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CULTURA POLITICA

TITOLO

UNA RIFLESSIONE SULLA DEMOCRAZIA Seminari di cultura politica condotti da PIERFRANCO PELLIZZETTI
  Riepilogo dei tre seminari liberamente interpretati e commentati di Luigi Fasce
DATA 21/04/2004
LUOGO Genova

PRIMA GIORNATA
LE DINAMICHE DEL CAMBIAMENTO
Sabato 20 marzo 2004

VITTORIA DELL’EGEMONIA USA: UN SISTEMA MONDO-GLOBALE
Nonostante si sia passati nell’arco di questi ultimi 50 anni dallo stadio della
“prosperità creata dal miracolo economico dopo la seconda guerra mondiale, il senso di sicurezza esistenziale, indotta dallo Stato sociale e da un lunghissimo periodo senza guerra” hanno creato le condizioni per farci apprezzare sempre più la qualità della vita.”In definitiva si è passati dalla modernità semplice a quella della modernità complessa e riflessiva non ritenendo più sufficiente di vedersi soddisfatti i bisogni primari,
Ed è proprio in questo stadio di maturità collettiva è avvenuto il crollo dell’URSS e in Europa l’erosione dei stato sociale e tutela dei lavoratori provocando l’attuale insicurezza sociale oramai palpabile ovunque nella società, clima di insicurezza generalizzata negata soltanto dall’illusionista cinico e baro Berlusconi.
Intorno agli anni 80 si può individuare l’apice di prosperità economica e sicurezza esistenziale clima umorale che i cittadini italiani (ma anche europei) hanno percepito e che ha suscitato nelle masse aspettative sempre più alte di benessere quantitativo e qualitativo sempre più alte e ne ha determinato i comportamenti consumistici non solo di beni materiali ma anche di beni immateriali. Dal 1989 in poi e per almeno 10 anni questo clima di prosperità economica replique montre e sicurezza esistenziale entra in dissolvenza e umori contrastanti prendono il sopravvento. Non è che gli Italiani, globalmente parlando, fossero pienamente consapevoli che tutte le conquiste sociali fossero frutto di pensiero politico ben determinato, sostanzialmente dell’arco dei partiti di centrosinistra, dove per centro si deve intendere DC (tanto di destra che di sinistra) tutt’altro che liberista. Così come una volta raggiunto il livello di benessere rassicurante non è che la massa dei cittadini si è posta la questione che ciò è stato possibile per spinte sindacali e cultura del diritto dei lavoratori e non certamente dei diritti dei datori di lavoro. Ciononostante si sono allevati cittadini benestanti e sicuri di sé, con aspettative alte, per certi versi magiche che sempre si deve avere di più e sempre bisogna stare meglio. Stato sociale sempre migliore, gradi di libertà personale sempre più ampi. Il fatto che tutto questo fosse anche un effetto della cortina di ferro e che cioè le lotte sindacati e dei partiti della sinistra avessero buon esito, (anche a discapito del debito pubblico - ricordiamoci della voragine del nostro debito pubblico !) ma soprattutto per la tolleranza degli USA che temendo per l’Europa una deriva comunista lasciava appesantire il mercato europeo da vincoli e pesi sociali non certamente ammessi nei suoi confini. Sappiamo che magro e precario stato sociale esiste da sempre negli USA.
Insomma, se è risaputo che sono state le lotte sindacali e politiche sostenute dal pensiero progressista, socialista e cristiano a consentire agli italiani di raggiungere il livello di benessere massimo degli ottanta è stato possibile solo perché gli USA hanno lasciato che ciò avvenisse. Era il prezzo da pagare per non farci diventare tutti comunisti. Dopo il 1989, non essendoci più questo rischio di una Europa comunista si sono avviate le procedure per fare rientrare nei ranghi del mercato globale secondo il pensiero neocon e del mercato globale anche l’Europa scialacquona: i troppi utili e beneficts (stato sociale) fin qui usufruiti dai lavoratori devono replique tag heuer essere prontamente compressi e ridistribuiti all’Imprenditore delle multinazionali.

