIBERTA’- DISEGUALE (LIBERISMO)
    |
    Rosa nel Pugno (PR-SDI) | Nuovo PSI
    Rep.Europei | PRI
    Democratici di Sinistra |
    |
    |
    PRc - Comunisti Italiani - Verdi | Forza Italia
    |
    SOLIDARIETA’----------------------------|----------------------------EGOISMO
    |
    DL Margherita |
    |
    UDEUR | UDC
    |
    | Alleanza Nazionale
    |
    | Lega Nord
    |
    CONSERVAZIONE



    I Valori del Centrosinistra (liberalsocialista) sono collocati nel quadrante sinistro superiore, Progressismo e Solidarietà.
    Mentre nel riquadro inferiore di sinistra tra solidarietà e conservazione si collocano forze politiche Cattolico-democratiche che con il pensiero socialista (Laico) hanno in comune il valore della Solidarietà, ma che sono ancora in netta contrapposizione al pensiero liberale (Progressista) per il conservatorismo religioso.
    Sul lato della destra del riquadro superiore tra progresso e egoismo si collocano i Liberisti. La scelta di utilizzare il termine egoismo sinonimo di individualismo ("tendenza a far prevalere gli interessi e le esigenze individuali su quelli collettivi, ovvero essere egoista") è determinata dal non voler in alcun modo confondere tale termine, attualmente abusato in senso negativo. con quello di individualità ("quello che concerne l’individuo, in quanto singolo elemento di una collettività"), al contrario termine decisamente positivo, perno su cui si incardina tutto l’insieme del pensiero liberale da cui discendono libertà individuale e diritti individuali.
    Sul lato inferiore di destra tra egoismo e conservazione si collocano i partiti nazionali e locali tendenzialmente razzisti e che comunque perseguono politiche di esclusione. L’UDEUR facendo prevalere il valore della solidarietà sull’istanza conservatrice, sceglie la sinistra, mentre nel suo omologo l’UDC, prevalendo la posizione conservatrice clericale (ben oltre il cattolicesimo!), sceglie la destra. La miscela perversa di Liberismo (Neocon) e Teocon è l'attuale cultura egemone rappresentata dalla politica di Bush. La Chiesa cattolica vorrebbe liberarci totalmente dal liberalismo (tanto in economia nella versione liberista e, maggiormente, in ambito dei diritti civili) e propinarci il suo neo-conservatorismo. Speriamo solo che siano i Cattolici democratici progressisti a prevalere sui cattolici odierni in versione 'teocon'.
    Si parano tre possibili scenari di qui in avanti:


    a)avendo vinto negli USA il blocco liberista neoconservarore teocon (protestante) di Bush, vince anche in Europa il blocco liberista neoconservatore teocon (cattolico) sarà selvaggia competizione di mercati e entro 20/30 anni avremo raggiunto l’estremo sfruttamento dell’intera massa lavoratrice a livello mondiale, divario sempre più profondo tra Paesi ricchi e Paesi poveri, esplosione demografica, armamenti alle stelle, disastro ecologico, guerriglia permanente tra opposti fondamentalismi religiosi cristiano e musulmano.

    b) Ha vinto Bush negli USA ma vincono in UE i liberalsocialisti-cristiano-democratici progressisti ecologisti. Se quest’ultimo blocco di sinistra europeo riuscirà a ritrovare la sua essenza libertaria (andare per questo a lezione di liberlismo dal socialista Zapatero) allora sarà competizione tra modelli di sistemi politici nettamente contrapposti, quello dell’Unione Europea caratterizzato sistema politico sostanzialmente socialdemocratico con welfare universale e difesa di diritti del lavoro e libertà individuale e quello USA con welfare residuale e annullamento dei diritti del lavoro e restrizione della libertà individuale.
    Come è avvenuto tra sistema comunista dell’URSS e il sistema liberaldemocratico dell’Occidente (nelle due versioni USA e UE), sarà la condizione socio-economica, nonché ecologica a dare il responso di vincente e di perdente.
    Personalmente scommetto sul nostro sistema liberalsocialista UE vincente su quello liberista USA.

    c) Vince in Europa il blocco liberista neoconservatore cattolico.
    Se vince il blocco liberista neoconservatore (cattolico-cristiano) farà regredire l’Unione Europea avremo una forte riduzione del welfare (da universale a residuale) rendendo la UE più simile agli USA.
    Lo scenario USA resta invariato anche nel caso di vittoria del Candidato del Partito Democratico. Trattandosi più che di Partiti di due diverse Lobby (Repubblicani – Democratici) che negli USA si contendono alternativamente il potere non dobbiamo aspettarci significativi cambiamenti del sistema liberista USA con welfare minimo (specie per scuola e sanità).
    Sarà dunque competizione liberista selvaggia tra Europa e USA e si inaspriranno ulteriormente le disuguaglianze e le ingiustizie sociali all’interno dello stesso mondo occidentale.