Dopo il 1989, data simbolo per segnare il crollo implosivo dell’URSS per cause essenzialmente economiche intrinseche, abbiamo assistito alla vittoria schiacciante del sistema liberaldemocratico sul sistema Comunista dell’URSS. Vittoria liberaldemocratica tanto nella versione neoliberista Usa quanto nella versione socialdemocratica UE. Ma subitaneamente il liberismo USA ha cominciato a fagocitare il sistema socialdemocratico UE.
Doveva essere primariamente la vittoria della libertà sull’oppressione, invece è stata la vittoria del dominio liberista egemonizzato dagli USA in versione neocon (Partito Repubblicano) dalla faccia per nulla compassionevole.
Mentre la Cina che ha instaurato un sistema liberista per quanto riguarda il mercato ha però mantenuto il potere dittatoriale centralizzato che difficilmente si può ancora definire Comunista. Ibrido impensabile fino agli anni 70, frutto di eccelsa cineseria politica.

FINE DELLE ARMONIE SISTEMICHE DEI GLORIOSI TRENTA DEL DOPOGUERRA (1945-1973).

Il crollo dei sistemi comunisti ha avuto in Europa come effetto collaterale, a mo’ di effetto domino, l’erosione – neppure tanto graduale – di partecipazione statale – stato sociale – difesa dei diritti dei lavoratori, mirando ad appiattirsi totalmente sul modello neo-liberista USA caratterizzato da stato sociale marginale, sfruttamento all’osso dei lavoratori: nasce il ‘turbocapitalismo’ – dal capitale regolato a quello sovralimentato.
Invece si sarebbe dovuto aprire una competizione virtuosa all’interno del sistema liberaldemocratico: da una parte UE libera impresa con fini sociali – capitalismo regolato - e dall’altra parte, neoliberismo made in USA.
In preda al panico i nostri governi europei (chi più chi meno) tanto di destra di sinistra si sono messi a rincorrere il modello neoliberista USA, temendo che la nostra versione replique montre pas cher socialdemocratica ovvero liberalsocialista del sistema liberaldemocratico – al pari del sistema comunista - crollasse economicamente.
Solo di recente i cittadini europei – primariamente gli Svedesi – hanno cominciato stoppare questo malefico trend neoliberista.
Infatti i cittadini svedesi, di fronte alla scelta chiara del partito socialista svedese che in campagna elettorale dichiarata nessun abbassamento delle tasse ma stato sociale immutato, hanno votato Partito Socialista e difesa dello stato sociale.
Ma in Europa la scelta netta della Svezia è stata l’eccezione.
Che fare come Ulivo e centrosinistra ?
Nell’Ulivo siamo tuttora nell’ambiguità.

Due le prospettive:
La scelta autoritaria e conservatrice
Bisogno di leader forti
Ordine
Fondamentalismo e xenofobia
Massimizzare la riproduzione
Dominio patriarcale
Difesa Famiglia biparentale eterosessuale
Sistema di dis-valori democratici tendenti all’esclusione
Nell’ambito religioso: enfasi sul potere supremo – regole assolute
La scelta democratica
Centralità del sistema liberalsocialista-ambientalista
Gestione della complessità
Autoespressione individuale
Responsabilità individuale nel campo delle scelte sessuali e procreative
Aumento dei gradi di libertà della persona
Tutela diritti umani, civili e sociali
Sistema di valori democratici
Politiche inclusive
Nell’ambito religioso: netta separazione tra potere politico laico rispetto alla sfera religiosa garantita dell’ndividuo – etica situazionale – enfasi sul significato della vita a tutto campo.

Resta da dimostrare che il solidarismo che caratterizza il modello U.E. liberalsocialista-ambientalista possa risolvere tutti i problemi posti dalla Globalizzazione, men che meno basta a risolvere i problemi del terzo mondo. Occorre solidarismo, tutela ambientalista e, laidamente, affrontare la questione demografica.
Certamente il turbocapitalismo di Bush i problemi del mondo-globalizzato li aggrava.

Non solo

LO SVILUPPO IN CONFLITTO CON LA SOCIETA ?

Certamente oggigiorno si, almeno per la Società occidentale Europea, perché i cittadini USA da sempre abituati a un sistema di stato sociale residuale si sono assuefatti a sottostare allo sviluppo senza se e senza ma, non rendendosi ancora conto che con il turbocapitalismo si stanno addirittura allineando al sistema di sfruttamento della forza lavoro tipo cinese e indiano e contribuiscono in maniera determinante al disastro ambientale. Purtroppo non si vedono ancora forti reazioni di cittadini USA contro tali improponibili politiche. E questo a un popolo di uomini costituzionalmente liberi, ma che stanno rischiando forte di diventare nei fatti schiavi.. Speriamo in Kerry ! Guai da parte nostra a fare dell’ antiamericanismo, si tratta invece di saldare il pensiero politico liberalsocialista-ambientalista dei cittadini – liberi - Europei a quello replica rolex dei – liberi - cittadini USA – e in nome della civiltà occidentale – battere l’impero neocon attualmente predominante.

SECONDA GIORNATA
I PRINCIPI DEL CAMBIAMENTO
Sabato 27 marzo 2004

POST 1989: DEMOCRAZIA SOTTO PRESSIONE
(ma ha vinto la libertà o il capitalismo ?)

Se il dopo il 1989 a livello europeo siamo in piena e generalizzata deriva liberista, in Italia la situazione diventa addirittura marasmatica per la dissoluzione dei partiti della prima repubblica e il tentativo (ancora in corso ?) di ri-formare una nuova identità alla sinistra ma anche una nuova destra. L’Ulivo e il polo di centrodestra sono questo primo tentativo di cui stiamo tuttora seguendo l’evoluzione con la Lista Uniti nell’Ulivo-Prodi per le elezioni europee.
Certo dopo il 1989 lo scompiglio è forte e diffuso: l’apatia del cittadino nei confronti della politica è l’indicatore più significativo e preoccupante del malessere sociale diffuso. Infatti dopo 50 anni di certezze ideologiche contrapposte DC/PCI ora non si distinguono più le differenze tra i due poli che si contendono il potere di governare. Questo non avviene solo in Italia ovviamente, il caso della Francia è stato assai emblematico.
Nessuna parola d’ordine chiara è stata presentata ai cittadini che arrivano alla conclusione che “tanto sono tutti uguali”.
Invece che alla scuola di Partito si sarebbe dovuto dare spazio alla cultura politica per tutti i cittadini che invece sono stati lasciati risucchiare dall’analfabetismo politico di ritorno. Chi riesce oggi, anche tra i militanti di base dei partiti della sinistra tradizionale moderata o radicale, a capire la differenza tra socialdemocrazia ovvero liberalsocialismo e liberismo ? Per i più non c’è differenza e a maggior ragione non ci si rende conto della differenza che queste due posizioni vogliono dire rispetto allo stato sociale – universale (modello liberalsocialista – dell’Unione Europea ) e stato sociale - residuale (liberista – degli USA).
In questo scenario confusivo quindi per le élites dominanti (es. Berlusconi e C.) diventa facile trasformare l’interesse pubblico in interesse privato. Stravolgere il linguaggio e contorcere nel suo contrario il significato delle parole. Complice, certamente, lo sbandamento dell’Ulivo post Prodiano che nell’anelito a governare per governare il cambiamento (in quale direzione ? e fino a quale punto ?) e a intrallazzare con Berlusconi (vedi Bicamerale!), ha fatto perdere la bussola al popolo dell’Ulivo e non ha fatto certamente azione politica per dissipare nei cittadini apatia nei confronti della politica e sfiducia nei politicanti.