    d) Alle elezioni USA prossime vince il candidato del Partito Democratico sul tipo Zapatero e miracolosamente (il primo miracolo politico è già accaduto in Spagna) accelera fortemente in riformismo solidale.
    In Europa il blocco laico liberalsocialista progressista ecologista mantiene il potere.
    In questa beneaugurata ipotesi si apre la possibilità a livello mondiale di massiccio disarmo atomico, collaborazione mondiale per il riequilibrio economico tra Paesi ricchi e Paesi poveri. L’ONU diventa realmente l’organismo di governo mondiale. A livello mondiale si investe in sviluppo cooperativo, risanamento ecologico, si effettuano campagne demografiche, sanitarie e per l’istruzione.



    Dietrologia conclusiva

    Sono, infine, necessarie talune interpretazioni, al fine di prendere coscienza che per taluni politici (che vivono di politica) è più vantaggiosa la confusione che la chiarezza.
    Alla maggioranza dei politici di mestiere, del partito azienda, tanto della dirigenza di vertice quanto di quelli della base periferica, non interessano affatto le ideologie – ovvero linee guida in qualche modo costrittive – ritenendo la politica un business preferiscono avere le mani libere per poter governare con qualunque tipo di politica di destra o di sinistra, e questo vale per tutti i due poli in particolare per quanto riguarda le scelte economiche, le possibilità di manovra sul welfare, ecc. L’obiettivo di costoro che hanno la vocazione del partito azienda (vedasi Pierfranco Pellizzetti – La politica dopo la politica. Pedragon. Bologna 2001) "è solo quello di restare al potere il più a lungo possibile".
    Vediamo ora un bell’esempio di opportunismo tattico finalizzato a lasciare sempre le idee (ideologie) confuse politicamente. Riguarda la lista riformista di Prodi. Presentata recentemente alla elezioni europee e che ha avuto la percentuale niente male del 31% a livello nazionale (noi Liguri ci siamo attestati al 48%) e questo buon risultato è stato ottenuto senza neppure aver chiarito il contenitore ideologico (liberista o liberalsocialista), tanta è la fame di unità della sinistra nella base. Presi i voti dei cittadini laici e progressisti di sinistra, solidaristi, libertari, socialisti, ambientalisti, insomma di tutto il popolo della sinistra riformista, al Parlamento Europeo gli eletti hanno aderito a almeno due schieramenti distinti: nel gruppo del Socialismo Europeo (coerentemente SDI e DS) e nel gruppo dei Liberali (schieramento a maggioranza conservatore di destra e con componente minoritaria oggi orientata sinistra) di tutto il gruppo di DL-Margherita dopo aver fondato un autonomo Partito Democratico europeo con Rutelli Presidente e Romano Prodi presidente onorario. Alla faccia dell’Ulivo italiano.
    E veniamo ora all’opportunismo strategico. Fatto paternalisticamente (la vocazione cattolica e quella comunista non si scorda mai) in buona fede?
    Prevedendo i nostri lungimiranti dirigenti riformisti della sinistra, che il nostro sistema europeo (sostanzialmente socialdemocratico con stato sociale universale) farà quanto prima bancarotta (così come è successo al sistema comunista dell’ URSS) non reggendo nello scontro competitivo col sistema produttivo liberalista USA e con quello, ben peggiore, cinese (ibrido ideologico teoricamente inqualificabile di regime dittatoriale di sinistra e sistema di destra liberista tipo "bambini nelle miniere" di ottocentesca memoria), si sono attivati per ri-convertire il nostro sistema politico socialdemocratico in quello liberista. Inoltre, orfani dell’ideologia comunista pronti a sostituirla con quella clericale-conservatrice cattolica (se ha funzionato da collante ideologico quella puritana in USA perché mai non dovrebbe funzionare in Italia la collaudatissima ideologia cattolica-cristiana)
    Di fronte allo spettro (immaginato) dell’imminente crollo del nostro sistema europeo i nostri leader maximi più avveduti e lungimiranti (prima D’Alema ora Rutelli) per il bene comune e senza farlo sapere al popolo di sinistra, hanno ritenuto doveroso riformare in senso liberista: limare per quanto possibile su stato sociale, diritti dei lavoratori, ecc., liberalizzare e privatizzare al massimo possibile ogni tipo di servizio pubblico al fine di approdare al tipo di sistema liberalista modello USA. Magari a quello dal volto più umano secondo la tradizione dei Presidenti e Candidati Democratici da Kennedy a Clinton e Kerry.
    Lo sappiamo ha vinto Berlusconi e le politiche liberiste fatte in questi anni dal centrodestra si sono rivelate poco fruttuose per il popolo italiano. Minimo abbassamento delle tasse sul 740 e riduzione dei fondi ai Comuni per i servizi pubblici, assistenza, sanità, ecc., ecc.