SPAZIO DEI FLUSSI, ESPRESSIONE DI ATTIVITA’ ED ELITES DOMINANTI. POSTDEMOCRAZIA ?

Certamente stiamo rasentando questo pericolo, cioè quello di trovarci in una fase storica dell’occidente che si può definire postdemocratica.

La globalizzazione delle attività economiche strategiche, la flessibilità e la precarietà del lavoro sono sintomi certi di malessere sociale e politico.
Bush e la sua amministrazione Repubblicana deve esserci di monito. Certamente senza l’acquiescenza di Italia e Spagna di Aznar neanche l’Inghilterra avrebbe potuto permettersi di sottostare al diktat di Bush e fare guerra all’Irak. Di cui si vedono oggi le tremende conseguenze di cui però non si vede ancora la fine.

LA DEMOCRAZIA DIVENTA “LA QUESTIONE” (E LO SPARTIACQUE)

Dietro il modo di produrre sviluppo si annida il pericolo di arrivare a una fase di post democrazia, perché solo un potere politico forte (USA e Cina) può consentire la sperequazione lavorativa, sfruttamento al limite della schiavitù e la contrazione dello stato sociale a livelli sub umani.
Alla minaccia del laisser faire fuori controllo bisogna rispondere con l’azione politica di assicurare una equa ripartizione delle opportunità economiche e dei risultati raggiunti, convinti fino in fondo che ‘le motivazioni economiche non sono le sole a dirigere il comportamento umano”. Così facendo si salva la democrazia di tutto il mondo occidentale e si rilancia la versione socialdemocratica europea di liberaldemocrazia.

LA DEMOCRAZIA COME CONTROLLO DEL POTERE

Con le sue regole per governare – legittimare la protesta – la partecipazione.

IL POTERE HA UN LUOGO: LA SOCIETA’

Il potere emerge dall’organizzazione sociale e dalla sua complessificazione (all’incirca 10.000 anni fa) per specializzazione e gerarchizzazione:
- divisione del lavoro
- ripartizione di compiti per sesso
- gerontocrazia
- titolarità sacerdotale e culto della magia


Sebbene il potere sia originato dalla società, le forme che il potere assume possono essere diverse diversamente dal criterio che si decide di assumere come riferimento e dalle dinamiche sociali che si sviluppano.

NEL CIVICO SPAZIO ORGANIZZATIVO (Atene VI secolo a.c)
Nasce il conflitto di classe tra ordine tradizionale e democrazia

ARISTOCRAZIA
Aristocrazie del sangue
Status
Conservazione (società organica)
Verità assoluta (Platone/Eraclito)

DEMOCRAZIA
Ceti emergenti
Ruolo
Progresso
Verità pratica comunicativa (Protagora/Trasimaco
Società aperta

LA DEMOCRAZIA SI STRUMENTA. NELLA CITTA’ IL POTERE DIVENTA POLITICA

Le due idee di politica

Discorso pubblico Tecnica del potere

Filiera etica filiera guerresca

Socrate Tucidite
Catari Machiavelli
Repubblicanesimo civico Hobbes
Spinosa Schmitt
Kant neo-con
Habermas/Rawls

Le trasformazioni della democrazia

Dalla democrazia degli antichi
caratterizzata da spazi circoscritti e piccoli numeri con le assemblee deliberative di tutti i cittadini
Alla democrazia dei moderni

la prima esperienza moderna di democrazia rappresentativa (caratterizzata da spazi estesi e grandi numeri )è quella americana (1789).

LA DEMOCRAZIA CONTEMPORANEA (costruita dalla politica)

-contratto sociale: capitale – lavoro – stato
- emancipazione attraverso i diritti
-dinamiche inclusive
-stato sociale
-pluralismo
-individuo “fine” della politica

Questo il quadro di riferimento che stabilmente reggeva fino al 1989, ora sembra piena crisi, colpita da ‘sincope politica’.

Poteri dello Stato nazione con tutti i suoi attributi specifici di:
- cittadinanza – politica rappresentativa – governo dell’economia – inclusione/militanze – individualismo democratico – società civile forte.

Vanificati da: - Spazio dei flussi – ‘votano i mercati’ – elezioni come ‘gara tra marchi’ – compromesso con il capitalismo finanziario – sclusione/apatia – individualizmo del free rider (egoista razionale) – asocietà civile frammentata.

Pur di fronte alla complessità dei problemi posti oggi alla democrazia dobbiamo pur ipotizzare qualche possibile soluzione.

In primo luogo dobbiamo sapere quale sono l’attuale composizione dei soggetti politici preposti alla soluzione per la democrazia del mondo.

A preparare il prossimo seminario sembra assai utile il seguente

ATLANTE DEI SOGGETTI POLITICI (vedi diapositiva da documentazione sul seminario)

Attualmente a livello mondiale si contrappongono Globalizzazione finanziaria, liberismo/neo-conservatore (l’attuale pensiero dominante made in USA) e Liberalsocialismo/Terza via/Partito Democratico (l’attuale pensiero debole made in U.E.)
Finiti come sistemi politici al potere comunismo e nazifascismo permanendo ancora come pensieri politici alternativi alla liberaldemocrazia e si ripresentano sotto nuove spoglie rispettivamente negli attuali Movimenti No-global e nei movimenti comunitarii-xenofobi (a valenza populista fortemente esclusiva).


TERZA GIORNATA
3 aprile 2004
IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO
Relatore Pierfranco Pellizzetti
il cambiamento, sfida della democrazia
“una democrazia mondiale è un’utopia, un mondo di democrazie non lo è“ (Ralf Dahrendorf)
la sfida della complessità
la sfida dell’antinomia sviluppo/solidarietà
la sfida dell’alterità irriducibile
la sfida dei valori
la sfida del glocale
la sfida della governance
la sfida della forma-partito
urgenza di una nuova politica
C’è poco da aggiungere e da commentare se non dire che l’elenco delle sfide è lungo ma è da qui che si può ripartire. Ponendosi le domande giuste.
E queste, decisamente, mi sembra che lo siano. Vediamo gli sviluppo a partire da:

LA SFIDA DELLA COMPLESSITA’

Dalla modernità semplice
Partito centralistico
Burocrazia formale
Grande fabbrica
Unioni operaie e corporazioni

Alla Modernità complessa
Sfera pubblica
Amministrazione friendly
Impresa rete
Partite IVA

CRISI DEL MODELLO CIBERNETICO A DECISIONE CENTRALIZZATA
LA FABBRICA DI MASSA
IL MERCATO DI MASSA
IL PARTITO DI MASSA

All’apparente tutto ineludibile vacheron constantin replica dopo il 1989 si cominciano a intravedere anche i contorni e le sfumature dell’apparato capitalistico vincente su quello comunista

LA VARIETA DI CAPITALISMO

Da un lato
MODELLO RENANO
-banca
-capitale paziente
-concertazione
-fronte comune contro le minacce

dall’altro lato
MODELLO WALL STREET
-borsa
-speculazione
-competizione
-scommessa sul rischio

e su questa unica scacchiera diventa ancora più stringente

LA SFIDA DELL’ANTINOMIA SVILUPPO/SOLIDARIETA’

Non solo, ma siamo di fronte anche a

LA SFIDA DELL’ALTERITA’ IRRIDUCIBILE

INDIVIDUO CONTRO TRADIZIONE-COERCIZIONE

Le tre punte di lancia dell’Occidente
-rivoluzione femminile e individualista
rivoluzione informatico-comunicazionale
omogenizzazione accelerata dei consumi

MA ‘vestire in jeans, mangiare Big Mac e bere Coca Cola non portano di per sé alla Magna Carta’

Riflessione di tutta evidenza se si guarda all’attuale impazzimento del mondo Bushiano/mussulmano.


LA sfida dei valori

Le vecchie ricette della politica (in tilt)

Da un lato la ricetta
Socialdemocratica con i suoi valori di riferimento
LIBERTE’ – EGALITE’- FRATERNITE’
-keyneismo
economia mista
stato assistenziale ‘dalla culla alla tomba’
egualitarismo

l’alternativa
neoliberista con i suoi valori di riferimento
GLOBALITE’-MARCHE’-MONNAIE
stato minimo
mercato senza vincoli
darwinismo sociale
stop alle pratiche di redistribuzione


Il dilemma più che etico è economico. Se è crollato il sistema dell’URSS fondato su sull’unico valore, eticamente ineccepibile dell’Uguaglianza, è logico porsi domande sull’alternativa delle due opzioni sopra esposte.
Attualmente sembrerebbe in netto vantaggio la magnifica armata di Globalità-Marché-Monnaie. Anche se è altrettanto vero che la resistenza del fronte socialdemocratico – liberté-egalité-fraternité – è appena cominciata. Certo dobbiamo procedere celermente a definire una sintesi, auspicabilmente virtuosa, tra le predominanti tesi tutte occidentali. Il terzo incomodo, il mondo premoderno, ovvero basso-medioevale mussulmano, recalcitra rispetto a entrambe le ricette finora preposte. Confidando che la sintesi soddisfi le esigenze e i valori diversi dei terzamondisti.
E’ ragionevole pensare che ciò sia possibile “I prodotti culturali dell’Occidente non sono stati confezionati per il solo mercato della tribù euroatlantica: Locke, Jefferson, Mill hanno scritto per l’intero genere umano.” (D.Cofrancesco)
In effetti il mondo di valori dell’occidente, spurgati dagli eccessi liberisti possono essere rispettosi di culture e di concezioni, religiose, etiche diverse. La condizione unica e universale è comunque la separazione del potere temporale da quello spirituale. Questo è ancora l’unico vero intoppo al dialogo e alla tolleranza reciproca.

Riflessioni personali che mi sembra possano essere avvalorate da quanto segue nel seminario odierno che continua con:

LA SFIDA DEI VALORI

I principi pragmatici
Responsabilità
Imprenditorialità
Impegno civico
Doveri oltre che diritti

GOVERNANCE MULTILIVELLO: I CARE
Dallo sradicamento al rincoraggio: globale opposta a locale

Al territorio:sviluppo e reembedding

Dal governo alla governance
‘vasto ventaglio di istituzioni, reti, norme e usi politici, sociali e amministrativi che contribuiscono alla stabilità, all’orientamento e alla capacità di dirigere’.

E’ certo i nostri attuali governanti, a tutti i livelli, per governare devono avere chiara l’idea della complessità della società democratica .
Questo non toglie che si debba cercare di sfoltire leggi e regolamenti, semplificare procedure, agevolare la vita dei cittadini e renderli maggiormente partecipi alle deliberazioni per decidere e quindi alle scelte politiche.

Con quale strumento: ancora una volta attraverso i Partiti.
Ma oggigiorno con quale tipo di Partito ?
LA SFIDA DELLA FORMA-PARTITO
Protopolitica: comitati elettorali di notabili
Età delle ideologie: partito di massa
Tardo welfare: partito omnibus (inter-classismo neocorporativo)
Tra ‘crollo di muri’ e ‘videopolitica: partito azienda, leader autoreferenziali, notabilato nazionale
Sempre la stessa logica: gerarchia come meccanismo di integrazione

Le critiche vanno bene, fanno pensare e forse, migliorare, ma prima di ogni critica occorre ricordare che se si vuole mantenere la forma democratica di governo occorre avere il soggetto da organizzare e cioè il partito.
Sappiamo benissimo a quali inconvenienti sono andati incontro i partiti della cosiddetta prima repubblica centralizzati DC PSI PCI a forte valenza ideologica e sappiamo bene che attualmente sono le élite oligarchiche che dal vertice fanno nascere e morire gli attuali Partiti. Siamo in una fase regressiva di protopolitica quella dei comitati elettorali di notabili. Comunque sia, in attesa di una ridefinizione di pensiero politico coerente, chiaro, coeso, in questa fase non può essere che così. Se ne esce soltanto con un alto tasso di eticità e di cultura politica diffusa.
Certamente possiamo pensare anche a un nuovo modello di partito in linea con i tempi.

Un’ipotesi di partito-rete
funzione indirizzo:
FONDAZIONE
Funzione nomine:
Coordinamento

Eletti

antenne sensibili sul territorio
(stazione ricetrasmittente, accompagnamento, collegamento e supporto)
autoespressione della società civile
(circoli, volontariato, forum virtuali, radio, rappresentanza organizzata, protoclassi in formazione, gruppi tematici ……)
Ricordandoci Pur tuttavia da dove veniamo e dove siamo attualmente collocati

Ecco per buona memoria rimando all’esaustivo ‘ATLANTE di Edmondo Berselli – da La Repubblica 6 marzo 2004 art. Massimo Salvatori



L'universo dei riformisti


Ma non basta, perché bisogna anche sapere riconoscere i valori e i principi tanto della sinistra che della destra

SINISTRA
RAGIONE – PROGRESSO - CONSENSO
DESTRA
AUTORITA’ – TRADIZIONE – GERARCHIA

Oggi, volendo omettere gli opposti estremisti di Comunismo e Nazi-Fascismo, per orientarci politicamente, possiamo far ricorso a questo schema
LA ROSA DEI VALORI


SINISTRA DESTRA
PROGRESSO
LIBERTA’-EGUALE | LIBERTA’- DISEGUALE
LIBERALSOCIALISMO | LIBERISMO
ULIVO | FORZA ITALIA
SOLIDARIETA’--------------------|-------------------EGOISMO
|
/ LEGA
| NEOCON AN
UDEUR-AP / UDC

CONSERVAZIONE

I Valori della Sinistra moderata (liberalsocialista) sono collocati nel quadrante sinistro superiore, tra Progressismo e Solidarietà.
Mentre nel riquadro inferiore di sinistra tra solidarietà e conservazione si collocano forze politiche di estrazione Cattolica democratica che con liberalsocialismo (progressista) hanno in comune la solidarietà ma vi si oppongono per il conservatorismo religioso.
Sul lato della destra del riquadro superiore tra progresso e egoismo si collocano i liberisti.
Sul lato inferiore di destra tra egoismo e conservazione si collocano i partiti nazionali e locali tendenzialmente razzisti e che comunque perseguono politiche di esclusione. Neocon per dirla con un solo termine. La miscela perversa di Liberismo e Neoconservatorismo è l'attuale cultura egomone rappresentata dalla faccia di Bush. La chiesa cattolica vorrebbe liberarci dal linbrismo con annesso liberalismo ma vorrebbe propinarci il neo-conservatorismo.
Vedremo se saranno i cattolici a diventare progressiti o se il pensiero liberal-progressista figlio della modernità si farà coartare e vincerà il modello 'neocon' made in USA anche nella laica Europa.
Dopo i tre seminari se non tutto è diventato chiaro siamo almeno meno confusi di quando abbiamo iniziato il nostro percorso di cultura politica e possiamo almeno proseguire sicuri nella giusta direzione.
Approfondiremo ancora con seminari e dibattiti l’argomento, ma oramai sulla base di indicatori certi. fake watches for sale
A questo proposito, per intanto, ecco la bibliografia consigliata
1) Nadia Urbinati, Monique Canto-Sperber (a cura di) - Liberal-socialisti –il futuro di una tradizione –I libri di Reset -Marsilio - marzo 2004 Venezia
2) A. Giddens – La terza via. Manifesto per la rifondazione della socialdemocrazia – Il Saggiatore 2001

Elenco argomenti

Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il socialismo europeo .