    E’ cominciata a sinistra una riflessione sul liberismo e i suoi danni.
    Si comincia a prendere coscienza che è falsa la prospettiva che il nostro sistema europeo (socialdemocratico con welfare universale) alla lunga non reggerà di fronte a USA e Cina. Alla lunga è più probabile che succeda il contrario. Rifkin a questo proposito è già stato citato.
    Ma foss’anche vero che solo il sistema liberista ci salverà allora i ‘riformisti’ senza aggettivazione, avrebbero dovuto rendere esplicita questa nuova rotta a senso unico e non scippare i voti degli elettori della lista unitaria dell’Ulivo, sostanzialmente liberalsocialisti. Se è così che la pensano, per onestà politica, devono esplicitare che nel 1989 oltre al comunismo russo è morta anche la socialdemocrazia europea e che dunque, il pallido fantasma in dissolvenza della sinistra europea, si deve assimilare totalmente al Partito Democratico USA che sebbene progressista (si fa per dire) è decisamente Liberista al pari del conservatore Partito Repubblicano.
    Invece è proprio il caso di prevedere un'altra soluzione, a partire dal presupposto che l’URSS sia implosa non per il sistema comunista in sé, che garantiva il massimo della sicurezza sociale, sufficiente livello di giustizia sociale e gradi di libertà individuale intorno allo zero, ma per l’enorme dispendio di risorse dedicate all’armamento e alla grandeur spaziale, invece che assegnare le risorse economiche a disposizione totale dello Stato allo stato sociale e alla difesa dell’ambiente.
    La scommessa politica vincente è quella di ritenere che il sistema socialdemocratico europeo resterà competitivo perché assicura sicurezza e giustizia sociale e molti gradi di libertà individuali, che possono tendere all’ottimale se si attuerà nel prossimo futuro del vero riformismo liberale.
    La nostra Carta Costituzionale così come ce l’hanno consegnata i nostri Padri Fondatori è emblematica a questo riguardo. Semmai dobbiamo ottimizzare lo stato sociale (universale) in termini di massima efficacia rispetto alle risorse impiegate per consentire le necessarie condizioni sociali per dare le giuste opportunità alla persona umana (individuo) di potersi esprimere liberamente e realizzarsi in piena autonomia in tutti i campi della società: studio, lavoro, cultura, sport, hobby, ozio, ecc. Per contro, verosimilmente c’è invece più da aspettarsi in un futuro per niente lontano il crollo del sistema USA per le stesse ragioni di quelle che hanno determinato il crollo dell’URSS: troppe spese militari, scudi stellari, sonde spaziali su Marte e stato di costante assedio. Mentre in Cina, raggiunto un minimo di benessere economico i dirigenti comunisti cominceranno a investire in stato sociale e a quel punto si potrà permettere di adottare compiutamente il sistema liberaldemocratico (che prevede libere elezioni) che non potrà essere che in versione liberalsocialista. Dobbiamo veramente convincerci in quanto italiani ed europei che il nostro sistema politico e socioeconomico è il migliore anche se venisse valutato col metro aziendale di qualità-efficacia.
    Per quanto riguarda il blocco di destra la situazione la possiamo così riassumere.
    Il blocco di destra nato sulla base del partito di Forza Italia a sua volta nata per tutelare gli interessi personali di Berlusconi, il quale tanto che c’era, l’ha voluta qualificare come forza politica Liberista. Poi però, volendosi salvaguardare ancora meglio, sentendo l’aria conservatrice cattolica che dopo l’11 settembre ha cominciato a spirare, al pari delle altre tre forze politiche che compongono il Polo di Centrodestra, ha pensato bene di farsi paladino del cattolicesimo europeo aderendo al PPE, e producendo una profonda metamorfosi politica in FI negando necessariamente i principi libertari e liberisti. Il conservatorismo cattolico è diventato il collante ideologico dell’intera coalizione. Conservatorismo cattolico ma interpretato in tre diverse declinazioni, populista-razzista della Lega, cattolico di destra papista dell’UDC, normalmente cattolico quello di AN, e di mero opportunismo quello di Forza Italia. Per il resto le quattro forze politiche del centrodestra divergono su tutto: diritti umani, stato, istituzioni, economia, ecc.




    Se il centrosinistra il 9 aprile vincerà le elezioni certamente porrà fine ai disastri di questo incredibile malgoverno di centrodestra ma dovrà anche trovare un collante ideologico che tenga unita la coalizione, collante ideologico che non potrà altro che essere quello della laicità, progressismo, liberalsocialismo-ecologismo.

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    Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .